Per convincere Philadelphia a lasciar partire Ken Giles – il closer del presente e del futuro – in direzione di Houston, è stato decisivo l’inserimento nella trattativa del nome di Vince Velasquez. 

Eppure, il talentuoso lanciatore californiano ha sudato le proverbiali sette camicie per conquistare un posto tra i lanciatori partenti dei Phillies. Durante lo Spring Training infatti si è dovuto giocare fino in fondo le sue carte per il quinto posto della rotazione, in una sorta di barrage virtuale che lo ha visto lottare contro Adam Morgan, il quale, nonostante (statistiche primaverili alla mano) abbia meritato più dell’ex-Astros, è stato relegato nelle Minors.

Più di ogni considerazione, ha pesato sul piatto della bilancia qualcosa di molto concreto: la fastball di Vince, una palla veloce che da giovedì è diventata sensibilmente più famosa, nel mondo del baseball che conta: nella vittoria per 3 a 0 contro i San Diego Padres, il numero 37, dal monte di lancio di Citizens Bank Park, ha sfoderato una prestazione monstre: uno shutout fatto di “dritte” sparate con impressionante ritmo intorno alle 95 miglia orarie, e impreziosito con 16 eliminazioni e nessuna base ball concessa (a soli 23 anni, diventa il settimo giocatore nella storia della MLB a riuscirci).

In due partenze con i Phillies, Velasquez ha lavorato per 15 inning ottenendo 25 strikeout.  La media punti guadagnati sul lanciatore è rimasta ferma sullo zero. 

A fine gara, un più che soddisfatto Pete Mackanin ha sfiorato il lapalissiano affermando: “Sembra proprio che abbiamo fatto un buon affare.” 

Aspettiamo test più probanti di questi San Diego Padres prima di sottoscrivere: già da martedì avversari i vicecampioni dei New York Mets, vedremo se il manager dei Phillies continuerà a gongolare.

di Andrea Comotti

Nella foto, un primo piano del pitcher dei Phillies (da Mlb.com).