ICHIRO SUZUKI E IL SUO ''TRASH TALKING'' IN SPAGNOLO
''C'è un giapponese, sette venezuelani e..''. Sembra l’inizio di una barzelletta e, in effetti, c’e’ da ridere.
Ichiro Sukuki e’ gia’ nella storia del baseball: un veterano da piu’ di 4000 hits in carriera, iniziata in NPB e poi proseguita sull’altra sponda del Pacifico; il detentore del record MLB per numero di valide battute in una singola stagione (262); l’outfielder da 10 Gold Glove consecutivi, potrebbe a pieno titolo lasciare parlare i puri e semplici fatti. Eppure, sembra che il giapponese riuscira’ a farsi ricordare anche per un altro motivo.
Nel 2003, al Comerica Park di Detroit, Ramon Santiago e’ un giovane interno di belle speranze. Ichiro ruba la seconda e alzandosi gli confida, in perfetto spagnolo: “No corro casi”; vale a dire: “Oggi non ho proprio le gambe” (per la cronaca, l’”affaticato” Mariner due lanci dopo rubera’ anche la terza base). Nel corso degli anni, commenti come “muy peligroso”, o “mala mia”, sorprenderanno Victor Martinez, strapperanno un sorriso a Carlos Peña, conquisteranno le simpatie dei latinos in genere; gente che con Ichiro condivide la lontananza da casa, e le relative difficolta’ che essa comporta. Giusto qualche battuta rubata ai compagni di squadra, imparata e subito rivenduta, per rompere il ghiaccio con chi, come lui, non e’ (solo) profeta in patria. E’ talmente benvoluto dalla comunita’ ispanoamericana della MLB che nel 2004 a Houston, i sette venezuelani presenti all All-Star Game gli chiedono di unirsi a loro per la foto commemorativa.
Dicevamo: c’e’ un giapponese, sette venezuelani e… l’inglese? Ichiro preferisce che un interprete lo affianchi durante le interviste, affinche’ possa esprimere il suo pensiero senza i limiti imposti da un idioma che non padroneggia. Eppure, anche nella lingua di Shakespeare, e’ riuscito cogliere nel segno.
Siamo sicuri che lo perdonerete, tifosi dei Royals:
di Andrea Comotti
Nella foto, Ichiro in battuta (allsportsstarz.blogspot.it).
Ichiro Sukuki e’ gia’ nella storia del baseball: un veterano da piu’ di 4000 hits in carriera, iniziata in NPB e poi proseguita sull’altra sponda del Pacifico; il detentore del record MLB per numero di valide battute in una singola stagione (262); l’outfielder da 10 Gold Glove consecutivi, potrebbe a pieno titolo lasciare parlare i puri e semplici fatti. Eppure, sembra che il giapponese riuscira’ a farsi ricordare anche per un altro motivo.
Nel 2003, al Comerica Park di Detroit, Ramon Santiago e’ un giovane interno di belle speranze. Ichiro ruba la seconda e alzandosi gli confida, in perfetto spagnolo: “No corro casi”; vale a dire: “Oggi non ho proprio le gambe” (per la cronaca, l’”affaticato” Mariner due lanci dopo rubera’ anche la terza base). Nel corso degli anni, commenti come “muy peligroso”, o “mala mia”, sorprenderanno Victor Martinez, strapperanno un sorriso a Carlos Peña, conquisteranno le simpatie dei latinos in genere; gente che con Ichiro condivide la lontananza da casa, e le relative difficolta’ che essa comporta. Giusto qualche battuta rubata ai compagni di squadra, imparata e subito rivenduta, per rompere il ghiaccio con chi, come lui, non e’ (solo) profeta in patria. E’ talmente benvoluto dalla comunita’ ispanoamericana della MLB che nel 2004 a Houston, i sette venezuelani presenti all All-Star Game gli chiedono di unirsi a loro per la foto commemorativa.
Dicevamo: c’e’ un giapponese, sette venezuelani e… l’inglese? Ichiro preferisce che un interprete lo affianchi durante le interviste, affinche’ possa esprimere il suo pensiero senza i limiti imposti da un idioma che non padroneggia. Eppure, anche nella lingua di Shakespeare, e’ riuscito cogliere nel segno.
Siamo sicuri che lo perdonerete, tifosi dei Royals:
di Andrea Comotti
Nella foto, Ichiro in battuta (allsportsstarz.blogspot.it).