NEL SUO PRIMO ANNO A CASTENASO, SUBITO TRASCINATORE DELLA SQUADRA: ECCO A VOI MASSIMILIANO GERI
Si dice che un giocatore quando cambia squadra ci metta del tempo prima di ambientarsi al meglio e di rendere al top delle sue capacità. Questo detto è valido il più delle volte, non sempre. Quando infatti leggi la storia di Massimiliano Geri, infatti, capisci che a volte le eccezioni ci sono e sono molto positive. Dopo essere arrivato a Bologna in questa stagione, il pitcher del Castenaso è diventato subito uno dei punti di forza della squadra, grazie alle sue vittorie e alla sua esperienza mostrata in campo in più di una occasione. E non a caso, dopo aver sfiorato il titolo nazionale perso alla quinta gara contro il Riccione, è arrivata la convocazione con la casacca della Fortitudo Bologna per la Finale di Coppa Italia contro il Nettuno dove, tra le altre cose, ha anche esordito. E proprio con Massimiliano Geri riviviamo questo suo splendido 2011, parlando anche della sua carriera e dei due eventi che si stanno disputando in questi giorni: il Mondiale 2011 e i Playoff della Major League.
DANIELE MATTIOLI: Ciao Massi e benvenuto sul sito Grandeslam. Iniziamo la nostra intervista partendo dalla fine di questa annata, con la tua convocazione in Coppa Italia con la casacca della Fortitudo Bologna e il tuo successivo esordio proprio nella Finalissima della manifestazione. Cosa hai pensato quando ti hanno comunicato che eri tra i giocatori scelti per la trasferta di Nettuno?
MASSIMILIANO GERI: Beh, ovviamente dire che ero contento mi sembra scontato. Sapevo che il monte di lancio della Fortitudo aveva risentito negli ultimi tempi di qualche perdita, a partire dall’infortunio di Barbaresi e di Pugliese i quali stavano bene ma comunque in fase di recupero graduale, per questo anche se non avevo avuto ufficialmente la chiamata ho seguito il mio programma di allenamento includendo qualche extra proprio in funzione di una eventuale convocazione; dovevo farmi trovare pronto fisicamente visto che giusto il venerdì precedente avevo lanciato in Gara 4 delle Italian Baseball Series di IBL2D. Diciamo che è stata una “prevedibile bella sorpresa”!
DANIELE MATTIOLI: Del tuo esordio in maglia biancoblù invece cosa ricordi?
MASSIMILIANO GERI: Ricordo tutto. Avevo già fatto il debutto l’anno scorso con la maglia del BBC Grosseto, proprio in Coppa Italia, sempre a Nettuno ed è stato indimenticabile per me. Fin da piccolo, ho sognato di giocare in A1/IBL1D ed esserci riuscito per 2 inning, nel “Derby del Tirreno”, con Ruggero Bagialemani come manager (che ho visto giocare al mondiale del 1998, che avevo solo 13 anni!) è stato da farsela addosso.
Quando è successo di nuovo il 13 Settembre 2011 questa volta in maglia Fortitudo, non credevo che sarebbe stato ancora più emozionante; e lo è stato per vari motivi: era la finale di Coppa Italia, Il Nettuno era appena uscito dalla finale scudetto, e questo ha fatto sì che sugli spalti ci fossero 1200 persone, cosa che personalmente non mi era mai capitata! Dietro di me avevo la squadra Campione D’Europa Che cosa potevo desiderare ancora?! Solo 3 giorni prima ero a giocare la mia prima finale scudetto di IBL2D e dopo ero ad una finale di Coppa Italia di IBL1D: è’ stato emozionante…e per quelli come me, che vengono da realtà dove il baseball ha raramente toccato il massimo livello, queste esperienze valgono ancora di più E’ stata la ciliegina sulla torta.
DANIELE MATTIOLI: Continuiamo il nostro percorso a ritroso di questa stagione 2011 parlando della splendida annata del Castenaso conclusasi in gara cinque delle Finali Scudetto di IBL2 contro il Riccione. Cosa è mancato alla squadra per vincere il titolo? Hai e avete qualche rimpianto?
MASSIMILIANO GERI: Quando arrivi a Gara 5 dopo che hai rimontato da un 2-0 ci credi, e ci credi fino all’ultimo out. Non credo che si possano chiamarli “rimpianti”, personalmente almeno non ne ho: mi sono presentato a Bologna con l’intendo di vincere, e sono arrivato in finale. Per quanto riguarda la squadra noi abbiamo battuto 11 valide, loro 12. Noi abbiamo fatto 4 strike out, loro 5. Abbiamo concesso 6 basi ball, loro 4. Abbiamo giocato alla pari, abbiamo giocato un buon baseball e non ci possiamo assolutamente lamentare guardando indietro. Loro hanno fatto meglio e meno peggio. Forse un rilievo in più ci avrebbe fatto comodo, sicuramente. Poi è sempre una partita di baseball, certe volte si vince e certe volte si perde…perché tanto quando arrivi a Gara 5 non piove mai (ride NDI)!
DANIELE MATTIOLI: In ogni caso si può dire che la vostra sia stata un'annata molto positiva, come testimoniato dalla vittoria della Regular Season. Se dovessi fare una tua top three personale di questo 2011 con il Castenaso, cosa scegliersti?
MASSIMILIANO GERI: Sicuramente uno di questi sarebbe gara 2 del 15 Maggio in trasferta contro i miei ex compagni del Grosseto: 8°, 9° e 10° inning sotto il diluvio. Abbiamo vinto alla 10° ripresa ed è stata una vittoria di carattere: personalmente sentivo molto la partita, è per quello che inizialmente ho rischiato di perderla io. Ma dopo volevo a tutti i costi portarmi a casa quella vittoria per motivi personali, e con l’aiuto di una difesa che ha fatto veramente le magie, ci siamo riusciti.
Al secondo posto ci metto Gara 2 delle Semifinali contro il Senago United: ho fatto un Complete Game che ha permesso di risparmiare lanciatori per Gara 3, e quello era l’obiettivo che mi ero prefissato durante la settimana: lanciare il più possibile durante la partita. Poi a facilitarmi il lavoro ci hanno pensato i ragazzi con il guanto e la mazza…hanno fatto solo 21 valide e 26 punti per far finire la partita al 7° inning!
Al terzo posto metto sicuramente Gara 4 delle Italian Baseball Series di IBL2D a Castenaso: fuori c’erano tutte le persone che ho incontrato durante questa esperienza che facevano il tifo per noi, e ci meritavamo di arrivare in finale e lo sapevamo.
DANIELE MATTIOLI: A proposito di annata, questa è la tua prima a Bologna, dopo quella con la Franchigia del Grosseto. Quali differenze hai trovato tra le due squadre?
MASSIMILIANO GERI: Sicuramente la gestione e l’ambiente, e spesso il malessere dell’una si ripercuote sull’altro, proprio come nel caso del BBC. A Grosseto ho avuto l’opportunità di trovarmi a contatto con giocatori storici del calibro di Vic Luciani ed Emiliano Ginanneschi, ed ho avuto il piacere di allenarmi e di giocare a fianco di Riccardo DeSantis, Lino Luciani, Chris Cooper, Yovani D’Amico e Junior Oberto. Tutti mi hanno dato sempre una mano e massima disponibilità, nonostante fossero in un momento difficile della loro carriera perché, come poi abbiamo visto, la loro società aveva problemi alla radice molto grossi ; ed è per questo che li ho sempre ringraziati personalmente, ma purtroppo nella franchigia non si respirava aria buona. Qui a Bologna è stato fin dal primo giorno tutto diverso. Sono venuto a Dicembre a fare un provino per la franchigia di Bologna ed fin dal mio ingresso al campo di Casteldebole tutto era professionale: c’era Marco Nanni in divisa con tutte le statistiche ed i dati su di me, Henry Mella che mi avrebbe fatto da bullpen catcher, e una serie di figure a me sconosciute che più tardi avrei conosciuto e che erano Massimo Bassi Andreasi e Gabriele Samorè. Quando poi ho iniziato a venire con la squadra a fare allenamento mi sono sentito subito accettato da tutti, in più ho avuto occasione di ritrovare amici come Marco Sabbatani e Daniele Malengo con i quali avevo giocato nel Livorno in anni passati. Per quanto riguarda il Castenaso, loro sanno come mi sono sentito insieme a loro. Ho trovato nuovi amici, sono stato accettato in un gruppo di giocatori già avviato, alcuni di loro con esperienze di massima serie, e tutti mi hanno accolto fin da subito, ed è questo che mi ha colpito: la voglia che avevamo di stare insieme sia sul campo che fuori; ed è quello che ci ha portato in finale. Era la mia prima esperienza fuori dopo 19 anni nel Livorno, e di solito ero io uno di quelli che cercava di far “integrare” il ragazzo che veniva da fuori. Essermi trovato dall’altra parte mi ha fatto un bell’effetto e posso dirti che a Castenaso mi sono sentito veramente come a casa.
DANIELE MATTIOLI: Per concludere il discorso relativo al baseball italiano, la stagione 2011 caratterizzato dal dominio del San Marino, in Italia e in Europa.
MASSIMILIANO GERI: San Marino aveva una squadra di All Star. Non poteva non arrivare in finale sia in Italia che in Coppa dei Campioni. Non dico di vincere, ma di arrivare alle due finali. Il San Marino è stata per forza di cose una squadra dominante, tanti talenti, tanti veterani, e tanti fuori classe tutti insieme…”tante stelle tutte insieme, non brillano” spesso, infatti alle Italian Baseball Series sono arrivati fino a Gara 7 prima di vincere.
D’altro canto il Nettuno era una squadra piena di giovani con molta voglia di giocare, di fare bene ed in grado di farlo, questo sicuramente ha premiato la squadra di Ruggero Bagialemani che si è meritata di arrivare dove è arrivata.
DANIELE MATTIOLI: Dall'Italia ci spostiamo a Panama dove la nazionale italiana sta giocando il Mondiale 2011. Cosa ti aspetti da questa squadra in questa competizione e nelle prossime stagioni?
MASSIMILIANO GERI: Non so bene cosa aspettarmi: abbiamo visto un’ottima Italia che ha vinto contro Australia, Nicaragua, e Germania e che ha perso contro la Repubblica Dominicana, prima di incappare in due sconfitte contro due squadre blasonate come Cuba e Corea del Sud. Ora affrontiamo il Venezuela. Speriamo di vincere e di passare il turno. Sarebbe un grandissimo risultato.
DANIELE MATTIOLI: Si parla di World Cup 2011 ed è lecito chiederti un parere su quale squadra vincerà il Titolo Mondiale.
MASSIMILIANO GERI: Vorrei poter dire Italia, ma sono realista…credo che forse quest’anno vedremo un campione inedito: Cuba (sorride NDI).
DANIELE MATTIOLI: Da Panama agli USA, dove sono in corso i Playoff 2011, il salto è brevissimo. Quale squadra vedi meglio per la vittoria finale? Chi sarà il giocatore chiave secondo te?
MASSIMILIANO GERI: Vedevo bene Yankees e Rays e il fatto che siano andate fuori mi è dispiaciuto, anche perché Longoria era riuscito a caricare a mille la squadra nelle ultime partite. Da una parte Texas è una bella squadra, e Ian Kinsler sta facendo grandi cose; dall'altra sia Milwaukee che St. Louis sono formazioni piene di talenti: Chris Carpenter e Rafael Furcal per i Cardinals, e Yuniesky Betancourt, Ryan Braun e K-Rod hanno fatto grandi cose nelle Division Series, sopratutto in Gara 5.
DANIELE MATTIOLI: Da questa stagione, la Major League è anche sinonimo di Italia grazie anche al nostro Alex Liddi che con la divisa dei Seattle Mariners sta facendo ottime cose. Un commento su di lui e una curiosità: la notte del suo esordio, eri davanti alla televisione a fare il tifo?
MASSIMILIANO GERI: Ho avuto la fortuna di conoscere Alex e di diventarne amico subito dopo che aveva firmato, perciò l’ho sempre seguito fin dagli inizi.
La sera del suo esordio ero sul mio iPhone nell’appartamento della Fortitudo mentre guardavo la partita ed ovviamente facevo il tifo! La sera della sua prima valida, non te lo sto neanche a raccontare, sono dovuto andare a svegliare Mark Castellitto (mio compagno di casa) per fargli vedere il replay. Finalmente qualcuno ce l’aveva fatta: quando ero piccolo io potevo vedere le rare partite di baseball in televisione che andavano in onda su TELE+ al tempo, tramite amici che settimane dopo mi prestavano la video cassetta, e potevo sognare la Major League tramite le figurine del baseball che riuscivo a trovare ai vari tornei in giro per l’Italia o attraverso alcuni allenatori che ce le regalavano.
Quella sera finalmente un ragazzo nato e cresciuto in Italia ce l’aveva fatta, e dopo internet o dopo i vari eventi e strutture che avevano portato uno spiraglio di MLB in Italia, un Italiano era stato chiamato a giocare in MLB. Alex ha realizzato il sogno di tutti i giocatori italiani, ed è una sensazione che nessun americano ha mai provato e mai proverà.
DANIELE MATTIOLI: Tramite la Major League, scopriamo qualche altra curiosità per concludere la nostra intervista. Per quale squadra tifi di MLB? Chi è il tuo giocatore preferito?
MASSIMILIANO GERI: Uhm, difficile rispondere. Sono un gran simpatizzante dei Mets…ma allo stesso tempo sono uno Yankee (ride di nuovo NDI).
Il mio giocatore preferito? Ovviamente ti vado a scomodare i lanciatori anche se ci sono stati e ci sono molti position player che mi hanno colpito, uno tra tutti Ichiro. I miei giocatori preferiti non giocano in MLB, e sono Alessandro Maestri e Fabio Betto. Per quanto riguarda la MLB, C.C. Sabathia è un lanciatore che mi piace molto, ma ce ne sono altri che potrei nominare: Mariano Rivera, Roy Halladay e Johan Santana, ad esempio. Il fatto è che mi piacciono tanti lanciatori della mia generazione, degli anni 90’ per intendersi, e tutti per motivi diversi, solo per nominarne tre: Roger Clemens, Nolan Ryan e Greg Maddux.
DANIELE MATTIOLI: Chi ti ha fatto conoscere il meraviglioso gioco del baseball? Chi era il tuo giocatore preferito da piccolo?
MASSIMILIANO GERI: Ho iniziato a giocare a baseball nel 1991, a 6 anni. Prima i miei genitori mi avevano portato a calcio, ma oltre ad essere negato, mi mettevo a piangere perché nessuno mi passava la palla! Così andai a nuoto: mi mettevo a piangere perché la doccia dopo l’allenamento era troppo fredda! Così a scuola un giorno arrivo un tizio di nome Jesus, un signore venezuelano che veniva per conto del Livorno Baseball Club. Da quel giorno a scuola durante l’ora di Ginnastica giocavamo a Baseball, ed il campo era di fronte alla mia scuola…e noi ci andavamo con la classe a giocare durante l’ora di lezione! A differenza di altre scuole, noi adavamo in campo a vedere come si giocava e la cosa mi piacque da subito. Mi piacque talmente tanto che una settiamana dopo quella “lezione” i miei mi iscrissero!
Crescendo il mio giocatore preferito cambiò varie volte: sono partito con il credere che Willy Mays Hayes del film “Major League: La squadra più scassata della lega” (interpretato da Wesley Snipes) esistesse veramente e che fosse fortissimo, per poi passare per forza di cose ad essere un fan sfegatato degli Indians e con le World Series del 1997 il mio giocatore preferito diventò Kenny Lofton – e ancora non mi spiego come possano aver perso! Ho avuto anche il grande periodo Ken Griffey Jr., quando giocavo esterno, ma il mio giocatore preferito credo che sia Roger Clemens.
DANIELE MATTIOLI: Se dovessi fare una top three della tua carriera sportiva, quale sarebbe?
MASSIMILIANO GERI: A parte il giorno in cui ho iniziato ci sono vari momenti della mia “carriera” (se così vuoi chiamarla) che ritengo tutt’oggi dei momenti chiave per essa: sicuramente ci sono dei personaggi e degli incontri che ho avuto il piacere o il dispiacere di fare durante questi anni, che mi hanno permesso di imparare in ogni circostanza e che mi hanno fatto vedere e capire cosa volevo fare, come volevo diventare e che cosa dovevo fare per diventarlo. A questo proposito, vorrei poter ringraziare Mauro Belfiore, mio manager del Livorno Baseball, Alessandro Maestri, Bill Holmberg che mi ha ospitato in Accademia per 3 anni e che mi ha messo a contatto con realtà diverse dalla mia.
DANIELE MATTIOLI: Una tua grande passione è la collezione di oggetti di baseball, dalle mazze da gioco alle figurine dei giocatori, ovvero la cosiddetta memorabilia. Come ti è nata?
MASSIMILIANO GERI: E’ nata da un allenatore che avevo nei ragazzini, Riccardo Vaccino, il quale ci portava agli allenamenti delle bustine di figurine che metteva in palio durante l’allenamento. Erano delle Fleer e delle Donrunss del 1993, me lo ricordo ancora! Già…adesso ho circa 4000 baseball cards che vanno dal 1983 al 2011, una 10ina di mazze e un sacco di autografi che ho recuperato negli anni scrivendo lettere o incontrando i giocatori sia negli usa che tramite eventi o amici. Posso dire di avere gli autografi di Mike Piazza, Tom La Sorda, Curtis Granderson, Francisco Cervelli, Nolan Ryan, Roger Clemens, Sammy Sosa, Barry Bonds, Omar Vizquel, Lee Smith, Barry Larkin, Stan Musial, Robin Roberts, Bobby Doerr, Kirby Puckett, e molti altri!
DANIELE MATTIOLI: Hai qualche altro hobby? Che genere di film ti piace vedere?
MASSIMILIANO GERI: Mi piacciono molto i film horror, i film di Chaplin e i film fantastici. Ma la mia passione più grande è Michael Jackson…anche questa passione la porto avanti da quando ero piccolo, proprio dal 1991 con l’uscita di Dangerous. Che anno il ’91 oh! (sorride NDI).
DANIELE MATTIOLI: L'ultima domanda riguarda il futuro. Cosa ti aspetti dalla stagione 2012?
MASSIMILIANO GERI: Cosa mi aspetto…ho visto com’è il livello di IBL2D per 2 anni, è un buon livello, ma credo che sia studiato più per un under 21 che per un 26enne. Serve ad una società per crescere il proprio vivaio e per far si che i proprio giocatori recuperino, proprio come il Triple-A delle Minors. La A Federale è sicuramente il livello più alto in Italia subito al di sotto della IBL1D, soprattutto durante la partita dello straniero. E’ un ottimo palcoscenico, il livello è paragonabile alla vecchia A2, ma non ti permette di stare a contatto con la squadra di IBL1D in nessun modo, neanche durante l’allenamento, e personalmente è un aspetto che ritengo molto importante per me.
Non so se sono pronto per giocare in IBL1D, io personalmente credo di no, ma credo di essere pronto ad approcciarmi ad un livello più alto, non per giocare, ma per imparare ciò che ancora mi serve per arrivare lì. Mi è piaciuta l’esperienza che ho fatto quest’anno, sotto tutti i punti di vista. Sicuramente, mi piacerebbe ripeterla e riuscire ad andare avanti.
di Daniele Mattioli
Nelle foto, scattate da Lauro Bassani (PhotoBass.eu), Massimilano Geri lancia contro la Danesi Nettuno in IBL2 e contro l'Hot Sand Macerata nella semifinale Playoff del campionato di IBL: Second Division. Nella foto di mezzo, invece, è assieme al suo migliore amico Livinston Santaniello prima della Finale di Coppa Italia di IBL1 tra la Fortitudo Bologna e la Caffè Danesi Nettuno. In gara 1, Geri è entrato come rilievo esordendo così nella prima squadra bolognese.