Proviamo ad immaginare come i protagonisti dell'evento "Happy Birthday Fenway Park" hanno vissuto la festa.

Il personale del Fenway Ball Park si è prodigato nel tirare a lucido il gioiellino secolare per farlo trovare pronto e presentabile al grande pubblico. La giornata di riposo, il 19 aprile, volutamente inserita nel calendario, veniva sfruttata dai numerosi addetti per ultimare i preparativi sia tecnici, sia logistici.
Prepara le divise storiche, quelle senza numeri. Prepara la scaletta televisiva, gli orari, la sequenza degli interventi. Prepara l'adunata delle vecchie glorie, chi invitare, chi no. Prepara il campo, gli ingressi, le uscite. Prepara il cibo per gli ospiti, prepara il buffet per i famosi EX, prepara le bottiglie per Kevin Millar e Pedro Martinez, prepara i Linidor per qualcun'altro meno in forma. Prepara tutto.
Proprio come io e mia moglie preparavamo i primi compleanni dei nostri piccoli, in casa nostra. Uguale. Stessa ansia.

Arriva finalmente il 20 aprile e tutti insieme ci gustiamo il bandierone che copre il Green Monster, il sole, la banda, la sfilata degli EX, le eroiche panze dei vecchi giocatori, le lucide pelate di antichi manager, le zanette che hanno preso il posto delle mazze.... e così via, la festa prosegue alla grande, senza intoppi.
Come nel mio giardino, tirato a lucido, la nostrana festa per i nostri bimbi prevedeva gli stendardi "Buon-Compleanno", le bandierine, le pizzette, le Coca-Cole, i palloncini, la pre-sfilata dei nonni che passavano in rassegna l'ambiente e davano il loro assenso prima dell'arrivo degli ospiti.... "i famigerati invitati alla festa".

Ebbene, nel compleanno di Boston gli invitati alla festa si chiamavano YANKEES e sono arrivati puntuali: ahimè.
Nel mio caso personale, invece, gli invitati si chiamavano "amichetti-scalmanati"e sono sempre arrivati tutti: ahimè.

The weekend of Fenway's centenary, si riassume così: il giorno stesso del compleanno, i soliti NewYorkesi maleducati non rendono omaggio ai padroni di casa e li castigano con ben 5 fuoricampo. Un sorridente Bobby Valentine (cos'ha poi da ridere quel tizio?) sfrutta a pieno la settimana d'esordio della stagione, candidandosi a tempo di record come manager "più velocemente" odiato ed insultato dal proprio pubblico. Le storiche divise indossate non portano fortuna e lasciano l'amaro in bocca a tutti noi.
Il giorno successivo ci si attende il riscatto: infatti dopo 5 inning i Red Sox comandano per ben 9-0.... è fatta. Sembrava fatta.

Ma in agguato ci sono sempre loro, quegli scatenati, odiosi "cinni" per usare il dialetto bolognese, quegli sbruffoni di "amichetti indiavolati" che ci mettono poco a rovinarti la festa. Stiamo parlando di quei compagni di gioco, quelli che in pochi minuti ti ribaltano la casa, di quegli angioletti che come iene ti distruggono il prato, che prendono a mazzate il mobilio, che si impataccano di Nutella, che rovesciano la Coca, che urlano a squarciagola, che ridacchiano odiosamente, che cadono ma che purtroppo NON si fanno male, che coi pennarelli ti abbozzano murales sui muri appena imbiancati, che danno fuoco alle bandierine, che scoppiano i palloncini, che ti mollano dei ceffoni, che buttano le palle al di là del muro?
Ma stiamo parlando degli Yankees o dei bambini-terremoti invitati a casa mia?  
E' uguale. Sono la stessa cosa.

Sul terreno rimangono macerie e poco altro.

Per fortuna il terzo incontro viene rimandato per "inclement weather".
Come avrei voluto tanto immaginare la festa di compleanno dei miei figli: "rimandata per pioggia".

Il pesante weekend vissuto a Boston, ha probabilmente instaurato, (tremendamente troppo presto) in tutti noi Red Sox Fans una spiacevole convinzione: sarà un anno pesante, difficile, ricco di sconfitte.
Le distanze tra Cherington-Valentine, le mancanze sul monte, le assenze di starter e closer, le litigate Bobby-Youk-Aviles e chissà chi altri, le risate nervose e senili nel dugout, le assenze della società, il Liverpool, la mancanza di un leader come Varitek che avrebbe appeso al muro qualche svogliato o qualche manager farlocco fanno propendere per l'ipotesi di un 2012 senza gloria finale.

Ci siamo abituati ormai, ma chi se ne frega: divertiamoci lo stesso. Stay Positive.

Come ci siamo divertiti nelle ultime tre trasferte in Minnesota, contro i Twins, per via di questi tre risultati: WINnesota-WINnesota-WINnesota.
Tre "W" su tre che ci fanno tornare il gusto di stare svegli la notte grazie ai numeri del CodyNationRoss, del solito grand'Ortiz, dell'intoccabile Pedey e di un potente Mike-Aviles.
La terza vittoria fresca fresca, che ci ha tenuti svegli fino alle 05:45, ci ha regalato la solita "cagarella" finale, grazie alla sofferta chiusura del nono inning con i Twins che decedono a basi piene.

Stay Positive. Per forza.

di Roberto Mantovani

Nella foto, Cody Ross è impegnato nel box di battuta con la casacca dei Boston Red Sox (Photo by Hannah Foslien/Getty Images per Espn.com).