NONOSTANTE L'ENNESIMA SCONFITTA AI PLAYOFF DEGLI OAKLAND ATHLETICS, IO STO CON BILLY BEANE
Nella nottata appena trascorsa gli Oakland Athletics sono stati eliminati dai Kansas City Royals nella gara secca per la conquista della wild card dell'American League. Quella giocata tra le due squadre è stata una partita ricca di grandi emozioni, con i californiani che sono andati a un passo dalla vittoria in due occasioni prima di essere rimontati e infine sconfitti per mano di una valida di Salvador Perez nel corso del 12° inning.
Al termine dell'incontro, durato quasi quattro ore, gran parte delle critiche per la sconfitta degli A's sono state rivolte nei confronti di Billy Beane, general manager degli Oakland Athletics (che la maggior parte del pubblico ha conosciuto mediante il film "Moneyball" con Brad Pitt). Motivo principale della discussione è stata la scelta di scambiare la stella del proprio attacco Yoenis Cespedes con Jon Lester, fuoriclasse del monte di lancio dei Boston Red Sox, e Jonny Gomes, in un momento in cui tutto stava girando al meglio per gli A's. Dopo la trade, invece, la squadra californiana è andata in crisi, con l'attacco apparso lontano parente da quello dei primi mesi di campionato e il parco rilievi in evidente difficoltà. Non a caso Oakland si è qualificata per il rotto della cuffia per i playoff, conquistando il pass decisivo solo all'ultima gara di regular season contro i Texas Rangers, prima di cedere in maniera drammatica poche ore fa contro Kansas City.
La discussione relativa a Billy Beane si è così suddivisa in due fazioni: quella che difende il general manager degli A's e quello che invece lo critica, definendolo un non vincente, e che gli consiglia di guardare meno i numeri e le statistiche se davvero vuole vincere qualcosa.
Dopo un'attenta riflessione anch'io ho preso una posizione: sto con il general manager degli Athletics.
Nonostante un monte stipendi tra i più bassi dell'intera Major League (25° su 30 squadre con 83.401.400 dollari), Oakland ha raggiunto per la terza stagione di fila i playoff, a differenza di compagini ben più blasonate e con contratti a carico da pagare molto più elevati. Il merito di questo risultato, oltre che ai giocatori in campo e allo staff tecnico, va dato anche a Beane che, ancora una volta, è stato in grado di assemblare una squadra a basso budget capace di raggiungere l'obiettivo principale che tutte le compagini sognano di raggiungere una volta iniziato il campionato.
A metà annata ha poi capito quello che era stato il punto debole delle passate stagioni, ovvero la mancanza di esperienza in situazioni che contano come appunto nella post-season. Dopo aver acquistato dai Chicago Cubs i due lanciatori Jeff Samardzija e Jason Hammel, ha deciso di tentare il tutto per tutto cedendo Cespedes e acquistando Lester, tra i migliori lanciatori della lega e già trascinatore dei Boston Red Sox, poi campioni del mondo, lo scorso anno. L'obiettivo era quello di rinforzare ulteriormente la rotazione partente (perchè è con questa che si vincono le partite e i campionati) soprattutto in ottica playoff, dando profondità ad una rotazione che già aveva nomi come Sonny Gray e Scott Kazmir a disposizione.
La possibilità di poter contare sull'ace nella decisiva sfida contro Kansas City è diventata certezza dopo la conquista dei playoff nella gara 162° di regular season contro i Rangers.
Dopo un inizio di partita travagliato (5 valide concesse nei primi 3 inning), Lester è diventato a tratti dominante per l'attacco dei Royals, con Oakland che ha preso il largo nel punteggio, arrivando ad un passo dal sogno qualificazione. Nell'8°inning, invece, i Royals hanno saputo approfittare del calo del partente avversario, già vicino ai 100 lanci poi superati, e di alcune mancanze difensive di Oakland, che aveva perso per infortunio Geovany Soto, acquistato in estate perchè più esperto in difesa, ed era stata costretta a inserire al suo posto Derek Norris, contro cui i corridori avversari sono andati a nozze, rubando alla fine 6 basi, 3 delle quali proprio nell'8° ripresa nella quale i Royals hanno ridotto lo svantaggio da 7-3 a 7-6.
Dopo aver subito il punto del pari nell'attacco successivo, gli Athletics sono stati però in grado di reagire e di portarsi avanti al 12° inning, dopo che uno dei propri leader, Coco Crisp, si era infortunato nella ripresa precedente ed era stato sostituito da Jonny Gomes, non il migliore tra i difensori. All'ultimo disperato tentativo di rimonta Kansas ha trovato il triplo iniziale proprio contro Gomes all'esterno sinistro per mano di Eric Hosmer, poi arrivato a casa sulla valida di Christian Colon. Alla fine, lo stesso corridore ha rubato la seconda base e ha segnato il punto della vittoria sulla valida lungo linea a sinistra colpita da Perez dove un mezzo infortunato Josh Donaldson, in terza base, non ci è arrivato per un soffio.
Al termine di una partita ''secca'', ovvero da ''vivi o muori'', è impossibile definire un general manager come un vincente o un perdente perchè, come si è visto, possono entrare in gioco alcune dinamiche improvvise e francamente impensabili alla vigilia. Lo si può valutare nel rendimento di un'intera stagione e il giudizio è per forza di cose positivo. Qualificarsi alla post-season per il terzo anno di fila in una delle division più complesse dalla Major non è infatti cosa da poco. Capire quello che era stato il punto debole della passata stagione e intervenire per cercare di evitarlo anche in futuro dimostra saggezza, perchè il vincente cerca di migliorarsi e di correggere eventuali errori, mentre il perdente rimane immobile e usa tale mancanza come scusa futura in caso di insucesso. Non essere in grado di prevenire infortuni a due dei giocatori chiave difensivamente parlando, nella gara più importante dell'anno, non significa essere un perdente ma, semplicemente, non avere una sfera di cristallo che possa prevedere l'impensabile.
di Daniele Mattioli
Nella foto, la delusione di Alberto Callaspo dopo la sconfitta contro Kansas (AssociatedPress - UsaToday.com).
Al termine dell'incontro, durato quasi quattro ore, gran parte delle critiche per la sconfitta degli A's sono state rivolte nei confronti di Billy Beane, general manager degli Oakland Athletics (che la maggior parte del pubblico ha conosciuto mediante il film "Moneyball" con Brad Pitt). Motivo principale della discussione è stata la scelta di scambiare la stella del proprio attacco Yoenis Cespedes con Jon Lester, fuoriclasse del monte di lancio dei Boston Red Sox, e Jonny Gomes, in un momento in cui tutto stava girando al meglio per gli A's. Dopo la trade, invece, la squadra californiana è andata in crisi, con l'attacco apparso lontano parente da quello dei primi mesi di campionato e il parco rilievi in evidente difficoltà. Non a caso Oakland si è qualificata per il rotto della cuffia per i playoff, conquistando il pass decisivo solo all'ultima gara di regular season contro i Texas Rangers, prima di cedere in maniera drammatica poche ore fa contro Kansas City.
La discussione relativa a Billy Beane si è così suddivisa in due fazioni: quella che difende il general manager degli A's e quello che invece lo critica, definendolo un non vincente, e che gli consiglia di guardare meno i numeri e le statistiche se davvero vuole vincere qualcosa.
Dopo un'attenta riflessione anch'io ho preso una posizione: sto con il general manager degli Athletics.
Nonostante un monte stipendi tra i più bassi dell'intera Major League (25° su 30 squadre con 83.401.400 dollari), Oakland ha raggiunto per la terza stagione di fila i playoff, a differenza di compagini ben più blasonate e con contratti a carico da pagare molto più elevati. Il merito di questo risultato, oltre che ai giocatori in campo e allo staff tecnico, va dato anche a Beane che, ancora una volta, è stato in grado di assemblare una squadra a basso budget capace di raggiungere l'obiettivo principale che tutte le compagini sognano di raggiungere una volta iniziato il campionato.
A metà annata ha poi capito quello che era stato il punto debole delle passate stagioni, ovvero la mancanza di esperienza in situazioni che contano come appunto nella post-season. Dopo aver acquistato dai Chicago Cubs i due lanciatori Jeff Samardzija e Jason Hammel, ha deciso di tentare il tutto per tutto cedendo Cespedes e acquistando Lester, tra i migliori lanciatori della lega e già trascinatore dei Boston Red Sox, poi campioni del mondo, lo scorso anno. L'obiettivo era quello di rinforzare ulteriormente la rotazione partente (perchè è con questa che si vincono le partite e i campionati) soprattutto in ottica playoff, dando profondità ad una rotazione che già aveva nomi come Sonny Gray e Scott Kazmir a disposizione.
La possibilità di poter contare sull'ace nella decisiva sfida contro Kansas City è diventata certezza dopo la conquista dei playoff nella gara 162° di regular season contro i Rangers.
Dopo un inizio di partita travagliato (5 valide concesse nei primi 3 inning), Lester è diventato a tratti dominante per l'attacco dei Royals, con Oakland che ha preso il largo nel punteggio, arrivando ad un passo dal sogno qualificazione. Nell'8°inning, invece, i Royals hanno saputo approfittare del calo del partente avversario, già vicino ai 100 lanci poi superati, e di alcune mancanze difensive di Oakland, che aveva perso per infortunio Geovany Soto, acquistato in estate perchè più esperto in difesa, ed era stata costretta a inserire al suo posto Derek Norris, contro cui i corridori avversari sono andati a nozze, rubando alla fine 6 basi, 3 delle quali proprio nell'8° ripresa nella quale i Royals hanno ridotto lo svantaggio da 7-3 a 7-6.
Dopo aver subito il punto del pari nell'attacco successivo, gli Athletics sono stati però in grado di reagire e di portarsi avanti al 12° inning, dopo che uno dei propri leader, Coco Crisp, si era infortunato nella ripresa precedente ed era stato sostituito da Jonny Gomes, non il migliore tra i difensori. All'ultimo disperato tentativo di rimonta Kansas ha trovato il triplo iniziale proprio contro Gomes all'esterno sinistro per mano di Eric Hosmer, poi arrivato a casa sulla valida di Christian Colon. Alla fine, lo stesso corridore ha rubato la seconda base e ha segnato il punto della vittoria sulla valida lungo linea a sinistra colpita da Perez dove un mezzo infortunato Josh Donaldson, in terza base, non ci è arrivato per un soffio.
Al termine di una partita ''secca'', ovvero da ''vivi o muori'', è impossibile definire un general manager come un vincente o un perdente perchè, come si è visto, possono entrare in gioco alcune dinamiche improvvise e francamente impensabili alla vigilia. Lo si può valutare nel rendimento di un'intera stagione e il giudizio è per forza di cose positivo. Qualificarsi alla post-season per il terzo anno di fila in una delle division più complesse dalla Major non è infatti cosa da poco. Capire quello che era stato il punto debole della passata stagione e intervenire per cercare di evitarlo anche in futuro dimostra saggezza, perchè il vincente cerca di migliorarsi e di correggere eventuali errori, mentre il perdente rimane immobile e usa tale mancanza come scusa futura in caso di insucesso. Non essere in grado di prevenire infortuni a due dei giocatori chiave difensivamente parlando, nella gara più importante dell'anno, non significa essere un perdente ma, semplicemente, non avere una sfera di cristallo che possa prevedere l'impensabile.
di Daniele Mattioli
Nella foto, la delusione di Alberto Callaspo dopo la sconfitta contro Kansas (AssociatedPress - UsaToday.com).