Nella puntata di oggi parliamo di hockey su ghiaccio, sport incluso nel programma olimpico (invernale) fin dalle prime edizioni, diffuso principalmente nei paesi "nordici" o comunque caratterizzati da inverni rigidi.

Gli storici fanno risalire le origini del gioco agli ultimi anni del 1800, in Canada, paese che viene considerato la culla dell'hockey. Il gioco si diffonde in seguito negli Stati Uniti, e viene esportato nei primi anni del '900 in Europa, trovando terreno fertile nei paesi scandinavi, in Europa centrale ed orientale, paesi in cui era facile trovare piste ghiacciate anche in ambiente esterni.

Nel 1917 nasce la National Hockey League, la lega professionistica nordamericana che include squadre canadesi e statunitensi. Ad oggi è il campionato di maggior livello tecnico ed economico al mondo ed una delle quattro grandi leghe sportive americane (insieme a MLB, NBA ed NFL).

Nel 1920 il gioco viene incluso nel programma olimpico e nel 1930 viene organizzato il primo campionato mondiale.
Il torneo olimpico e quello mondiale (che si disputa ogni anno) hanno una storia simile, il Canada domina nei primi decenni del secolo con squadre di dilettanti, segue poi un lungo periodo caratterizzato dalle vittorie dell'Unione Sovietica tra anni '50 ed anni '80, mentre con l'apertura ai professionisti della NHL (da Nagano 1998 la NHL ferma il campionato durante le Olimpiadi) entrano più frequentemente nell'elenco dei vincitori anche Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca e Stati Uniti.

Attualmente sono questi i paesi leader del movimento hockeystico mondiale, dove si disputano i campionati di maggior livello tecnico e budget economico, insieme a Svizzera e Germania.

Veniamo adesso alle cifre, purtroppo i contratti per i diritti televisivi non sono pubblici ed i dati non sono divulgati. I media stranieri però pubblicano budget e dati sull'affluenza spettatori che sono comunque indicativi, tenendo presente che in Canada, Svezia, Finlandia, Russia e Svizzera l'hockey è il primo sport nazionale.

La NHL rimane ancora il primo campionato in tutto e per tutto, i più ricchi sono i Toronto Maple Leafs, il cui budget nel 2012 era di 187 milioni di dollari con un monte stipendi di 66 milioni (nella NHL c'è il salary-cap), mentre i più "poveri" sono i New York Islanders con un budget di 62 milioni di dollari (e 52 milioni di monte stipendi), la media spettatori è circa 17.000 presenze a partita.

In Russia nel 2008 il vecchio campionato è stato sostituito dalla Kontinental Hockey League, che ricalca nella struttura le leghe professionistiche americane. L'obiettivo dichiarato è costruire una lega europea con l'espansione ad ovest. Attualmente il torneo annovera 21 squadre russe, ed una squadra a testa da Bielorussia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Kazakistan ed Ucraina. Nel 2014 entrerà anche una squadra finlandese, mentre sono in corso trattative con franchigie di Svezia, Germania e Svizzera. Era stato stipulato un accordo anche con l'Hockey Milano Rossoblu, ma problemi finanziari hanno rimandato tutto a data da destinarsi.

E' considerata la seconda lega al mondo, e le cifre lo dimostrano: l'AK Bars Kazan ha speso nel 2012/2013 ben 24 milioni di euro per il monte ingaggi, la squadra più "povera" è il Metallurg Novokuznetsk che ha speso solo 3 milioni, un top player può guadagnare fino a 5 milioni di euro a stagione.

La KHL ha ovviamente una solida base di fans. La Dinamo Minsk è seguita da oltre 14.000 spettatori nella nuovissima Minsk Arena, mentre 11.900 tifosi seguono le partite casalinghe del SKA San Pietroburgo; la Slovan Bratislava è la squadra che ha tratto più vantaggio dall'ingresso nella nuova lega, arrivando ad una media di 9.900  spettatori, registrando quasi sempre il tutto esaurito (nel campionato slovacco si fermava a 5.900 spettatori), ed il "povero" Metallurg viene seguito da più di 4.000 tifosi, mentre la media della lega si attesta sui 6.100 spettatori a partita.

Segue la NLA Svizzera, il campionato con la maggiore media spettatori dopo la NHL, trascinato dallo SC Berna che fa registrare nelle partite casalinghe alla Postfinance Arena l'incredibile media di 16.330 spettatori (maggiore di un terzo delle squadre NHL). La media del campionato è di 6.620 spettatori ed i budget (monte ingaggi + spese di gestione) delle 12 squadre vanno dai 28 milioni di Berna ai 7,4 milioni di Biel.

Seguono la Eliserien (Svezia) e la SM Liiga (Finlandia) che hanno medie spettatori tra le 5.000 e 6.000 unità, ed un budget medio per squadra di circa 6 milioni di euro.

La Germania è un discorso a parte, la lega (DEL) è nelle prime tre d'Europa come media spettatori (6.172) e tre squadre (Eisbaren Berlin, Adler Mannhein e Kolner Haie) superano le 10.000 presenze nelle partite casalinghe, ma il budget medio dei team è di 5 milioni di euro, mentre Berlino e Mannhein superano di poco il 7 milioni.
In Germania però l'hockey rimane uno sport secondario, il calcio ovviamente la fa da padrone e diritti televisivi e sponsor risentono di questa situazione.

Dietro ci sono le leghe ceca, austriaca e slovacca con medie spettatori  che vanno dalle 5.000 alle 2.000 unità, e budget medi dai 4 ai 2 milioni di euro. Seguono Norvegia, Gran Bretagna, Francia, Polonia ed Italia.

A livello di competizioni europee la storia è un po' travagliata, nel corso degli anni la federazione internazionale ha promosso numerose volte la creazione di un torneo a livello europeo, spesso scontrandosi con problemi economici o incomprensioni con le federazioni nazionali.
I tornei precedenti sono stati dominati dalle formazioni sovietiche o russe, con incursioni svedesi e finalndesi a fine anni '90, oggi però non esiste una Coppa Europea che raccoglie i migliori club del continente, anche se è in fase di lancio la nuova "Champions Hockey League" che dovrebbe partire nel settembre 2014 (ma senza squadre della KHL).

Il campionato italiano nasce nel 1924 e per circa 30 anni vede succedersi nell'albo d'oro le squadre milanesi, dopo le Olimpiadi di Cortina d'Ampezzo del 1956 la scena viene presa proprio dalla squadra della località sciistica, il Cortina vince ben 14 titoli in 19 stagioni.
Gli anni '80 vedono l'ascesa delle squadre altoatesine (Bolzano e Gardena) in generale di tutto il movimento, l'hockey vive in quegli anni la sua epoca d'oro, ed i club riescono ad ingaggiare alcuni giocatori di livello internazionale.
Sul finire degli anni '90 il movimento vive una grossa crisi ed un rapido declino, molte realtà scompaiono o si ridimensionano.

Nel 2000 entra nel mondo dell'hockey l'imprenditore Alvise Di Canossa che rileva il Saima Milano e crea i Vipers, squadra che vincerà ben 5 campionati consecutivi grazie a grossi investimenti in termini di budget e risorse umane.
Nel 2006 (l'anno delle Olimpiadi di Torino) nasce la lega hockey e Di Canossa ne assume la presidenza, ma due anni più tardi i Milano Vipers chiudono ogni attività tra lo stupore generale. Le motivazioni sono spiegate dallo stesso presidente in un comunicato stampa dove sostanzialmente afferma che la chiusura è dovuta al mancato salto di qualità dell'hockey italiano, allarme peraltro già lanciato in precedenti dichiarazioni.
Il campionato tuttavia prosegue con Bolzano ed Asiago che si dividono gli scudetti degli ultimi anni, ma nel 2013 arriva una svolta imprevista, Bolzano "emigra" in EBEL il massimo campionato austriaco che vede anche la partecipazione di squadre slovene ed ungheresi.
Lega e federazione approvano la decisione del Bolzano, mentre le 5 società iscritte alla serie A2 (tutte locate in Trentino Alto Adige) parteciperanno alla INL, di fatto la seconda serie della EBEL, una scissione probabilmente mai vista nello sport italiano.

La nazionale non ha mai raggiunto risultati di prestigio, attualmente è al 17esimo posto del ranking mondiale, ed ha sempre fatto la spola tra prima e seconda divisione (nell'hockey ci sono le fasce di merito). Il miglior risultato è un quarto posto ottenuto nel lontano 1953.

di Davide Bertoncini


Nella foto, il giocatore della nazionale Christian Borgatello durante una partita (Pattis/Sportnews.bz).