Si parte.
Noi, loro, essi.
Noi a Detroit contro lo squadrone di Verlander, Fielder, Cabrera e soci, giovedi 5 alle ore 19 nostrane.
Loro (intesi come Yankees) a Tampa contro i Rays venerdi 6 alle ore 21 italiane....
Essi (Alex Liddi e Mariners) ad Oakland contro gli Athletics, venerdi notte, all'una per la precisione.

Perchè dedicare attenzioni anche a "loro ed essi"? Per tre semplici motivi.

Il primo, bisogna proprio ammetterlo, è per cercare di distogliere la mente e lo sguardo dai numerosi problemi ed incognite che attanagliano la squadra di Boston. La fresca mazzata dell'operazione che Bailey dovrà sostenere al pollice, che ci toglierà di mezzo il closer fino alla pausa dell' All-Star è forse l'inizio di una triste ed anonima stagione?

Il secondo motivo è che "loro", i pigiamini, quelli col simbolo che assomiglia a quello dei NY Mets ma disegnato male, "loro", si, proprio gli Yankees, entrano nel bene e nel male nella storia dei Red Sox. Non può esservi una stagione pensata Red Sox, senza il costante raffronto coi cugini Yankees. Non può esistere una classifica dove l'occhio non cada sulle differenze di vittorie tra le due rivali. Deve ancora nascere quel tifoso che subito dopo il risultato della propria squadra non vada immediatamente a cercare la sconfitta dei rivali, sulle pagine del giornale dedicate allo sport.
Ci detestiamo, ci gufiamo, ci sfottiamo, ci rispettiamo (forse), ci cerchiamo, ci combattiamo.
Quindi anche questa stagione nasce col motto che è ben stampato sulla mia T-shirt preferita, quella che indosso nelle grandi occasioni: "I support two Teams: the Red-Sox and whoever beats the Yankees".

Il terzo motivo è dedicato ad essi, cioè alla squadra dei simpatici Mariners di Seattle (simpatici, di certo perchè vincono poco), ma soprattutto al loro (ma più nostro) campioncino Alex Liddi.
Campioncino un corno: questo ragazzo, dopo essere entrato timidamente, la scorsa stagione, nel mondo MLB, si prepara a sfondare definitivamente. Sarà l'orgoglio, la tenacia e la passione di un Italiano chiamato Liddi che ci renderà felici nel sognarlo grande tra i grandi del Baseball americano.
Certo è, che nel paradiso Major League è già sinonimo di successo ESSERCI.... infatti, i nostri media dovrebbero maggiormente sottolineare la presenza di un prodotto Made in Italy nel campionato per eccellenza dello sport per eccellenza.

Ma ritorniamo al titolo della nostra rubrica: si chiama Red Sox Report e viste le premesse non vorrei doverlo cambiare in Red S.O.S. Report. Questo perchè:
- il closer Andrew Bayley, appena comprato per sostituire Paps, che si sgretola subito lasciandoci in braghe di tela!
- al pollice del closer, non si aggiungerà anche l'altro problema del pollice di Josh Bechett ? Non ci voglio pensare.
- la situazione fisica di Youuk Youkilis ci rende già nervosi: regge o non regge? m'ama o non m'ama....? (delirio)
- dov'è quell'altro starter che ci serviva? Doubront, Bard, Aceves... se me ne togli qualcuno dai rilievi automaticamente rimaniamo scoperti nel bullpen. Il classico esempio della coperta troppo corta.
- SS:  Aviles-Iglesias, credo in uno, sogno l'altro. La ragione dice così, la speranza dice colà.
- Cody Ross: uno dei validi motivi che ci terrà svegli intere nottate.
- Pedroia-Ellsbury-Ortiz: altri tre buoni motivi....
- Saltalamachia-Lavarnway-Shoppach: Salty-SI, Lavy-SI, Shoppy-CHI ???
- Proprio non è possibile strappare di dosso la divisa Phillyppata a Papelbon e ridargli quella giusta?
- Ryan Sweeney. Qualcuno gli dica che un esterno come lui è obbligato ad imparare a buttarla fuori ogni tanto... altrimenti a cosa serve ? Se bastava prendere solo qualche palla al volo, potevano prendere me.
- Dice-K (quello buono) dove sei? Ci sei? Avremmo proprio bisogno di te.... (quello buono).

Buon divertimento a tutti.
A noi.
A loro.... (anche no, simpaticamente).
Ad essi.

di Roberto Mantovani

Nella foto, Cody Ross viene festeggiato da Kevin Youkilis (a sinistra) dopo il fuoricampo colpito contro i Tampa Bay Rays nel corso dello Spring Training 2012 (AP Photo/Charles Krupa per ESPN.com).