Si può anche essere grandi e grossi, ma non si può essere immuni dall'emozione di giocare in Major League e di vincere alla tua prima presenza in campo: è una gioia immensa. Solo immaginarla pare una favola, soprattutto se sei un lanciatore e questo Trevor Williams lo sa bene, perché per lui il sogno si è avverato.

A 24 anni Trevor è un rookie dei Pittsburgh Pirates. E' una seconda scelta, la strada è lunga, lui lo sa già. Ma, martedì 30 settembre, la via si è improvvisamente abbreviata e Trevor è stato chiamato sul monte, per dare il suo contributo alla sua squadra.

Pittsburgh affronta i St, Louis Cardinals e la situazione è abbastanza complicata: Pirates 3, Cardinals 2. Alla complicazione iniziale, così come l'ha ereditata Trevor, si aggiunge un errore della difesa che fa arrivare, il primo battitore da lui affrontato, in seconda base.
I Pirates hanno bisogno di una vittoria che manca da otto partite filate. Devono vincere se vogliono continuare a sperare nella Wild Card della National League e quindi in un piazzamento play-off.

Il lanciatore concede un punto agli avversari, ma quella è la sua serata e Williams non vuole perdere quell'occasione; non può farlo. Trevor è molto credente, sa di avere un aiuto in più dal Cielo. A quello deve aggiungere la sua capacità, la tecnica appresa in anni di allenamento e la determinazione.

Ogni volta che ti viene chiesto se puoi fare un lavoro, rispondi, “Certo che posso!” Poi datti da fare e scopri come farlo” (Theodore Roosevelt).

I suoi compagni di squadra sono bravi a recuperare la partita. Williams, rilievo per tre inning, non sbaglia più e, alla fine, la serie di sconfitte dei Pirates è interrotta. La partita finisce sul 4 a 3.
Nel tempo che rimane per finire la regular season, Trevor sa che, in un momento di bisogno, sarà di nuovo chiamato a dare una mano alla sua squadra, magari anche in situazioni difficili come quella che ha affrontato al suo esordio. Lui freddo e preciso sarà sicuramente pronto.

Alla fine di quella partita le emozioni da dividere sono quelle con la famiglia, con la moglie che tiene in braccio il suo bambino addormentato. Il bacio alla sua donna e l'abbraccio lungo ed emozionato con suo padre che gli sussurra “Sono orgoglioso di te” e al quale regala la palla della sua prima partita da protagonista in Major League. Poi di nuovo le attenzioni sono rivolte a suo figlio a cui ha dedicato un commento su Twitter, preoccupandosi del fatto che lui dormisse proprio quando suo padre debuttava e, per di più, non aveva i pantaloni, solo il pannolone e che tutto questo è stato ripreso dalla televisione nazionale. Un piccolo, dolce pensiero. Un sorriso per stemperare l'emozione della serata, nella serenità della famiglia.



di Cristina Pivirotto



Nella foto, il saluto del giocatore alla famiglia (da Pittsburgh Pirates Official Twitter Page).