I COMPUTER DELL'AT&T PARK SI RIBELLANO AI GIANTS. LA SETTIMANA DI SAN FRANCISCO TRA PIOGGIA E CONFUSIONE
Sei sconfitte che potevano anche essere sette, con un Giove Pluvio che ha salvato i Giants almeno per una sera. Reds e Dodgers, serie importanti e partite perse male con tanta confusione in campo. Questa è la storia della settimana appena trascorsa in casa Giants.
I Dodgers, fino a pochissimo tempo fa in caduta libera, adesso sono secondi in classifica, pronti a far un balzo per issarsi in prima posizione; i Giants, al contrario, continuano la loro lenta camminata verso la fine della stagione in penultima posizione.
La cosa più positiva di questi giorni è che sta finalmente per arrivare l’All Star Game, ci potremo godere un bel giorno di festa con Scutaro, Bumgarner e Posey. I ragazzi avranno qualche giorno per ricaricare le batterie, Bochy per cercare di trovare una soluzione al dramma del 2013.
La confusione, al momento, è talmente alta che nel match di sabato contro i Dodgers, il nostro Buster Posey è andato al box di battuta per due volte consecutive. Lo confesso, è una cosa che non ho mai visto in un campo da baseball. In realtà il problema era legato al nuovo sistema computerizzato presente negli spogliatoi dell’AT&T Park (cosa che ovviamente hanno deciso di cambiare tra un match e in un altro).
“I’m third everywhere, the clubhouse, scoreboard...” queste le parole di Posey, ma per gli arbitri e i Dodgers lui doveva battere quarto, ed è così che dopo la valida di Buster arrivano le proteste di Mattingly. Posey viene eliminato, e adesso cosa succede? Ovvio, torna di nuovo alla battuta e viene eliminato, con un 0 su 1 che viene dato automaticamente a Sandoval (terzo nel lineup) che non ha nemmeno messo il caschetto.
Confusione totale. Questi sono i Giants. È frustrante, lasciatemelo dire.
Ma la ciliegina sulla torta arriva lunedì, nella prima gara della serie contro i Mets. Partita programmata per le 7.15 ora di San Francisco, 10.15 di NYC e 4.15 italiane. La mattina del giorno dopo, appena sveglio, decido come sempre di controllare il risultato, ma questa volta è diverso, i ragazzi sono ancora in campo! Possibile? Si, era il sedicesimo inning di un’odissea lunga cinque ore, a San Francisco è quasi l’1 del mattino. Nonostante la gran fatica decidiamo di buttare tutto al vero e perdere per 3-4. Ma guardiamo il lato positivo, se si fosse arrivati al diciassettesimo inning avrebbe lanciato Zito, sconvolgendo la rotazione per il giorno successivo.
La magra consolazione di un tifoso più confuso degli schermi dello spogliatoio dei Giants.
di Angelo Cappa
Nella foto, Bruce Bochy discute con l’arbitro Bill Welke durante il match del 3 luglio 2013 a Cincinnati. (Jamie Sabau/Getty Images da Espn.com).
I Dodgers, fino a pochissimo tempo fa in caduta libera, adesso sono secondi in classifica, pronti a far un balzo per issarsi in prima posizione; i Giants, al contrario, continuano la loro lenta camminata verso la fine della stagione in penultima posizione.
La cosa più positiva di questi giorni è che sta finalmente per arrivare l’All Star Game, ci potremo godere un bel giorno di festa con Scutaro, Bumgarner e Posey. I ragazzi avranno qualche giorno per ricaricare le batterie, Bochy per cercare di trovare una soluzione al dramma del 2013.
La confusione, al momento, è talmente alta che nel match di sabato contro i Dodgers, il nostro Buster Posey è andato al box di battuta per due volte consecutive. Lo confesso, è una cosa che non ho mai visto in un campo da baseball. In realtà il problema era legato al nuovo sistema computerizzato presente negli spogliatoi dell’AT&T Park (cosa che ovviamente hanno deciso di cambiare tra un match e in un altro).
“I’m third everywhere, the clubhouse, scoreboard...” queste le parole di Posey, ma per gli arbitri e i Dodgers lui doveva battere quarto, ed è così che dopo la valida di Buster arrivano le proteste di Mattingly. Posey viene eliminato, e adesso cosa succede? Ovvio, torna di nuovo alla battuta e viene eliminato, con un 0 su 1 che viene dato automaticamente a Sandoval (terzo nel lineup) che non ha nemmeno messo il caschetto.
Confusione totale. Questi sono i Giants. È frustrante, lasciatemelo dire.
Ma la ciliegina sulla torta arriva lunedì, nella prima gara della serie contro i Mets. Partita programmata per le 7.15 ora di San Francisco, 10.15 di NYC e 4.15 italiane. La mattina del giorno dopo, appena sveglio, decido come sempre di controllare il risultato, ma questa volta è diverso, i ragazzi sono ancora in campo! Possibile? Si, era il sedicesimo inning di un’odissea lunga cinque ore, a San Francisco è quasi l’1 del mattino. Nonostante la gran fatica decidiamo di buttare tutto al vero e perdere per 3-4. Ma guardiamo il lato positivo, se si fosse arrivati al diciassettesimo inning avrebbe lanciato Zito, sconvolgendo la rotazione per il giorno successivo.
La magra consolazione di un tifoso più confuso degli schermi dello spogliatoio dei Giants.
di Angelo Cappa
Nella foto, Bruce Bochy discute con l’arbitro Bill Welke durante il match del 3 luglio 2013 a Cincinnati. (Jamie Sabau/Getty Images da Espn.com).