In genere le connessioni fra pallacanestro e Baseball, a parte l'assonanza dei nomi, sono veramente poche. Può capitare che un giocatore di NBA passi in MLB, come successo per Michael Jordan; leggenda dei Chicago Bulls che nel 1994 lasciato il basket, tentò l'avventura nel baseball con non esaltanti risultati nei Birmingham Barons franchigia dei Chicago White Sox.

O può accadere, come in questo caso, che due squadre di uno sport diametralmente opposto raggiungano in un certo senso il medesimo traguardo.

Succede così che, nella serata del 23 Marzo, i Miami Heat di Lebron James e Dwayne Wade ottengano la vittoria numero 25 di fila, sconfiggendo i Detroit Pistons 103 a 89, e ricalcando la celebre striscia vincente degli Oakland Athletics, che nel 2002 mise in fila 20 vittorie grazie a quel magico fuoricampo all'ultimo inning di Scott Hatteberg, stabilendo un record che dura tutt'oggi.

In virtù di questa analogia, alcuni ex giocatori di quegli A's del 2002 sono stati interpellati per dire la loro sull'ottimo risultato ottenuto da una squadra che può vantare oltre che su un terzetto stellare con LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh, anche su importanti veterani come Udonis Haslem, Chris Andersen e Shane Battier, uno degli autori della splendida rimonta di 27 punti con cui Miami ha avuto ragione di Cleveland per 98 a 95 qualche giorno fa.

"Ci sono certe cose che accadono nel corso di una striscia di vittorie, che ti fanno capire che il tuo appuntamento col destino è arrivato" ha detto l'ex esterno degli A's Eric Byrnes. "Come mercoledì notte, ad esempio. Miami era sotto di 27 punti, ma hanno comunque trovato la forza di reagire e di andare miracolosamente in vantaggio."

"Mi ricordo che quando eravamo al campo in quei giorni pensavamo che non avremmo più perso"ricorda l'ex seconda base Mark Ellis ora ai Dodgers.

Dopo la vittoria dei Miami Heat, LeBron James ha dichiarato che "in quel momento non avevo in mente la striscia di vittorie raggiunta fin lì, ma solo che non volevo perdere quella partita". Ed il lanciatore Barry Zito, altro superstite di quel 2002 ne ha condiviso il medesimo sentimento.

"Cerchi di non pensarci" ha detto infatti Zito. "Perchè quando sei là fuori e pensi solo ad un record e voler vincere a tutti i costi una partita per questo, puntualmente la perdi. Allora in quell'anno noi pensavamo solo a scendere in campo e a divertirci, il resto è venuto da se".

"A quel tempo gli Oakland Athletics non avevano mai avuto una grossa risonanza a livello nazionale" ha detto ancora Byrnes. "In nessun modo potevamo arrivare alla copertina di Sport Center. Ma all'improvviso, quando arrivammo a vincerne più di dieci sfide di fila, finimmo sul microscopio della stampa nazionale ed ogni notte i media si preoccupavano di cosa facevamo in campo. E questo ci spronava molto all'interno dello spogliatoio, e pensavamo di conquistare le copertine anche oggi'".

"Non credo di essere mai stato tanto nervoso nella mia carriera, come in quel periodo, perchè non volevo essere la persona che con una giocata sbagliata avrebbe rovinato la striscia" ha aggiunto Byrnes. "Non ricordo di aver mai giocato in un campo esterno tanto infuocato in quanto a timore di sbagliare".

Ed in fine ha concluso: "Se mi guardo indietro, posso dire che è stato uno dei momenti più divertenti della mia carriera. É stata una di quelle cose magiche del baseball di cui sono felice di aver fatto parte".

di Michele Acacia (su Twitter @ItalianBaseball)


Nella foto, due grandi protagonisti delle rispettive serie vincenti: Lebron James per i Miami Heat e Scott Hatteberg per gli Oakalnd Athletics (da GreenCollar.it, il sito del nostro Michele Acacia dove vengono raccontate le geste degli A'S, squadra per la quale fa il tifo).

Diventa Fan del sito Grandeslam.net su Facebook e Twitter!!

css css