Le nostre inchieste cominciano con il rugby, sport che viene spesso preso ad esempio nel mondo del baseball.

Il rugby nasce in Inghilterra nel 1823 e la Rugby Football Union (che codificò le regole) nel 1871, il gioco guadagno popolarità nelle isole britanniche, in alcune delle sue colonie ed in Francia.
Proprio queste squadre (Irlanda, Galles, Scozia ed Inghilterra) si organizzano per dare vita ad un torneo annuale, nel 1883 si disputa la prima edizione, nel 1910 si aggiunge la Francia e nasce il "5 Nazioni".
Il gioco arriva in Italia nei primi anni del ventesimo secolo, la federazione italiana rugby nasce nel 1928, e la nazionale disputa in primo incontro ufficiale solo un anno dopo (curiosamente contro la Spagna).
La selezione azzurra fino agli anni 80 è competitiva solo con le nazioni di seconda fascia, le formazioni britanniche e la Francia sono fuori portata, ma la squadra cresce con gli anni e l'esperienza internazionale, il premio è la prima amichevole con una delle "grandi", nel 1983 si gioca a Rovigo Italia-Australia, che termina con la vittoria degli ospiti per 29-7.

Nel 1987 la federazione internazionale (IRB) organizza la prima Coppa del Mondo, su proposta delle federazioni di Australia e Nuova Zelanda; l'esperienza internazionale dell'Italia può crescere e diventare più regolare, tanto che  a metà anni '90 si inizia a parlare di ammissione al 5 Nazioni; contemporaneamente l'IRB sdogana ed approva il professionismo (prima vietato a livello regolamentare), si comincia così a parlare di diritti televisivi ed ingaggi per i giocatori.

Una serie di grandi prestazioni e vittorie permettono all'Italia di essere ammessa al 5 Nazioni a partire dal 2000, e contemporaneamente i migliori giocatori italiani vengono ingaggiati dai club professionistici inglesi e francesi.
L'ingresso nel nuovo 6 nazioni è un importante punto di arrivo per la Federazione, ogni anno l'Italia può ospitare due/tre partite del torneo e soprattutto incassare i diritti televisivi, il nuovo status di nazionale di "prima fascia" permette anche di organizzare partite con le nazionali più forti dell'emisfero sud; da alcuni anni i test match con la Nuova Zelanda riempiono i principali stadi di calcio italiani.
Il cammino dell'Italia nel 6 Nazioni però non è agevole, la squadra chiude all'ultimo posto ben 9 edizioni, e 4 volte con 5 sconfitte.

I diritti televisivi vengono negoziati dalla società organizzatrice del torneo per ogni singola nazione, ed il totale viene diviso tra le partecipanti, nel 2013 Sky non rinnova il contratto per la trasmissione in Italia, la richiesta di 15 milioni di euro viene giudicata troppo alta, ed il torneo verrà trasmesso dall'emittente satellitare in chiaro DMAX (gruppo Discovery) che pare si sia aggiudicata il pacchetto per una cifra al di sotto dei 10 milioni di euro per i prossimi 4 anni (fino al 2017).

Jacques Raynaud, vice presidente esecutivo di Sky Sport (ed ex rugbysta) dichiara in un'intervista a Repubblica, il 29 novembre 2013, che l'offerta fatta era "congrua" per il mercato televisivo italiano, ma soprattutto che "Il vero brand sono gli All Blacks. La gente vuole quelli. Domenica scorsa abbiamo fatto numeri importanti, per il match con l’Irlanda”, aggiungendo sulla Celtic League “Fino a quando le due franchigie rimangono in provincia, è tutto più difficile, cedo che Gavazzi ci stia lavorando da tempo. Ci vuole una franchigia in una grande città: Milano, Roma. Vittorie internazionali, pubblico. Visibilità. Solo così gli azzurri possono crescere, diventare competitivi”.
Cos'è la Celtic League ? Adesso ci arriviamo, ma cominciamo a parlare appunto dei vari tornei nazionali per club, che sono un po' il termometro di un movimento sportivo.

Il rugby nasce in Europa ed i due tornei che si affermano storicamente come seguito e qualità di gioco sono il campionato francese (oggi Top 14) e quello inglese (English Premiership), paesi dove il rugby è secondo solo al calcio.

Il torneo francese assume una fisionomia ed un'organizzazione già dai primi anni di vita, la finale del campionato è un evento che ora ferma tutta la nazione, si gioca allo Stade de France e negli ultimi 10 anni ha sempre superato i 70.000 spettatori, attenzione però, già negli anni '60 per l'epilogo del torneo andavano allo stadio mediamente 30.000 persone!

Il Top 14 ad oggi è il torneo più ricco del mondo e raccoglie i migliori giocatori del globo, essendo un campionato professionistico c'è un ente che certifica i bilanci delle squadre e li pubblica, le cifre sono decisamente alte, il Tolosa (squadra storica) ha un budget di 35 milioni di euro, il neopromosso Oyonnax ben 9 milioni, un top player arriva a guadagnare 600.000 euro l'anno (come Jonathan Sexton ingaggiato recentemente dal Racing Metrò Parigi).
I numeri si spiegano anche vedendo i dati ufficiali del pubblico, presi dal sito della lega : il Tolosa viene seguito nei match casalinghi mediamente da 13.000 spettatori, più della serie B italiana di calcio, mentre l'Oyonnax comunque raggiunge le 8.000 presenze a partita.

La Premiership ha avuto una storia più travagliata ed ha raggiunto solo negli anni '90 una struttura organizzata, ma sta velocemente colmando il gap con i rivali d'oltremanica, uno stipendio di fascia alta si aggira sui 300.000 euro, ma le cifre sono destinate a crescere dopo l'accordo tra la lega e BT Television che ha messo sul piatto ben 200 milioni di euro per i diritti televisivi dei prossimi 4 anni.

Anche qui i dati ufficiali sul pubblico la dicono lunga sul seguito dei club inglesi, le partite giocate a Twickenam (lo stadio della nazionale) fanno sempre il pieno (oltre 60.000 spettatori), i Saracens (squadra londinese) in casa superano sempre le 8.000 presenze, il Gloucester in questa stagione ha portato allo stadio almeno 12.000 spettatori per ogni partita casalinga.

Nel 1995 il rugby europeo vuole alzare il livello e darsi una struttura professionistica, ed organizza la prima edizione della Heineken Cupp, la Champions League della palla ovale, che ogni anno crea spettacolo e soprattutto incassi, nel 2012 la finale disputata a Twickenam tra Leinster (Inghilterra) e Ulster (Irlanda) batte il record del torneo, più di 81.000 presenze sugli spalti.

Nel 2000 nasce anche la Celtic League, un campionato che raccoglie le migliori squadre di Irlanda, Galles e Scozia, che decidono di unire le forze per creare un torneo di alto livello.
Diversi sono i cambiamenti di formula e di squadre partecipanti, ma il torneo cresce di importanza e seguito, per la finale della stagione 2006/2007 accorrono allo stadio Lansdowne Road di Dublino 48.000 spettatori (ad oggi il record), negli ultimi anni però c'è stato un piccolo calo, inoltre guadagni e diritti tv non si avvicinano assolutamente a Francia ed Inghilterra.
Proprio nel 2013 è iniziata una battaglia per la riforma della coppa campioni, per una ripartizione diversa delle partecipazioni al torneo (e di conseguenza dei diritti tv), ad oggi lontana dalla sua conclusione.

In Italia il primo campionato vede la luce nel 1928, e vede crescere la sua popolarità a partire dagli anni '50, addirittura il Parma (vincitore di 3 scudetti in quel decennio) ha la precedenza sulla locale squadra di calcio nell'utilizzo dello stadio Tardini.
Probabilmente tra gli anni '80 e '90 il torneo raggiunge la sua massima espressione, grazie all'arrivo di campioni come il sudafricano Naas Botha, gli australiani Campese e Lynagh ed il neozelandese Kirwan, giocatori paragonabili a Randy Johnson e Cal Ripken Jr. (volendo fare una similitudine baseballistica), la finale del 1989 tra Treviso e Rovigo fa il record di spettatori, ben 18.000 .

Nel 2001 c'è un tentativo di rilancio dopo alcuni anni di declino, che vede la riforma del torneo (a 10 squadre) e la nascita della lega tra le società (la LIRE).
Gli inizi sono incoraggianti le finali del 2006 e 2007 a Monza vedono la presenza di oltre 11.000 persone sugli spalti, la LIRE viene vista come un esempio di lega di società sportive che funziona.

Purtroppo contrasti tra le società portano alla fine della LIRE, e la federazione prende una decisione storica per lo sport italiano, iscrivere due squadre ad un campionato sovranazionale e professionistico, la Celtic League.
Le trattative con la lega celtica vanno a buon fine e dopo una travagliata selezione delle due squadre da iscrivere l'avventura inizia nel 2010, in contemporanea con una nuova ristrutturazione dei campionati.

Mentre l'esperienza Celtic League è da valutare il nuovo campionato ha perso pubblico e spazio sui media, rendendo la situazione di questo sport a due volti, da una parte la nazionale che acquista popolarità, dall'altra il torneo per club che arranca tra mille difficoltà, ovviamente accentuate dalla crisi economica.
Attualmente il campionato di Eccellenza fa discreti numeri in alcune piazze quali Rovigo (2000 spettatori a partita) e Viadana (1300), mentre il resto delle squadre si attesta su una media di 700 presenze a partita.

Il prossimo appuntamento è per la giornata di venerdì 7 febbraio.

di Davide Bertoncini


Nella foto, un momento dell'ultima partita del Sei Nazioni tra Galles e Italia (Michael Steele/Getty Images Europe da Zimbio.com).