MONDIALE UNDER15: LO SPOT PIU' BELLO DEL BASEBALL GIOVANILE
Da poche settimane si è concluso il mondiale di baseball della categoria Under 15, svolto nello stato di Sinaloa, in Messico. La grandezza e riuscita di questa edizione è stata confermata dalla finale tra Cuba e USA.
Le due grandi potenze hanno dato vita ad una bella ed avvincente gara, piena di colpi di scena, botta e risposta ma alla fine ha prevalso la grandezza della squadra cubana, con una vittoria per 6-3.
Oltre alla finale, però, tutto il torneo in se ha regalato dei bei momenti, delle certezze, delle “cartoline” che tutti i protagonisti porteranno a casa con assoluto piacere.
Per primo, organizzare un mondiale giovanile con la partecipazione di 18 nazionali non è un fattore di poco conto. Il movimento mondiale del baseball ha mostrato la sua totale presenza, il suo interesse ed entusiasmo, la voglia di competere. Naturalmente, alcune di queste nazionali hanno pagato dazio poiché erano alla prima esperienza a livello internazionale. Alcune gare sono risultate senza storia, con punteggi fuori dalla normalità, ma credo che comunque il primo pensiero che scorreva in quei ragazzi, a tutti i partecipanti, era un pensiero positivo vista la possibilità che hanno avuto. Ovvero giocare un torneo internazionale giovanile indossando la casacca della propria nazione. Penso che non ci sia cosa più bella quella di poter indossare la maglia con la scritta “Italia”, “Cuba”, “Usa” o “Japan”.
Ricordo che ai tempi in cui ho preso parte a tornei con le nazionali giovanili, ogni volta che ho avuto modo di prenderne parte, Europei, Mondiali o semplici amichevoli, tutto ciò era stupendo, oltremodo avendo la scritta Italia sulla divisa di gioco. Ero orgoglioso di indossarla, era stupendo ed il massimo giocare per l'Italia. Per non parlare quando si cantava l'inno. Momenti di puro brivido!
Già, proprio l'inno. Una delle immagini che è rimasta ben impressa, è stato vedere l'intera squadra argentina cantare il proprio inno. Senza base musicale, ma solamente a voce. Tutti abbracciati, giocatori e staff. Gran bello spirito di appartenenza. Lodevole. Da ammirare anche il loro atteggiamento tenuto in campo, durante lo svolgimento della gara. Un continuo incitamento. Una forza di agonismo puro da far invidia alle squadre più blasonate e non solo!
La fortuna che hanno avuto questi ragazzi dell'U15, ma anche tutti quelli passati nelle vecchie edizioni, che partecipare ad un evento mondiale, rappresentando il proprio paese è stata un'occasione unica si, ma anche un'occasione che ha dato modo loro di responsabilizzarli. Di avere quel giusto atteggiamento da vera squadra nazionale, da vero giocatore di baseball anche se si trattava di ragazzi di 15 anni.
In merito a questo, vedere la disciplina delle squadre asiatiche fa veramente scuola. Ordine, rispetto, silenzio, umiltà, ma anche allegria, fanno parte della loro cultura, del loro costume. Ad esempio, quando si assiste ad una gara in cui gioca la China Taipei, si nota il loro rispetto verso tutto e verso tutti: il rispetto al campo, alla squadra avversaria e all'arbitro. Come vedere le partite giocate sia dal Giappone sia dalla Korea, si notano come gli atleti si preparino alla partita da soli, uniti ed autonomi, con la consapevolezza di cosa andar a fare. Questo dimostra come in quei paesi in primis, la disciplina viene prima di tutto.
Il Mondiale, però, era così ampio in termini di presenza di squadre e giocatori e così variegato che abbiamo potuto ammirare anche quelle squadre che hanno come punto di forza il calore e il mordente molto acceso ed evidente. Caratteristica tipica delle squadre centroamericane o di origine latina. Durante la finale tra Cuba e USA si è potuto riconoscere e constatare il diverso atteggiamento, il portamento e l'attenzione delle due squadre. Da una parte gli americani seri ed attenti al gioco dall'altra i cubani che sembravano di stare in una festa sportiva, quasi in ambiente familiare. Ad ogni loro giocata difensiva, offensiva o meglio, al momento della realizzazione di un punto, l'intero dug out esplodeva letteralmente in cori, incitamenti, abbracci e strette di mano alla massima espressione.
E poi tanto altro, come la freddezza e solidità della squadra tedesca. L'allegria della squadra brasiliana che aveva un mix tra giocatori di origine giapponese con quelli autoctoni. La tranquillità e serietà degli australiani, mai senza fuori posto, sempre volenterosi.
E l'Italia? Dai commenti ricevuti, dalle opinioni lette sui giornali e dalle voci provenienti al di fuori del campo, ci davano come squadra simpatica con i ragazzi sempre sorridenti e sempre entusiasti.
Tutto questo è spettacolo puro. Tutto questo è lo spirito giusto. E' la bellezza dello sport. La bellezza che il baseball sa creare, anche quello giovanile!
Concludendo, ho avuto fortuna di partecipare a queste manifestazioni giovanili, sia prima come atleta sia dopo come preparatore atletico. E devo dire che ogni volta che si ritorna a casa ho un “qualcosa” in più di guadagnato: a livello tecnico, a livello culturale, a livello professionale ma sopratutto a livello umano. Si dice che non si smette mai di crescere, di imparare. Queste esperienze ne sono la conferma.
Spero vivamente, ma ne sono più che convinto, che i 20 ragazzi con cui ho avuto la fortuna e la possibilità di condividere i loro momenti piacevoli, quelli meno, le loro delusioni, amarezze, incertezze, le loro soddisfazioni...siano ritornati con un “tesoretto” tra le mani. Da tenerlo stretto!!!
Naturalmente tutto questo vale ed è stato possibile anche grazie all'aiuto dei colleghi, lo staff che ha sempre supportato, seguito, stimolato ed aiutato questo bel giovane gruppo di ragazzi.
20 simpaticissimi ragazzi che, armati di mazze, guanti, palle ma ancor di più di sana felicità, hanno calcato il miglior palcoscenico mondiale di categoria. Continuate così ragazzi, il futuro è vostro. Divertitevi!
da Sinaloa (Messico), Daniele Santolupo
Nella foto, la nazionale Under 15 impegnata nel torneo (Daniele Santolupo).