Le società di Major League, ogni anno, lottano per avere la prima scelta nel draft, in modo da potersi aggiudicare un possibile futuro All Star del baseball mondiale. Nel 2000 i Marlins scelsero Adrian Gonzalez, forte prima base ora ai Dodgers, nel 2001 i Twins scelsero Joe Mauer, ancora a Minnesota ed attuale capitano del team, nel 2003 gli allora Devil Rays (ora solamente Rays), scelsero un battitore di potenza come Delmon Young, nel 2005 i Diamondbacks scelsero il forte esterno Justin Upton, ora ai Tigers, nel 2007 sempre i Devil Rays scelsero David Price, nel 2009 e nel 2010 i Nationals scelsero prima Strasburg e poi Harper…tutti giocatori di fama mondiale e stelle dell’MLB. 

Ma nel 2004 chi fu la prima scelta?

In quell’anno, la prima scelta fu dei San Diego Padres, i quali scelsero Matthew Brian Bush, classe ’86, proveniente dalla Mission Bay High School di San Diego, interbase dalle ottime doti difensive, offensive e dotato di un potente braccio, tanto da essere utilizzato anche come lanciatore. Tutte caratteristiche che permisero all’allora 18enne Bush di ricevere un bonus di 3.15 milioni di dollari per la sola firma del contratto. L’ultimo interbase scelto con la chiamata n.1 al draft risaliva al 1993 con i Mariners che scelsero Alex Rodriguez.

Grandi aspettative per il giovane Matthew, forse troppe per un ragazzo con problemi comportamentali e con una dipendenza dall’alcol iniziata all’età di 11 anni. I primi problemi ci furono subito dopo la firma sul contratto che lo legava al team di San Diego, Bush, infatti, dovette aspettare ad esordire nelle Minors a causa di una sospensione dovuta ad una rissa fuori da un locale in Arizona che lo vedeva coinvolto. La prima stagione termina con una media battuta di .192 ben inferiore al .450 registrato l’anno prima nell’High School. La stagione successiva migliora leggermente con una media battuta di .221 mentre perde tutto il 2006 a causa di un infortunio alla caviglia. Rientra a Maggio del 2007 ma finisce la stagione anzitempo, ad Agosto, a causa di uno strappo al legamento del gomito, termina quindi la stagione con una media battuta di .204 ma la cosa importante è che torna a vestire i panni del lanciatore con ottime medie, 7.2 inning lanciati, 1.17 di ERA e ben 16 eliminazioni al piatto messe a segno. Si sottopone alla Tommy John Surgery che lo terrà fuori per tutto il 2008.

Nel febbraio del 2009 viene ceduto ai Blue Jays, la franchigia canadese, essendo ben consapevole dei problemi comportamentali di Bush, mette in atto una politica di tolleranza zero che porterà al rilascio del giocatore a fine Marzo dopo una festa che aveva visto Matthew protagonista di percosse nei confronti di una ragazza, rea di avergli disegnato in faccia mentre lui era ubriaco. Perde cosi tutto il 2009.

Nel Gennaio 2010 sono i Tampa Bay Rays a dargli un’altra possibilità facendolo giocare nelle Minors dove termina la stagione, solamente come lanciatore, con una ERA di 3.29 in 13.2 inning e con 20 K messi a segno. Potrebbe essere la franchigia giusta quella di Tampa, infatti Bush inizia anche la stagione successiva nelle Minors dei Rays, prima di essere fermato dalla polizia al volante dell’auto di Guyer, suo compagno di squadra, con un tasso alcolemico di 0.18 (più del doppio di quello consentito nello stato della Florida), e dopo aver investito ed aver abbandonato sulla strada senza offrirgli soccorso, un 72 enne motociclista, vivo solamente grazie al casco ma con molteplici danni. Dopo l’ennesima bravata i Rays mettono Bush in restricted list, ovvero la lista dei giocatori che non giocheranno mai più per la franchigia della Florida, e nell’Ottobre dello stesso anno lo rilasciano.

Da quel momento l’ex scelta n.1 del draft del 2004 passa la sua vita in carcere fino allo scorso Ottobre, quando può uscire in libertà vigilata, tenuto sotto controllo tramite un bracciale elettronico posto alla caviglia. Gli anni in carcere, dice Matt, lo hanno cambiato, ha capito tutti gli errori commessi ed è pronto a ripartire da zero. Nei primi 2 anni in carcere si allontana totalmente dal baseball, l’unico contatto che ha, sono le partite in onda il sabato sera nella TV in carcere, ritorna a contatto con il mondo del batti e corri grazie ad una partita di softball a cui è invitato dagli altri carcerati.

Si posiziona esterno destro, per non dare dell’occhio, in fin dei conti sono già 2 anni che non gioca, ma il braccio è sempre lo stesso, e se ne accorge il suo terza base quando vedendo una battuta profonda proprio su Matt, pensa ad un triplo sicuro e non si cura di un possibile rilancio verso di lui, invece, l’ex pitcher dei Rays, raccoglie la palla da contro le recinzioni, e senza pensarci troppo spara verso la terza base una fucilata che prende in pieno il petto del compagno. Dal quel momento TUTTI capisco chi è quel carcerato. Ovviamente diventa una presenza fissa nella squadra di softball, e questo aiuterà il suo braccio a rimanere allenato ed a rinforzarsi.

Quando esce di prigione inizia a lavorare come panettiere presso il Golden Corral, ma spera ancora in una chiamata da parte di qualche franchigia. Non ricevendo nessuna chiamata si mette in contatto con un suo ex coach Roy Silver, il quale lo va a trovare e dopo varie chiacchierate ed allenamenti assieme decide di farlo vedere agli scout dei Rangers. Non potendo muoversi molto, in quanto in libertà vigilata, gli scout texani lo vanno a visionare nel parcheggio vicino alla panetteria, in quanto era il luogo in cui Bush si allenava tutti i giorni con un suo amico di prigione Travis.
Nonostante fosse in tuta e con scarpe da ginnastica, la palla veloce di Matthew si aggira intorno alle 93-95 mph. Se fosse stato per gli scout, Matt avrebbe firmato un nuovo contratto come Rangers in quello stesso parcheggio, ma, giustamente, il GM Jon Daniels, ha voluto pensarci bene, in quanto ben consapevole delle bravate dell’ex Padres.

Dopo un piano di reinserimento nel baseball di Matt, il GM decise di concedergli un’altra chances a patto che il nuovo n.51 della franchigia texana non guidi più, non beva più alcol, presenzi sempre alle sedute degli alcolisti anonimi, viva in hotel insieme al padre che lo dovrà seguire e controllare sempre, che rispetti l’orario del coprifuoco impostogli e che in caso di uno sgarro nelle regole sopra citate i Texas Rangers hanno il diritto di rescindere il contratto con il giocatore. Clausole severe ma che visti i passati di Bush erano dovute, per cercare di reintegrarlo, come la franchigia texana ha già fatto 2 volte con Josh Hamilton, dipendente dall’alcol e dalla cocaina.

Ovviamente Matt è entusiasta di poter rifirmare con una franchigia di MLB e consapevole del duro lavoro che ha da fare per poter vivere in pace con se stesso e con il mondo senza commettere gli errori fatti in passato. Il primo grande passo l’ha dovuto fare questa primavera durante gli allenamenti di Spring Training, dovendo affrontare quella folla di tifosi sempre pronti a chiedere autografi e foto ai loro beniamini all’uscita dagli spogliatoi, il primo dei suoi più grandi problemi all’epoca dei Padres. Essendo infatti cresciuto figlio di un elettricista e di una bidella quando si è trovato con tanti soldi in tasca e con tutta la fama che lo circondava non è stato capace di reggere le pressioni e le attenzioni che una prima scelta ha, e cosi ha sperperato il proprio patrimonio in auto ed alcol.

Questa volta però Matthew è riuscito a rimanere concentrato sul proprio obbiettivo, il riprendersi il posto che gli spettava, sul campo e nella propria vita, e quando lo scorso 13 Maggio ha ricevuto la chiamata in MLB, dovuta anche alla ‘’retrocessione’’ in AAA di Delino DeShields Jr, ha capito di aver la possibilità di mostrare al mondo chi realmente fosse Matthew Brian Bush, non quello delle risse e dell’alcol ma un lanciatore professionista capace di affrontare la parte più forte di un lineup come quello di Toronto (Donaldson-Bautista-Encarnacion) con soli 17 lanci senza subire valide o concedere basi ball, ed uscire dal campo tra le urla di gioia dei tifosi ed i complimenti degli allenatori.

Dopo ben 12 anni tra Minors, scorribande e carcere è finalmente arrivato il momento per la scelta n.1 del draft del 2004 di mostrare il proprio potenziale e farsi ricordare per le proprie gesta sul campo e non fuori.
 
Welcome back Matt, and good luck!

di Mirco Monda


Nella foto, Matt Bush in forza con i Rangers (USATSI - TheBigLead.com).