CONTINUANO GLI SCANDALI PER IL DOPING NELLA MAJOR LEAGUE


Tutto è legato ad una clinica in Florida, a Miami, in cui un dottore, tale Anthony Bosch, ha somministrato sostanze dopanti a diversi sportivi. Tra questi ci sono anche giocatori della Major League Baseball. Alex Rodriguez, appunto, ma anche Melky Cabrera (sospeso per 50 partite l’anno scorso), Nelson Cruz, Bartolo Colon e Yasmani Grandal.
I files sequestrati alla clinica dimostrano come Rodriguez abbia fatto uso di testosterone, di ormone della crescita e altre sostanze farmacologiche vietate dal regolamento della MLB. Inutile stare a dire di come A-Rod stia negando tutto, così come hanno già fatto Roger Clemens e Barry Bonds, ma questa volta, provare la propria innocenza sarà davvero difficile, con tante prove a testimoniare la colpevolezza dei giocatori.
Alex Rodriguez ha inviato una dichiarazione a Joel Sherman, giornalista del New York Post: “Le notizie riportate di una relazione tra Alex Rodriguez e Anthony Bosch non sono vere. Alex Rodriguez non è stato un paziente del dottor Bosch, non ha mai subìto trattamenti da lui, nè ha mai ricevuto consigli da lui. I presunti documenti in riferimento a questa storia - almeno quelli lagati ad Alex Rodriguez - non sono reali.”
Il dottor Bosch ha spesso utilizzato termini come “Boss” o “Cacique”, ma anche “Alex R.”, “A-Rod” o addirittura “Alex Rod”. Le prove al momento sembrano schiaccianti, nonostante le parole del terza base di New York.
Gli Yankees al momento sembrano decisi a voler ridurre l’oneroso contratto di Rodriguez in caso di una squalifica, per liberare spazio salariale, ovviamente, e per poter entrare sul mercato qualora servisse. Ricordiamo come ci siano ancora 114 milioni di dollari nel contratto del giocatore degli Yankees.
Recentemente un’altra star della MLB è stata collegata alla clinica di Miami. Ryan Braun, esterno all star dei Milwaukee Brewers era già stato accusato di aver utilizzato sostanze dopanti due anni fa, ma non era stato punito per mancanza di prove. Ad oggi, però, il nome di Braun è saltato fuori nella lista dei contatti del dottor Bosch per dei pagamenti effettuati alla clinica.
Il giocatore dei Brewers si è subito difeso dicendo di aver pagato Bosch per la consulenza fornitagli l’anno scorso, quando Braun riuscì ad evitare le 50 partite di squalifica. “Non ho nulla da nascondere” ha dischiarto Braun.
Insomma, le domande e i dubbi restano ancora aperti a qualsiasi esito, probabilmente servirà tempo per trovare delle risposte certe, ma non c’è dubbio che l’obiettivo della MLB sia quello di punire sempre i colpevoli.
di Angelo Cappa
Nella foto, Alex Rodriguez durante una partita contro i Detroit Tigers giocata il 14 ottobre 2012. (Elsa/Getty Images per Espn.com).
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