I SAN FRANCISCO GIANTS SONO IN CADUTA LIBERA
In settimane come questa un tifoso desidera solo una cosa: voltarsi e andare a avanti, senza guardare mai indietro a ciò che è successo. Basta citare una statistica per capire a cosa mi riferisco. In sei partite giocate contro Toronto e Colorado i Giants hanno subìto 52 punti. Si, avete capito bene, 52 punti in sei match, 8.6 di media, e un record di cinque sconfitte e una sola vittoria. Dimenticavo di dire che il totale dei punti segnati è stato di 26.
L’articolo potrebbe anche finire qua, perché c’è veramente poco da aggiungere, ma è forse meglio andare con ordine.
Al termine di dieci partite consecutive a San Francisco è arrivato il momento di giocare fuori casa, e così martedì si prende il volo diretto a Toronto per una serie da due. I Blue Jays sono la squadra del discusso ex del match, quel Melky Cabrera che tanto bene aveva fatto ai Giants l’anno scorso, ma che fu squalificato a metà agosto per esser stato trovato positivo al testosterone. Ricordiamo che non giocò nemmeno la post season con San Francisco, e sappiamo tutti come è andata a finire. In ogni caso, in occasione della serie contro i Blue Jays i Giants cosa decidono di fare? Ovvio, dare l’anello a Cabrera, che risponde con cinque valide, quattro punti segnati e due RBI. “È stato bello, Giants. Addio.” sembrava dire silenziosamente Melky.
La serie va male, ovvio. 10-6 e 11-3 i risultati delle due partite, entrambe vinte da Toronto.
Si vola in gran fretta a Denver, per una serie da quattro contro Colorado. Il risultato, come avrete capito, è stato sconcertante nonostante la serie fosse iniziata bene, con la vittoria dei Giants per 8-6, ma da quel momento è stato un completo disastro. Gli errori difensivi sono stati il fattore in negativo della serie: 9 errori in quattro partite per una squadra che fa della difesa la sua miglior arma sono davvero troppi. Colorado domina e San Francisco perde.
La sfortuna non è mai troppa, e nel ritorno a casa, nella prima partita della serie contro Washington accade che Vogelsong si frattura la mano destra. Operazione in vista e recupero che durerà almeno sei settimane. Di male in peggio, adesso c’è l’esigenza di trovare in fretta un sostituto (forse Gaudin), cosa in ogni caso non facile, perché i partenti non abbondano.
Obiettivo: riprendersi.
di Angelo Cappa (su Twitter @TyrionK)
Nella foto, Hunter Pence e Brett Pill durante la partita contro Colorado del 17 Maggio 2013. (AP Photo/Jack Dempsey da Espn.com).
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Al termine di dieci partite consecutive a San Francisco è arrivato il momento di giocare fuori casa, e così martedì si prende il volo diretto a Toronto per una serie da due. I Blue Jays sono la squadra del discusso ex del match, quel Melky Cabrera che tanto bene aveva fatto ai Giants l’anno scorso, ma che fu squalificato a metà agosto per esser stato trovato positivo al testosterone. Ricordiamo che non giocò nemmeno la post season con San Francisco, e sappiamo tutti come è andata a finire. In ogni caso, in occasione della serie contro i Blue Jays i Giants cosa decidono di fare? Ovvio, dare l’anello a Cabrera, che risponde con cinque valide, quattro punti segnati e due RBI. “È stato bello, Giants. Addio.” sembrava dire silenziosamente Melky.
La serie va male, ovvio. 10-6 e 11-3 i risultati delle due partite, entrambe vinte da Toronto.
Si vola in gran fretta a Denver, per una serie da quattro contro Colorado. Il risultato, come avrete capito, è stato sconcertante nonostante la serie fosse iniziata bene, con la vittoria dei Giants per 8-6, ma da quel momento è stato un completo disastro. Gli errori difensivi sono stati il fattore in negativo della serie: 9 errori in quattro partite per una squadra che fa della difesa la sua miglior arma sono davvero troppi. Colorado domina e San Francisco perde.
La sfortuna non è mai troppa, e nel ritorno a casa, nella prima partita della serie contro Washington accade che Vogelsong si frattura la mano destra. Operazione in vista e recupero che durerà almeno sei settimane. Di male in peggio, adesso c’è l’esigenza di trovare in fretta un sostituto (forse Gaudin), cosa in ogni caso non facile, perché i partenti non abbondano.
Obiettivo: riprendersi.
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Nella foto, Hunter Pence e Brett Pill durante la partita contro Colorado del 17 Maggio 2013. (AP Photo/Jack Dempsey da Espn.com).
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