Se ti chiami Team USA e da quando è stato introdotto il World Baseball Classic, ormai nel lontano 2006, non hai ancora vinto il titolo un po' di pressione è normale che tu la senta.
Per gli inventori del gioco del gioco infatti i precedenti nel massimo torneo mondiale per nazionali non sono proprio esaltanti: un'eliminazione nella seconda fase nel 2006, una cocente sconfitta in semifinale nel 2009 ed infine una nuova eliminazione precoce nel 2013.

L'obiettivo quindi è cercare finalmente di salire in cima alle vette planetarie del “Batti & Corri” globale.

Per risolvere il problema quindi la Federazione Statunitense, nella figura del CEO Paul Seiler ha deciso di affidarsi ad uno dei “Santoni” del baseball yankee: Jim Leyland.

Proprio lui che qualche stagione or sono aveva deciso di ritirarsi dal diamante, dopo aver coordinato ben quattro franchigie nella Major League. Ma il richiamo della patria e di questa nuova sfida è stato più forte ed alla fine il manager nato in Ohio nel 1944 ha deciso di ritornare in panchina.

Dalle World Series vinte nel 1997 con i Florida Marlins alla casacca degli USA nel 2017, un viaggio lungo vent'anni con intermezzi e precedenti di altissimo livello.

“I dati, le statistiche e lo studio sono importantissimi nel baseball – ha affermato una volta in un'intervista rilasciata ad ESPN – ma io non posso fermarmi a questo. La personalità ed il valore degli uomini che formano un gruppo sono certamente cose altrettanto, se non più, importanti”.

Il Manager da 1769 vittorie in MLB, capace di vincere entrambi i titoli di Conference, e di essere votato tre volte anche “Manager dell'anno”, ha quindi dettato le sue linee guida. Ora starà ai suoi giocatori seguirli per tentare la scalata al titolo.

di Michele Cassano


Nella foto, Jim Leyland in posa con la divisa del manager degli USA (Andrea Melendez The News-Press da USAToday.com).