Biggio, Bichette, Guerrero.

No, non siamo improvvisamente tornati alla fine degli anni ’90. Siamo nel 2020 e questi tre illustri cognomi costituiscono il perno attorno al quale ruoterà il futuro dei Toronto Blue Jays. Figli di due grandi Hall of Famer, Biggio e Guerrero Jr., e di un quattro volte All-Star, Bichette, questi ‘’young guns’’ (67 anni in 3) si preparano ad affrontare la loro seconda stagione in Major League a nord del confine, in quella Toronto che ha terminato il 2019 con 95 sconfitte ma che vuole ritornare grande.

Per farlo ha iniziato una lenta (e dolorosa) ricostruzione, cominciata subito dopo quel magico biennio 2015-16, e che ha visto partire uno alla volta tutti quei protagonisti che erano riusciti a conquistare il cuore di una città intera, anzi, di una nazione. Encarnación, Bautista, Donaldson, Pillar, Stroman per citarne solo alcuni, fino ad arrivare all’ultimo in ordine cronologico, Justin “Smoaky” Smoak. Un paio di annate da dimenticare dunque, più preoccupati a guardare chi partiva rispetto a chi arrivava (o restava). Un fondamentale cambio alla guida della squadra, con i saluti di Gibbons e l’arrivo di Charlie Montoyo nel ruolo di manager. E poi la stagione 2019, l’anno che tutti aspettavano, anzi, 26 aprile 2019, il giorno che tutti aspettavano, l’esordio del figliol prodigo: l’esordio di Vladimir Guerrero Jr.

Nato a Montreal il 16 Marzo del 1999, Vladdy è quindi figlio del paese della Foglia d’Acero, ma non fatevi ingannare, nelle sue vene scorre sangue caraibico, lo stesso del padre Vladimir Guerrero Sr. che all’epoca ha appena cominciato a costruire la propria strada verso Cooperstown a suon di fuoricampo sotto il tetto dello Stade Olympique con la casacca dei compianti Expos.

Vladdy Jr ha incominicato la propria carriera in MLB con addosso una pressione non indifferente visto che gli addetti ai lavori l’hanno definito ormai da anni (fa ridere detto riguardo ad uno che di anni ne ha solo 21 lo so…) la “Next Big Thing” della lega, un “Pure Hitter” di quelli “Once in a Generation”. Alcuni hanno azzardato paragoni con Trout, altri hanno detto che lo swing è la fotocopia di quello del padre: mani velocissime che colpiscono tutto, anche le esterne fuori di 20/30 cm dalla zona di strike e i lanci che finiscono “In the Dirt”. In parte vero, in parte no, infatti il figlio risulta essere un paziente selezionatore di lanci una volta al piatto.

La stagione di Guerrero Junior è stata alla fine un’annata di alti e bassi, ben al di sotto delle aspettative, specialmente per quanto riguarda la fase difensiva, dove è risultato, statistiche alla mano, essere uno dei peggiori terza base del campionato.

Non sono mancati comunque gli highlights: un doppio all’esordio, il primo fuoricampo a San Francisco, le 91 palli spedite oltre la recinzione (record di sempre) all’Home Run Derby, la battaglia con Aroldis Chapman l’11 di Agosto che ha visto il missile cubano avere la meglio solo dopo 13 lanci. Il ragazzo ha talento, su questo siamo tutti d’accordo, bisognerà solo ed esclusivamente avere pazienza per vedere come si evolverà la sua carriera negli anni a venire, sia essa da terza o da prima base, oppure da battitore designato, magari, con meno pressione addosso.

Chi ha invece brillato nell’anno da Rookie sono gli altri due figli d’arte, Cavan Biggio e Bo Bichette. Il primo si è dimostrato essere il più pronto (ad onor del vero è anche il più “anziano” dei tre) fisicamente e mentalmente, tanto che il 17 Settembre ha ben pensato anche di mettere a segno un Cycle (singolo, doppio, triplo, fuoricampo). Bichette, invece, ha stabilito il record in MLB per quanto riguarda le partite consecutive con un doppio: 9. Non male per un ragazzo di 21 anni al suo esordio tra i professionisti.

Ecco, da qui parte l’imminente stagione 2020 dei Jays, da questi tre enfant prodige. Con loro abbiamo tre/quarti dell’infiled che scenderà in campo per la maggior parte delle partite.

Ma come sarà il resto del team?

Per quanto riguarda gli esterni, un punto fisso, almeno ancora per quest’anno, sarà il texano Randal Grichuk che ha guidato Toronto con 31 fuoricampo nell’ultima stagione e che dovrebbe giocare al centro, mentre gli altri due posti potrebbero essere di Lourdes Gurriel Jr. (che può giocare dappertutto) e di Teoscar Hernandez. Altri nomi che potrebbero difendere l’outfield del Rogers Centre sono Jonathan Davis e Billy McKinney. Insomma, un work in progress bello e buono e la sensazione è quella che nessuno tra questi nomi farà parte degli esterni che giocheranno in quei Blue Jays che dovrebbero tornare a competere per qualcosa di importante già dal 2021-22.

E chi lancia? Bene, argomento delicato e complesso.

Se nel 2019 la rotazione non è riuscita ad avere né una costanza né tantomeno una propria identità, specialmente a causa di infortuni importanti come quelli di Shoemaker e Borucki, per la prossima stagione Atkins e Shapiro hanno fatto una mossa che all’ombra della CN Tower non si vedeva da un po’ di tempo: hanno speso soldi!

Soldi che hanno portato l’acquisto di un grande lanciatore come il sudcoreano Hyun Jin Ryu, ex stella degli LA Dodgers che sarà il fulcro della rotazione. Altre importanti aggiunte sono stati i veterani Tanner Roark e Chase Anderson, assieme al giapponese Shun Yamaguchi che arriva direttamente dalla NPB (Nippon Professional Baseball). Borucki dovrebbe finalmente essere in forma per completare la rotazione, stesso discorso per Shoemaker.

Ci sarà poi una serie di ragazzi che hanno già avuto la loro opportunità e che ne avranno ancora molte per dimostrare che possono stare a questi livelli. Sarà il loro rendimento uno dei fattori che determinerà se Toronto potrà essere una squadra completa e competitiva nel breve termine: Waguespack, Reid-Foley, Kay, Zeuch, Romano su tutti.

Il Farm System dei Blue Jays con ogni probabilità ad un certo punto della stagione consegnerà alla franchigia canadese un altro giovane dal quale ci si aspetta molto: Nate Pearson. Si tratta di un lanciatore di 198 cm per 111 kg con una palla veloce da 102 miglia orarie. Chiedere al nostro Alberto Mineo che ha giocato con lui in batteria diverse partite con le maglie di Dunedin e di New Hampshire cosa lancia il ragazzo.

Insomma, la costruzione di cui parlavamo poco fa è tutt’altro che conclusa, anzi, il cantiere è ancora apertissimo, ma rispetto ad un paio d’anni fa ora ci sono delle certezze, ci sono dei nomi che in linea di massima dovrebbero risuonare per diversi anni all’interno del Rogers Centre.

Sicuramente giocare in una Division difficile e competitiva come la American League East, contro colossi come Yankees e Red Sox, è sì un grande ostacolo ma al tempo stesso anche un grandissimo stimolo a fare meglio ogni giorno.

L’obiettivo è quello di crescere gradualmente per i prossimi due anni, provare a vincere 75/78 partite nel 2020 per portarsi poi in zona .500 nel 2021.
Le prestazioni sul monte di lancio ed il contributo quotidiano degli Average Players saranno l’ago della bilancia di una squadra che, nonostante ancora lontana dal competere, pare avere le idee chiare su quello che vuole fare da grande.

di Alberto Milani


Nella foto, Cavan Biggio e Vladimir Guerrero Jr insieme (Fred Thornhill - The Canadian Press).