Quando il tuo closer si chiama Zack Britton, e questo Zack Britton lancia per 67 inning, durante la regular season, eliminando 74 battitori e concedendo la miseria di 38 valide; quando la media punti guadagnati sul lanciatore, e questo lanciatore si chiama Zach Britton, è di 0,53 – la più bassa media PGL nella storia del baseball MLB con questo numero di riprese nel braccio...
Quando dall’inizio di maggio, in cin-quat-ta-set-te inning, il tuo closer – e il tuo closer si chiama Zach Britton – concede un solo punto, per una media PGL di 0,16.
Quando hai la possibilità di vedere un tuo rilievo - e non è un rilievo qualunque, si chiama Zach Britton! – vincere il CY Young Award, un evento capitato solo nove volte nella storia del baseball.
Quando sai tutto questo, ti chiami Buck Showalter e guidi i Baltimore Orioles.

Hai 60 anni, non sei di primo pelo, hai iniziato nel dugout dello Yankee Stadium nel 1992 e hai vinto per tre volte il titolo di manager dell’anno dell’American League.
MA
SE
…con corridori in prima e in terza, un eliminato, parte bassa dell’undicesimo inning della partita di Wild Card a Toronto, contro i Blue Jays, si presenta nel box di battuta il leader dell’American League per punti battuti a casa, il signor Edwin Encarnation, e tu, Buck Showalter, ti fai una camminata sul monte di lancio per decidere che no, in una situazione del genere Zach Britton non va messo in campo, allora dopo, subito dopo, può’ succedere questo:


Laddove sarà caduta la pallina, in quel punto potrebbe essersi conclusa l’esperienza al timone degli Orioles di William Nathaniel “Buck” Showalter III.

It’s the same old story: perchè chi di bullpen può ferire, e non lo fa, allora di bullpen può perire.

di Andrea Comotti


Nella foto, un primo piano del manager degli Orioles durante la sfida contro Toronto (da Twitter).