“L'importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”. Sono passati decenni e decenni, quasi un secolo, da quando il famoso Pierre de Frédy (barone di Coubertin) ha pronunciato queste parole passate alla storia. Termini che legati assieme evocano un valore che non tramonterà mai.

Vil denaro. Ad ogni modo lo sport è cambiato molto rispetto a quell'epoca ed ora in pochi si accontentano della mera partecipazione. Soprattutto perché attorno alle varie discipline ruotano tanti, tantissimi soldi. Anche nel baseball. Anche in Italia. E quando manca pochissimo al via dei play off dell'Italian Baseball League difficilmente una sola delle quattro contendenti al titolo, potrà dichiararsi pienamente contenta di averci provato una volta scesa dalla giostra Scudetto. La delusione della sconfitta resta sempre, e bisogna solo cercare di essere abbastanza signorili, senza macchiare l'uscita di scena con cadute di stile.

Equilibrio. C'è da dire che la formula del round robin ci mette ampiamente del suo per far inferocire le sconfitte, mettendo a dura prova gli animi magari pacifici delle squadre. Il tutto senza contare che quest'anno T&A San Marino, Bologna, Rimini e Nettuno possono giocarsela praticamente alla pari. Infatti nel corso della regular season, in periodi comunque differenti, il poker di compagini che hanno staccato il pass per i play off si sono equivalse. Ecco perché questo girone di semifinale non deluderà le aspettative regalando a tifosi ed appassionati del gran bel baseball. Da evidenziare come ognuna delle partecipanti alla post season possa condire l'esperienza del round robin con motivazioni interessanti, possibile benzina per gli atleti che incroceranno le loro mazze.

Bologna. La squadra rivelazione della regular season che si è appena conclusa è l'Unipol. Nel caso dei felsinei la dirigenza fortitudina ha compiuto un capolavoro da applausi, soprattutto nella composizione del roster attuale. Gli emiliani sono una formazione che può vincere il tricolore ora. Inoltre la presenza di tantissimi giovani talentuosi e di valore permette a Marco Nanni di progettare non solo il presente ma anche un futuro da vincenti. Tratteggiare uno scenario simile ad inizio stagione sarebbe stato azzardato ma alla fine la società ha fatto ricredere tutti. Spetterà a Matos, Sato, Ermini, Infante e Liverziani traghettare il gruppo nelle agitate acque del round robin.

T&A. I sammarinesi vogliono dimostrare di essere i migliori. E vincendo ci riuscirebbero senza lasciare dubbi. E sarebbe un'impresa più unica che rara. Prima di tutto perché sono una dozzina di stagioni che una squadra della lega italiana non vince il campionato per due anni consecutivi. Poi bisogna considerare che i campioni d'Europa hanno subito un notevole restyling dopo gli addii di Granato, Vasquez e Bonilla. Senza dimenticare la perdita di Pantaleoni per infortunio e quell'infermeria che non ha mai smesso di affollarsi dall'inizio dell'anno. E lo Scudetto sarebbe la classica ciliegina sulla torta: tenerlo ben cucito sulle casacche consacrerebbe un lavoro di mercato pregevole, svolto anche in prospettiva futura, portato avanti dalla coppia d'oro composta da Alberto Antolini e Mauro Mazzotti. Due che dove vanno, vincono.

Rimini. In riva all'Adriatico lo Scudetto manca dal 2006. Troppo tempo. E' per questo che il presidente Rino Zangheri ha allestito un organico che potenzialmente è il migliore dell'IBL. I Pirati sono solidi sul monte, incisivi in attacco, ed esprimono un buon baseball anche in difesa. Ed il merito, oltre che ai giocatori, va ad uno staff tecnico sempre elogiato e citato da ogni atleta neroarancio. Sintomo che c'è sintonia tra tutte le componenti della società romagnola, è cioè fra spogliatoio, allenatori e dirigenza. E non è un fattore di poco conto. Anzi, sono basi importanti sulle quali poggiano interi campionati ed i successi più belli. Rimini deve vincere perché glielo impone la sua storia costellata di trionfi. Non può conoscere un risultato diverso. Lo sanno tutti in via Monaco. L'ampia presenza di riminesi doc nel gruppo, che conoscono il peso ed il prestigio della divisa per cui sudano, potrebbe essere determinante e fungere da traino per tutti gli altri.

Nettuno. Nonostante l'annata sia stata caratterizzata da addii improvvisi, che apparentemente hanno ridimensionato le ambizioni dei laziali, la Danesi c'è e punterà a vincere il titolo. Tutte le vicende che ha visto come protagonisti la squadra romana non hanno fatto che altro esaltare la caratteristica più affascinante del gruppo in questione: stringersi, unirsi e compattarsi nell'affrontare le difficoltà ed i momenti negativi. In campo tutto questo fa sempre la differenza. E ai nettunesi non mancano lanciatori e mazze produttive.

di Matteo Petrucci


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