Nella Motor City, si respira una brutta aria, e poco centra la zona industriale di Detroit. Stiamo infatti parlando dei Tigers e di una crisi che sembra non avere fine ormai da due anni.
Noi di Grandeslam.net abbiamo provato a fare un excursus sui fatti che probabilmente hanno segnato le ultime stagioni di fallimenti.

Partiamo dall’anno di grazia 2012, Miguel Cabrera ottiene la Triple Crown (miglior media battuta, miglior fuoricampista e colpitore di punti battuta a casa); Scherzer, Verlander e Fister sono intoccabili sul monte mentre Prince Fielder che batte come un fabbro. Il risultato?  Apparizione alle World Series poi perse contro i Giants, vabbè anno pari, poco da fare obbiettivamente, chiedere a Kansas e Texas per ulteriori informazioni.

Bene il 2012 che probabilmente ha segnato la massima vetta raggiunta dalla squadra ha segnato l’inizio del declino dei Tigers, infatti nel 2013, ancora playoff, ancora campioni dell’American League Central (saranno 4 di fila i titoli divisionali conseguiti nel 2011-2012-2013-2014) ma vengono però eliminati dai Boston Red Sox in sei gare nelle finali di conference, mentre nel 2014, fuori addirittura al primo turno dei playoff umiliati con un perentorio 3-0 dai Baltimora Orioles.

Ora cosa è cambiato dalla finale persa del 2012 ad oggi?

Ipotesi numero 1) Miguel Cabrera realizza uno storico Triple Crown, ma in un eccesso di riconoscenza, gli si offre un contratto di 10 anni a circa 300 milioni, risultato che a quasi 33 anni Cabrera decide che forse il Michigan è il posto giusto per iniziare a svernare.

Ipotesi numero 2) Justin Verlande, CY Young nel 2011 e stagione da 2.64 di media nel 2012, viene ricompensato nel 2013 con 6 anni a 165 milioni. Il risultato è lo stesso di Cabrera con annessi problemi fisici che lo costringono a saltare gran parte della stagione 2014 e 2015 per mai tornare sui suoi livelli ripresa l’attività agonistica.

Ipotesi numero 3) Forse l’unico da rifirmare ovvero, Max Scherzer (2 No Hitter la scorsa stagione e 20 strike out in una singola partita quest’anno), si è accasato a Washington lo scorso anno e la sua assenza si è fatta notare in quanto i suoi sostituti al momento non sono neanche lontanamente al suo livello. Una rotazione che ha perso il suo trio delle meraviglie al momento arranca e non se ne vede la via d’uscita con una Minor League decisamente non adeguata a livello pitcher.

Ipotesi numero 4) Continuare a offrire contratti giganteschi a giocatori normali, credendo che le prestazioni si adeguino al contratto offerto non rende, ma i soldi sono dei Tigers e lungi da noi l’idea di intrometterci.

Ipotesi numero 5) Fornire la squadra di un bullpen non sarebbe una cattiva idea. Al momento infatti quello attuale risulta non pervenuto, e il record negativo (16 vittorie - 21 sconfitte) e gran parte merito loro e dei maledetti inning finali nei quali le mazze degli avversari di Detroit diventano di abnormi.

Conclusione?

Probabilmente non esiste una causa predominante sulle altre, ma una serie di scelte manageriali sbagliate sono costate ai Tigers tanto in termini di risultati, e molto di più in termini economici. Uscire dai contratti albatros di Cabrera, Verlander, Upton, Martinez, Sanchez e Kinsler non sarà facile e potrebbero costare molte stagioni mediocri alle tigri del Michigan.

Soluzione?

Probabilmente l’unica soluzione è la speranza che certi giocatori cambino rendimento, e che come detto prima la squadra decida di investire nel bullpen per tornare per lo meno a competere in una comunque American League Central di livello.

di Antonello Pignataro

Nella foto, la delusione dal volto di Justin Upton dei Tigers (Gail Burton - AP da Freep.com).