L'INTERA SEATTLE SI COMMUOVE CON LA STORIA DELLA FAMIGLIA SMERER


Mentre il match ha raggiunto il quinto inning e vede Seattle sotto nel punteggio per 2 a 0, il momento per Smerer è finalmente arrivato. Accompagnato dalla mascotte dei Mariners (il cui nome è Moose, alce), aspetta il conto alla rovescia intonato dallo speaker dello stadio e parte dall'esterno destro, incitato da tutto il pubblico del Safeco Field. Corre veloce ed arriva subito alla meta, cercando di raccogliere la base. Ci riesce, la prende tra le mani ma fa solamente pochi passi quando viene fermato da un arbitro spuntato fuori all'improvviso. Il ragazzo si gira e lo guarda con aria sorpresa, interrogandosi sul perchè di tale gesto. Ma poi ecco che gli occhi di Kyle Smerer si illuminano, brillano di sorpresa. Ha capito che la persona davanti a lui non è un vero arbitro, ma suo padre Steve Smerer, Sergente dell'esercito appena rientrato da una missione in Afaghanistan iniziata lo scorso dicembre. E che nessuno – eccezion fatta la moglie e i suoi nonni, sapeva essere rientrato negli USA.
Padre e figlio si guardano in faccia per qualche secondo con Kyle che, emozionato, pare non credere alla sorpresa organizzata dal genitore. Tutto il pubblico presente allo stadio si alza in piedi ed applaude alla scena mentre i due Smerer raggiungono l'esterno destro, con Steve che viene subito abbracciato dalla figlia sedicenne, anche lei ignara dell'avvenimento. Tutta la famiglia è commossa e anche alcuni spettatori lo sono. La serata che il piccolo Kyle aveva immaginato fantastica era diventata in un colpo solo memorabile. E non perchè era riuscito nel prendere la base e a portarla indietro, ma perchè aveva riabbracciato il proprio padre che non vedeva da tempo.
di Daniele Mattioli