KYLE KENDRICK NON E’ PIU’ UN GIOCATORE DEI PHILADELPHIA PHILLIES
Kyle Kendrick scende dal monte di lancio di Citizens Bank Park e sale su quello di Coors Field, avendo raggiunto un accordo di un anno coi Colorado Rockies per un ingaggio pari a 5,5 milioni di dollari.
Cresciuto nell’organizzazione di Philadelphia, Kendrick compie il grande salto approdando in MLB nel 2007. Il 2008 è già l’anno dell’anello (conseguito nonostante non figuri nel roster di postseason) ma dopo, è incappato in momenti ''più bassi che alti".
Nel 2009 viene rispedito nelle Minors, per costruire un bagaglio di lanci attorno al proprio sinker; efficace, ma anche prevedibile se lanciato con insistenza, come fa Kyle. Di ritorno in MLB, non lascia il segno. Chiude la propria esperienza di 8 stagioni ai Phillies con un record di 74 vinte, 68 perse e una media PGL di 4.42 ottenuta in 226 partite. Chase Utley, Ryan Howard, Carlos Ruiz e Cole Hamels: ormai rimangono in 4, nella Città dell’Amore Fraterno, a ricordare la cavalcata verso le World Series di sette anni fa.
Kendrick approda a Denver, e la Mile High City (1609 metri sul livello del mare) non è esattamente un paradiso per i lanciatori. Nei suoi vent’anni di vita, la franchigia del Colorado ha sempre pagato per l’inconsistenza del proprio monte di lancio, motivo per il quale non è mai stata un’accreditata aspirante al titolo. Kyle è reduce da una stagione non esaltante (4,61 di media PGL e 25 HR concessi), ma porta esperienza a un pitching staff molto giovane. Le stelle del monte di lancio, è risaputo, da Coors Field si tengono lontane, ma a Denver non hanno bisogno di pitcher dominanti: si cercano lanciatori che limitino i danni, e sappiano tenere in vita l’attacco; specialisti del sinker che riducano al minimo le fly ball, devastanti a certe altitudini.
Cercano dei Kendrick, insomma, e uno l’hanno trovato.
di Andrea Comotti
Nella foto, Kyle Kendrick con la divisa dei Phillies (dugger1981.wordpress.com).
Cresciuto nell’organizzazione di Philadelphia, Kendrick compie il grande salto approdando in MLB nel 2007. Il 2008 è già l’anno dell’anello (conseguito nonostante non figuri nel roster di postseason) ma dopo, è incappato in momenti ''più bassi che alti".
Nel 2009 viene rispedito nelle Minors, per costruire un bagaglio di lanci attorno al proprio sinker; efficace, ma anche prevedibile se lanciato con insistenza, come fa Kyle. Di ritorno in MLB, non lascia il segno. Chiude la propria esperienza di 8 stagioni ai Phillies con un record di 74 vinte, 68 perse e una media PGL di 4.42 ottenuta in 226 partite. Chase Utley, Ryan Howard, Carlos Ruiz e Cole Hamels: ormai rimangono in 4, nella Città dell’Amore Fraterno, a ricordare la cavalcata verso le World Series di sette anni fa.
Kendrick approda a Denver, e la Mile High City (1609 metri sul livello del mare) non è esattamente un paradiso per i lanciatori. Nei suoi vent’anni di vita, la franchigia del Colorado ha sempre pagato per l’inconsistenza del proprio monte di lancio, motivo per il quale non è mai stata un’accreditata aspirante al titolo. Kyle è reduce da una stagione non esaltante (4,61 di media PGL e 25 HR concessi), ma porta esperienza a un pitching staff molto giovane. Le stelle del monte di lancio, è risaputo, da Coors Field si tengono lontane, ma a Denver non hanno bisogno di pitcher dominanti: si cercano lanciatori che limitino i danni, e sappiano tenere in vita l’attacco; specialisti del sinker che riducano al minimo le fly ball, devastanti a certe altitudini.
Cercano dei Kendrick, insomma, e uno l’hanno trovato.
di Andrea Comotti
Nella foto, Kyle Kendrick con la divisa dei Phillies (dugger1981.wordpress.com).