ICHIRO PASSA AGLI YANKEES: ULTIMA CHIAMATA PER VINCERE L'ANELLO
Può capitare che un tifoso di una squadra ammiri le gesta sportive di un campione di un altro team, sperando che questo fuoriclasse possa un giorno indossare la maglia dei propri beniamini, ma invano. Poi all’improvviso, quando il sogno sembrava ormai irrealizzabile, in maniera del tutto inaspettata, eccolo: quel campione ora fa parte della sua squadra del cuore.
Ho sempre nutrito una smodata ammirazione per Ichiro Suzuki da quando l’ho visto all’opera nel campionato professionistico giapponese nel 1995 nelle fila degli Orix BlueWave di Osaka. Ho continuato a seguire le sue eccellenti performance con la casacca dei Mariners e ora che lo ritrovo a braccetto con Jeter, Canò, Texeira, CC Sabathia, A-Rod, Granderson e tutti gli altri Bronx Bombers mi sembra un miracolo. Qualcuno potrà obiettare – e non senza un minimo di condivisibile ragionevolezza – che Ichiro è approdato a New York ormai alla soglia dei 39 anni (li compirà il prossimo 22 ottobre) e quindi non proprio nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali. Sacrosanto. Il punto chiave, però, è un altro: quale contributo sarà in grado di fornire agli Yankees questo grande fuoriclasse a fine carriera?
A parte il piacere di vedere Ichiro in pinstripes, credo che l’ex esterno destro dei Mariners possa esprimersi ancora a grandi livelli, soprattutto nella franchigia più titolata della MLB. Come dire: il palcoscenico giusto per una stella.
L’improvviso passaggio di Ichiro agli Yankees – in cambio di un paio di giovani lanciatori destri delle Minors, D.J. Mitchell and Danny Farquhar – ha coinciso con l’ultimo di una serie infinita di infortuni che sta duramente condizionando il campionato di New York, quello dell’esterno sinistro Brett Gardner, che rimarrà fuori tutta la stagione per un’operazione al gomito (a cui si è appena aggiunta la mano fratturata di A-Rod che ne avrà per 6-8 settimane). Ichiro, perciò, affiancherà Granderson e Swisher nell’outfield, anche se lo scorso lunedì ha debuttato a destra, in quella che è stata la sua casa negli ultimi 11 anni e mezzo: il Safeco Field.
Alla sua prima apparizione al piatto con la maglia degli Yankees al terzo inning, i quasi 30.000 del ballpark di Seattle gli hanno tributato una standing ovation, alla quale Ichiro ha risposto togliendosi il caschetto e inchinandosi all’orientale in segno di grande rispetto e gratitudine verso i suoi (ex) tifosi, gli stessi che lo hanno incitato e osannato per ben 1.844 partite. Il fuoriclasse nipponico ha poi messo a segno una valida e rubato una base, tanto per ribadire – se ce ne fosse stato ancora bisogno – la sua grande professionalità, contribuendo alla vittoria finale del suo nuovo team per 4 a 1.
«Sono passato da una squadra con il maggior numero di sconfitte a una con il maggior numero di vittorie, perciò è stata dura tenere a bada le emozioni», ha ammesso Ichiro, che ha scelto di indossare la casacca numero 31 invece del suo celebre 51, appartenuto tra i Bronx Bombers a Bernie Williams, ritiratosi nel 2006.
Nella sua strepitosa carriera in MLB con i Mariners – 10 volte All-Star, 10 Gold Glove, 3 Silver Slugger, Rookie of the Year e MVP dell’American League nel 2001, 10 stagioni consecutive con almeno 200 valide e media battuta sopra i .300 – il fuoriclasse giapponese è stato quasi sempre lead-off e non ha mai battuto oltre la 3a posizione. Negli Yankees, invece, dovrà accontentarsi del 7° posto nel line-up. Joe Girardi, infatti, ha dichiarato di preferire di mantenere Derek Jeter come lead-off e di considerare il resto del line-up ormai molto rodato.
Le attuali statistiche in battuta di Ichiro, d’altronde, non sono più all’altezza dei suoi primi straordinari dieci anni in MLB: .261 contro .331 di AVG e .288 contro .376 di OBP. Ma la sua grande precisione nell’indirizzare le palle negli spazi tra gli interni è ancora limpida.
La scommessa fatta dal management dei Bronx Bombers è di quelle azzardate, potrebbe rivelarsi un flop, ma come si fa a non correre il rischio con i campioni dalla classe cristallina come Ichiro?
di Fabio Massi
Nella foto, Ichiro rende omaggio ai suoi ex tifosi al Safeco Field di Seattle (Otto Greule Jr/Getty Images per Espn.com).
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Ho sempre nutrito una smodata ammirazione per Ichiro Suzuki da quando l’ho visto all’opera nel campionato professionistico giapponese nel 1995 nelle fila degli Orix BlueWave di Osaka. Ho continuato a seguire le sue eccellenti performance con la casacca dei Mariners e ora che lo ritrovo a braccetto con Jeter, Canò, Texeira, CC Sabathia, A-Rod, Granderson e tutti gli altri Bronx Bombers mi sembra un miracolo. Qualcuno potrà obiettare – e non senza un minimo di condivisibile ragionevolezza – che Ichiro è approdato a New York ormai alla soglia dei 39 anni (li compirà il prossimo 22 ottobre) e quindi non proprio nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali. Sacrosanto. Il punto chiave, però, è un altro: quale contributo sarà in grado di fornire agli Yankees questo grande fuoriclasse a fine carriera?
A parte il piacere di vedere Ichiro in pinstripes, credo che l’ex esterno destro dei Mariners possa esprimersi ancora a grandi livelli, soprattutto nella franchigia più titolata della MLB. Come dire: il palcoscenico giusto per una stella.
L’improvviso passaggio di Ichiro agli Yankees – in cambio di un paio di giovani lanciatori destri delle Minors, D.J. Mitchell and Danny Farquhar – ha coinciso con l’ultimo di una serie infinita di infortuni che sta duramente condizionando il campionato di New York, quello dell’esterno sinistro Brett Gardner, che rimarrà fuori tutta la stagione per un’operazione al gomito (a cui si è appena aggiunta la mano fratturata di A-Rod che ne avrà per 6-8 settimane). Ichiro, perciò, affiancherà Granderson e Swisher nell’outfield, anche se lo scorso lunedì ha debuttato a destra, in quella che è stata la sua casa negli ultimi 11 anni e mezzo: il Safeco Field.
Alla sua prima apparizione al piatto con la maglia degli Yankees al terzo inning, i quasi 30.000 del ballpark di Seattle gli hanno tributato una standing ovation, alla quale Ichiro ha risposto togliendosi il caschetto e inchinandosi all’orientale in segno di grande rispetto e gratitudine verso i suoi (ex) tifosi, gli stessi che lo hanno incitato e osannato per ben 1.844 partite. Il fuoriclasse nipponico ha poi messo a segno una valida e rubato una base, tanto per ribadire – se ce ne fosse stato ancora bisogno – la sua grande professionalità, contribuendo alla vittoria finale del suo nuovo team per 4 a 1.
«Sono passato da una squadra con il maggior numero di sconfitte a una con il maggior numero di vittorie, perciò è stata dura tenere a bada le emozioni», ha ammesso Ichiro, che ha scelto di indossare la casacca numero 31 invece del suo celebre 51, appartenuto tra i Bronx Bombers a Bernie Williams, ritiratosi nel 2006.
Nella sua strepitosa carriera in MLB con i Mariners – 10 volte All-Star, 10 Gold Glove, 3 Silver Slugger, Rookie of the Year e MVP dell’American League nel 2001, 10 stagioni consecutive con almeno 200 valide e media battuta sopra i .300 – il fuoriclasse giapponese è stato quasi sempre lead-off e non ha mai battuto oltre la 3a posizione. Negli Yankees, invece, dovrà accontentarsi del 7° posto nel line-up. Joe Girardi, infatti, ha dichiarato di preferire di mantenere Derek Jeter come lead-off e di considerare il resto del line-up ormai molto rodato.
Le attuali statistiche in battuta di Ichiro, d’altronde, non sono più all’altezza dei suoi primi straordinari dieci anni in MLB: .261 contro .331 di AVG e .288 contro .376 di OBP. Ma la sua grande precisione nell’indirizzare le palle negli spazi tra gli interni è ancora limpida.
La scommessa fatta dal management dei Bronx Bombers è di quelle azzardate, potrebbe rivelarsi un flop, ma come si fa a non correre il rischio con i campioni dalla classe cristallina come Ichiro?
di Fabio Massi
Nella foto, Ichiro rende omaggio ai suoi ex tifosi al Safeco Field di Seattle (Otto Greule Jr/Getty Images per Espn.com).
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