AD UN MESE DALLA FINE DELLE WORLD SERIES, RIVIVIAMOLE ASSIEME CON LA TOP FIVE DEI NOSTRI INVIATI NEGLI USA
Circa un mese fa, al termine di gara sette delle World Series 2011 e prima di imbarcarci sul volo aereo che ci avrebbe riportato in Italia, abbiamo deciso di realizzare una personale Top Five di quanto era accaduto e di proporlo a tutti voi lettori un mese dopo la fine dei giochi, un mese dopo i festeggiamenti per la vittoria del Titolo da parte dei St.Louis Cardinals. Questa sono le nostre scelte. Buona Lettura.
LA TOP FIVE DI DANIELE MATTIOLI
Quanto passa in fretta il tempo! Sembra ancora di essere il giorno in cui partivamo da Bologna in direzione St.Louis e invece siamo in procinto di tornare a casa, di tornare in Italia. In ogni caso siamo qui per la seconda volta consecutiva, dopo aver raccontato sempre in diretta dagli USA la vittoria dei San Francisico Giants, a celebrare ancora una volta lo spettacolo delle World Series che in questo 2011 hanno premiato i St. Louis Cardinals, una squadra che mai ha mollato nel corso della stagione e soprattutto quando tutto pareva perso in queste Finali. E ha visto per il secondo anno di fila i Texas Rangers arrivare ad un passo dal titolo, anzi ad un lancio. Ma il baseball come in ogni sport parla chiaro: "finchè la partita non finisce, tutto può ancora succedere"...
1 - UNA PARTITA GIA' DIVENTATA LEGGENDA
Probabilmente neanche Alfred Hitchcock, grandissimo maestro del cinema thriller, avrebbe sceneggiato un copione del genere. Probabilmente nessuno avrebbe ipotizzato una partita del genere, una gara che ha regalato emozioni a non finire e che è diventata subito a furor di popolo leggenda. Non esistono altri termini che riescono a riassumere questa gara sei delle World Series 2011 che ha mostrato minuti dopo minuti, out dopo out, quanto è bello il nostro sport.
L'avvio è subito in mano ai rispettivi attacchi con un grande equilibrio in campo e anche errori clamorosi che fanno sembrare la partita – una gara sei delle World Series – quasi come una sfida tra scapoli e ammogliati. Ma poi diventa veritiero il detto “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” e dal settimo inning la sfida cambia completamente volto e le grandi giocate si susseguono così come i tanti colpi di scena. Texas si porta avanti 7 a 4, grazie ai due fuoricampo consecutivi colpiti dal duo Adrian Beltre e Nelson Cruz quando mancano nove out, tre inning, alla fine della sfida. St.Louis accorcia subito con il fuoricampo di Allen Craig ma poi non realizza più nulla fino alla nona ripresa quando, con un eliminato nel tabellone, Albert Pujols batte valido e raggiunge la seconda grazie ad un doppio in piedi. Pare essere l’ultimo saluto alla stagione dei Cardinals ma invece ecco arrivare la base ball guadagnata da Lance Berkman su un Neftali Feliz che perde fiducia nei suoi mezzi lancio dopo lancio. Il pitcher elimina però Allen Craig e si porta ad uno strike dalla vittoria del Titolo nel duello contro David Freese. Ma il terza base di St.Louis trova in extremis la valida contro le recinzioni a destra e arriva in scivolta sul cuscino di terza, svuotando le basi per il pari a quota sette. Si va così al decimo inning con il pubblico dei Cardinals in piedi per la gioia arrivata quando la speranza era oramai ridotta al lumicino. Josh Hamilton però pare rovinare tutto colpendo il fuoricampo da due punti che riporta avanti i suoi, ma Lance Berkman, texano passato ai nemici, riporta la sfida in parità a quota nove con il singolo che fa esplodere nuovamente lo stadio momentaneamente. Ci pensa infatti David Freese a far scoppiare di gioia in maniera definitiva tutto il pubblico di casa. E' infatti suo il fuoricampo che all'undicesimo inning chiude la partita sul lancio di Mark Lowe, mandato sul monte quasi per disperazione da parte del suo Manager. Alcuni cercano di recupare la palla che ha già fatto storia, mentre la partita appena terminata è già diventata leggenda.
2 - WELCOME TO "THE ALBERT PUJOLS SHOW"
Probabilmente è stata l'ultima volta che ha vestito la maglia dei St.Louis Cardinals ed essendo un assoluto Campione di questo sport ha deciso di chiudere questa grandissima avventura in bellezza vincendo un Titolo oramai insperato e soprattutto scrivendo ancora una volta la storia di questo sport. Albert Pujols ha aspettato Gara Tre per farlo. Ha aspettato che arrivassero i suoi lanci, quelli da colpire con tutta la sua classe e potenza e mandarli al di là delle recinizioni. Il prima base dei Cardinals l'ha fatto nella prima partita giocata in Texas e addirittura per ben tre volte, diventando il terzo giocatore della storia a riuscirci in una sfida delle World Series dopo Babe Ruth e Reggie Jackson. E da grande campione dentro e fuori dal campo quale è, ha concesso al sito Grandeslam.net la prima - immagino - intervista ad un repoter italiano. E dopo il commento a gara uno, in questo caso ha salutato tutti i fans che da casa hanno fatto il tifo per lui e per St.Louis. Perchè nella sua serata, Albert Pujols ha dimostrato ancora una volta di essere il numero uno nella Major League. In ogni senso.
3 - UNA NOTTE DA RICORDARSI PER TUTTA LA VITA
Derek Holland ha dimostrato come i numeri nella vita valgono fino ad un certo punto. Perchè quando poi sei messo a confrontarti con la realtà, con il presente, quello che hai fatto in passato non conta più nulla ma conta quello che andrai a fare e come ti comporterai a riguardo. Il lanciatore dei Texas Rangers è stato infatti il partente di Gara Quattro delle World Series e ci è arrivato con una media ERA pari a 5.04 nella Post Season. Numeri alti, compensati sì dalle due vittorie ottenute ma anche dai suoi compagni che in attacco hanno segnato tanti, tantissimi punti per aiutarlo. Chiunque si aspettava una gara dal punteggio largo ed invece Holland ha dimostrato di come i numeri siano importanti ma non raccontano tutto alla perfezione. E infatti il lanciatore texano si è regalato una nottata indimenticabile: 8.1 inning lanciati, 7 eliminazioni al piatto e 2 valide concesse. Con il Manager Washington che ha aspettato fino alla fine di cambiarlo per cercare di fargli lanciare la gara completa senza subire punti. Che alla fine non è arrivata ma in ogni caso ha reso comunque indimenticabile una serata che rimarrà nella memoria di tutti.
4 - HE GOES THE DISTANCE
A St.Louis c'è qualche cittadino che sicuramente ha proposto di intitolargli il nome di una via, anche perchè se i Cardinals sono arrivati ad alzare al cielo le World Series 2011 il merito è anche suo. Chris Carpenter è stato perfetto in questa Post Season chiudendo senza sconfitte tutte le sei gare che ha lanciato da partente con l'aggiunta di quattro vittorie, tutte di grande importanza per l'economia delle Serie giocate. Come dimenticarsi il suo urlo di gioia dopo la vittoria in gara cinque - gara completa e senza subire punti - contro i Philadelphia Phillies al Citizens Ballpark con il clamorso upset realizzato oppure il tuffo in prima base durante la prima partita delle World Series per erliminare il battitore texano? Senza poi tralasciare il quarto e ultimo successo dei suoi Playoff, nella serata di Gara 7 dove è riuscito a tenere a freno dopo un inizio difficile le mazze di Texas. Alla fine Chris Carpenter era sempre presente in prima linea e con i suoi lanci vincenti e precisi "he goes the distance"...
5 - L'ADDIO DA VINCENTE
Ci possono essere addii determinati dalla voglia di ricercare nuovi stimoli in altre squadre (come probabilmente faranno alcuni), mentre altri invece sono per sempre da un mondo che ti ha dato tanto ma dal quale è giusto distaccarsi forse momentaneamente, forse definitavamente. Al momento per Tony La Russa pare essere più il secondo caso, ma in ogni caso lascia da vincente e per la seconda volta con la casacca dei St.Louis Cardinals, dopo il titolo del 2006. Per il Manager questo è il terzo titolo di una grande carriera, ma senza ombra di dubbio il più bello per le tante emozioni che ha vissuto e quindi per come è arrivato.
LA TOP FIVE DI ROBERTO MANTOVANI
Siamo a casa da un mese e le emozioni non si raffreddano. Quello che si è vissuto in quei dieci giorni, quello che si è goduto in quelle sette partite rimarrà ben scolpito nella nostra memoria fino a quando in tarda, tardissima età, solo un eventuale alzheimer indebolirà le nostre capacità di ricordare. Ricordare cosa? Di cosa stavamo parlando? Ecco, la mia personale Top-Five dell'evento World Series 2011:
1 - TONY LA RUSSA
Vogliamo dire che è stato anche fortunato quest'anno? Vogliamo pensare che nel 2011 il Tony è stato graziato e baciato dalla dea bendata? Certo, come negarlo? Prendiamo ad esempio il finale di Regular Season che ha visto il crollo di Atlanta e la decisione poco felice presa da Philadelphia di preferire St.Luis alla Postseason ai danni dei più modesti Braves. Ebbene, La Russa ha approfittato di tale decisione, perché lui era li, pronto a sfruttare l'occasione. Come era li, pronto ad aggrapparsi all'ultimo filo di speranza, in gara-6 quando i Rangers erano ad un soffio dalla vittoria decisiva. Tony La Russa è riuscito nell'impresa di riportare la coppa a St.Louis dopo quella più prevedibile del 2006, è riuscito inoltre a guadagnarsi la sua personale terza vittoria nelle World Series prima di abbandonare. Si, perché, questo "vecchietto" ha voluto chiudere la sua carriera con questa vittoria, ha voluto dire "BASTA" nel momento più adatto: con la coppa in mano, da vincente!
2- LO SCOIATTOLO
Sempre presente tra il pubblico, in campo, nelle maglie, nei cappelli, nei cartelloni, nei locali, negli spogliatoi, sempre lui: lo scoiattolo! Questo "SQUIRREL", diventato un simbolo della rivalità con i Phillies, un simbolo vincente, un porta fortuna, un magico amuleto, una mascotte che tanto diverte i rossi Cardinals, quanto rattrista l'intera Philadelphia. Uno scoiattolo che invade il campo e decide pericolosamente di attraversare il piatto di casa base durante la sfida Cardinals-Phillies, distrae la corazzata favorita e come il Kevin Costner di "Balla coi lupi" si erge a simbolo della cavalcata trionfante di St.Louis.
Durante le World Series i tifosi Cardinals sfoggiavano squirrels in "tutte le salse" e lo esibivano orgogliosamente al grande pubblico americano incollato alla TV, (chissà se a Philadelphia questo simpatico animaletto scattante sarà ancora visto con simpatia, oppure come immagino, lo squirrel sarà visto solo come possibile portatore di malasorte ?).
3 - MVP DAVID FREESE
Essenziale. Decisivo. Eroico. Il simbolo della rimonta e della vittoria finale porta il nome di David Freese, non vi sono dubbi. Il Freese non solo si porta a casa il trofeo di MVP ed una nera Corvette da urlo, ma anche la consapevolezza di essere stato l'artefice principale della vittoria finale. Onestamente ed umilmente nelle interviste dopo gara-6, ha espresso la sua gioia ricordando a tutti che si sentiva un uomo fortunato per aver avuto la possibilità di trovarsi in "quella" situazione così decisiva. Non è da tutti trovarsi con 2 out e 2 strike sul groppone al nono inning, sotto di 2 punti, mentre in Texas stavano già con le bottiglie in mano pronti a stappare, girare la mazza e...buttare al macero tutte quelle maglie e cappellini già pronti con la scritta Rangers World Series Champions. Una girata di mazza che ho vissuto negli spogliatoi, in compagnia di un centinaio di giornalisti e fotografi, pronti a fiondarsi in campo per l'imminente vittoria dei Texani, una girata di mazza che tutti noi accalcati verso un piccolo schermo abbiamo vissuto con un: "Ohhhh". Un "Ohhhh" che rimbomba ancora nelle mie orecchie, un "Ohhhh" che la dice tutta sulla imprevibilità e sulla bellezza di questo "Meraviglioso Giuoco Del Baseball".
4 - JOSH HAMILTON
Questo nome, sicuramente stupirà il competente pubblico avido fruitore di articoli di Grandeslam.net, perché l'esterno Rangers non verrà ricordato di certo come giocatore simbolo delle World Series 2011. Proprio per questo non lo dimentico, io, voglio tenermi bene a mente cosa ha fatto nel decimo inning di gara-6. Cosa ha fatto, cosa stava facendo, cosa stava creando, cosa stava facendo accadere, cosa stava diventando. Proprio non ricordate, vero? David Freese aveva appena creato il miracolo nel nono inning portando il pubblico del Busch Stadium in paradiso, quando il fuoricampo da 2 punti di Big-Hammy nel decimo, richiudeva di nuovo la pratica World Series in favore dei Rangers. Stava nascendo l'icona che sarebbe rimasta scolpita nei nostri cervelli alla voce" World Series 2011 Texas Campioni", ed Hamilton con quel suo fuoricampo era già la figurina ideale che avrebbe chiuso l'album! Povero CIOSH (come lo chiama mia moglie), così talmente "quasi-vincente" da fare tenerezza.
5 - IL PALCO DELLA PREMIAZIONE
Dopo 2 partite a St.Luis e 3 a Dallas, si ritorna in Missouri pronti per giocarsi gara 6. Le previsioni del tempo non ci rendono felici perché dopo il meraviglioso sole e tepore texano non avevamo molta voglia di sobirci quel freddo che invece ci attendeva a St.Louis. Pazienza, si va allo stadio vestiti che neanche in settimana bianca! Allo stadio veniamo a conoscenza che i capi della Major League avevano deciso per l'annullamento della partita causa: "probabile tempo avverso". Non mi rimane altro che girovagare per il Busch Stadium, deserto e gelido, approfittando di quei momenti di tranquillità per cercare nuove angolature e sfumature nascoste nel dietro le quinte, dove poter scaricare e sfogare la potenzialità della mia amata Nikon. Arrivo nei magazzini sotto le tribune dell'esterno destro e cosa vedono i miei occhi? Il palco ufficiale della premiazione, quello che piazzeranno in mezzo al campo per premiare la squadra vincente! Faccio due foto e mi avvicino. Altre due foto e mi faccio ancora più sotto. Altre due foto ed oso sfiorarlo. Non c'è nessuno in giro, solo silenzio, io ed il palco. Altre due foto e mi giro ancora intorno per controllare che realmente non ci sia qualcuno. Dai, vado. Salgo sul palco, sembro un bimbo tutto euforico. Non c'è nessuno ed io ne approfitto: al centro del palco, alzo le mani al cielo, stringo i pugni, esulto, e per rendere ancora più vera l'emozione del film mentale che mi stavo facendo… "Ahhohehheahhh" imito con la mia bocca il sonoro dell'ovazione del pubblico! Da solo, sul palco, come un bimbo, esultavo e ringraziavo il pubblico in visibilio. Da solo? Credevo di essere da solo, quando mi accorgo che seduto a fianco del palco c'era un sorridente guardiano, spettatore della mia vergognosa esibizione. Che figura! Ma poco importa, oramai era fatta: su quel palco, sappiatelo, ha esultato anche un pó d'Italia.
EXTRA TIME
Rischio di diventare monotono se nella Top-Five inserisco il pubblico e la sportività che lo contraddistingue? Ripetere in continuazione a chiunque mi trovi davanti del piacere nel constatare il meraviglioso senso sportivo che gli Americani hanno così naturalmente negli stadi del baseball potrebbe farmi trovare nella situazione di sentirmi dire: "l'hai già detto". OK, e te lo ripeto. Mai, ripeto mai, ho notato un piccolo screzio, un battibecco, un gesto di insofferenza tra tifosi rivali in queste 7 lunghe partite. Uno vicino all'altro, sportivamente, sorridenti, cordiali, gentili, questi coloratissimi e calorosi tifosi dei Rangers e dei Cardinals hanno dato un ulteriore testimonianza che in questo sport, in questa nazione, la parola NEMICO non esiste. Non posso dimenticare inoltre il numeroso personale di servizio alle partite, perché da dietro le quinte ho avuto l'occasione di osservare e studiare gli addetti ai lavori: un esercito di uomini e donne ben organizzati, un numero impressionante di personale sempre disponibile e col sorriso sulla bocca faceva funzionare alla perfezione la macchina organizzativa dell'evento World Series. Grazie al preziosissimo PASS in mio possesso, ogni giorno si viveva l'esperienza insieme, si apriva lo stadio, si rigovernava la sala stampa, si controllava la zona bevande e snack, si sistemava il campo prima e dopo il riscaldamento, si tiravano le righe "Dai dai che manca mezzora, muoversi". Le birre sono al fresco? Butta l'hot dog sulla piastra, friggi quelle patatine, manca la senape chi ha visto lo scatolone della senape? " "La ClubHouse è in ordine? Spostiamo quel carrello, le palline? Il sacco delle palline? Le mazze sono già nel dugout, si, sono già pronte. Manca il caffè in sala stampa, vado io a prenderlo". "Ehi, tu, fotografo giapponese… se mi lasci in terra quel cannone-Nikon…. io mi ci posso inciampare capisci? Ti ho detto di non mettere li il tuo obiettivo da 12.000 dollari, altrimenti lo calpesto, non lo vedi che è in mezzo?" "I vecchietti… ehmm i volontari sono già tutti posizionati lungo le scale e all'ingresso di ogni settore? Chi manca? George ha avuto un problema alla prostata?.... vabbè lo sostituisce John. "Siamo proooonti?" Dai, parti con l'inno ! Che spettacolo. Che meraviglioso spettacolo. Non potete nella vostra vita, non provare a vivere una cosa del genere. Forza, dai darsi una mossa!
Da St.Louis (Missouri), gli inviati Daniele Mattioli e Roberto Mantovani
Nelle foto, la festa dei St.Louis Cardinals dopo l'ultimo out di gara sette (Matt Slocum/Associated Press per NyTimes.com), Pujols dopo aver colpito il terzo fuoricampo durante gara tre delle World Series 2011 (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), il nostro Daniele Mattioli mentre intervista Derek Holland dopo gara quattro (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), il tuffo di Chris Carpenter in prima base per eliminare un corridore dei Texas Rangers nella prima partita delle Finali (Chris Lee per St.LouisToday.com).
Nelle altre foto, Tony LaRussa alza il Titolo vinto (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), David Freese festeggia dopo il triplo colpito al nono inning di gara sei (Getty Images per Espn.com) e il palco per la premiazione delle World Series 2011 (Roberto Mantovani per Grandeslam.net).
LA TOP FIVE DI DANIELE MATTIOLI
Quanto passa in fretta il tempo! Sembra ancora di essere il giorno in cui partivamo da Bologna in direzione St.Louis e invece siamo in procinto di tornare a casa, di tornare in Italia. In ogni caso siamo qui per la seconda volta consecutiva, dopo aver raccontato sempre in diretta dagli USA la vittoria dei San Francisico Giants, a celebrare ancora una volta lo spettacolo delle World Series che in questo 2011 hanno premiato i St. Louis Cardinals, una squadra che mai ha mollato nel corso della stagione e soprattutto quando tutto pareva perso in queste Finali. E ha visto per il secondo anno di fila i Texas Rangers arrivare ad un passo dal titolo, anzi ad un lancio. Ma il baseball come in ogni sport parla chiaro: "finchè la partita non finisce, tutto può ancora succedere"...
1 - UNA PARTITA GIA' DIVENTATA LEGGENDA
Probabilmente neanche Alfred Hitchcock, grandissimo maestro del cinema thriller, avrebbe sceneggiato un copione del genere. Probabilmente nessuno avrebbe ipotizzato una partita del genere, una gara che ha regalato emozioni a non finire e che è diventata subito a furor di popolo leggenda. Non esistono altri termini che riescono a riassumere questa gara sei delle World Series 2011 che ha mostrato minuti dopo minuti, out dopo out, quanto è bello il nostro sport.
L'avvio è subito in mano ai rispettivi attacchi con un grande equilibrio in campo e anche errori clamorosi che fanno sembrare la partita – una gara sei delle World Series – quasi come una sfida tra scapoli e ammogliati. Ma poi diventa veritiero il detto “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” e dal settimo inning la sfida cambia completamente volto e le grandi giocate si susseguono così come i tanti colpi di scena. Texas si porta avanti 7 a 4, grazie ai due fuoricampo consecutivi colpiti dal duo Adrian Beltre e Nelson Cruz quando mancano nove out, tre inning, alla fine della sfida. St.Louis accorcia subito con il fuoricampo di Allen Craig ma poi non realizza più nulla fino alla nona ripresa quando, con un eliminato nel tabellone, Albert Pujols batte valido e raggiunge la seconda grazie ad un doppio in piedi. Pare essere l’ultimo saluto alla stagione dei Cardinals ma invece ecco arrivare la base ball guadagnata da Lance Berkman su un Neftali Feliz che perde fiducia nei suoi mezzi lancio dopo lancio. Il pitcher elimina però Allen Craig e si porta ad uno strike dalla vittoria del Titolo nel duello contro David Freese. Ma il terza base di St.Louis trova in extremis la valida contro le recinzioni a destra e arriva in scivolta sul cuscino di terza, svuotando le basi per il pari a quota sette. Si va così al decimo inning con il pubblico dei Cardinals in piedi per la gioia arrivata quando la speranza era oramai ridotta al lumicino. Josh Hamilton però pare rovinare tutto colpendo il fuoricampo da due punti che riporta avanti i suoi, ma Lance Berkman, texano passato ai nemici, riporta la sfida in parità a quota nove con il singolo che fa esplodere nuovamente lo stadio momentaneamente. Ci pensa infatti David Freese a far scoppiare di gioia in maniera definitiva tutto il pubblico di casa. E' infatti suo il fuoricampo che all'undicesimo inning chiude la partita sul lancio di Mark Lowe, mandato sul monte quasi per disperazione da parte del suo Manager. Alcuni cercano di recupare la palla che ha già fatto storia, mentre la partita appena terminata è già diventata leggenda.
2 - WELCOME TO "THE ALBERT PUJOLS SHOW"
Probabilmente è stata l'ultima volta che ha vestito la maglia dei St.Louis Cardinals ed essendo un assoluto Campione di questo sport ha deciso di chiudere questa grandissima avventura in bellezza vincendo un Titolo oramai insperato e soprattutto scrivendo ancora una volta la storia di questo sport. Albert Pujols ha aspettato Gara Tre per farlo. Ha aspettato che arrivassero i suoi lanci, quelli da colpire con tutta la sua classe e potenza e mandarli al di là delle recinizioni. Il prima base dei Cardinals l'ha fatto nella prima partita giocata in Texas e addirittura per ben tre volte, diventando il terzo giocatore della storia a riuscirci in una sfida delle World Series dopo Babe Ruth e Reggie Jackson. E da grande campione dentro e fuori dal campo quale è, ha concesso al sito Grandeslam.net la prima - immagino - intervista ad un repoter italiano. E dopo il commento a gara uno, in questo caso ha salutato tutti i fans che da casa hanno fatto il tifo per lui e per St.Louis. Perchè nella sua serata, Albert Pujols ha dimostrato ancora una volta di essere il numero uno nella Major League. In ogni senso.
3 - UNA NOTTE DA RICORDARSI PER TUTTA LA VITA
Derek Holland ha dimostrato come i numeri nella vita valgono fino ad un certo punto. Perchè quando poi sei messo a confrontarti con la realtà, con il presente, quello che hai fatto in passato non conta più nulla ma conta quello che andrai a fare e come ti comporterai a riguardo. Il lanciatore dei Texas Rangers è stato infatti il partente di Gara Quattro delle World Series e ci è arrivato con una media ERA pari a 5.04 nella Post Season. Numeri alti, compensati sì dalle due vittorie ottenute ma anche dai suoi compagni che in attacco hanno segnato tanti, tantissimi punti per aiutarlo. Chiunque si aspettava una gara dal punteggio largo ed invece Holland ha dimostrato di come i numeri siano importanti ma non raccontano tutto alla perfezione. E infatti il lanciatore texano si è regalato una nottata indimenticabile: 8.1 inning lanciati, 7 eliminazioni al piatto e 2 valide concesse. Con il Manager Washington che ha aspettato fino alla fine di cambiarlo per cercare di fargli lanciare la gara completa senza subire punti. Che alla fine non è arrivata ma in ogni caso ha reso comunque indimenticabile una serata che rimarrà nella memoria di tutti.
4 - HE GOES THE DISTANCE
A St.Louis c'è qualche cittadino che sicuramente ha proposto di intitolargli il nome di una via, anche perchè se i Cardinals sono arrivati ad alzare al cielo le World Series 2011 il merito è anche suo. Chris Carpenter è stato perfetto in questa Post Season chiudendo senza sconfitte tutte le sei gare che ha lanciato da partente con l'aggiunta di quattro vittorie, tutte di grande importanza per l'economia delle Serie giocate. Come dimenticarsi il suo urlo di gioia dopo la vittoria in gara cinque - gara completa e senza subire punti - contro i Philadelphia Phillies al Citizens Ballpark con il clamorso upset realizzato oppure il tuffo in prima base durante la prima partita delle World Series per erliminare il battitore texano? Senza poi tralasciare il quarto e ultimo successo dei suoi Playoff, nella serata di Gara 7 dove è riuscito a tenere a freno dopo un inizio difficile le mazze di Texas. Alla fine Chris Carpenter era sempre presente in prima linea e con i suoi lanci vincenti e precisi "he goes the distance"...
5 - L'ADDIO DA VINCENTE
Ci possono essere addii determinati dalla voglia di ricercare nuovi stimoli in altre squadre (come probabilmente faranno alcuni), mentre altri invece sono per sempre da un mondo che ti ha dato tanto ma dal quale è giusto distaccarsi forse momentaneamente, forse definitavamente. Al momento per Tony La Russa pare essere più il secondo caso, ma in ogni caso lascia da vincente e per la seconda volta con la casacca dei St.Louis Cardinals, dopo il titolo del 2006. Per il Manager questo è il terzo titolo di una grande carriera, ma senza ombra di dubbio il più bello per le tante emozioni che ha vissuto e quindi per come è arrivato.
LA TOP FIVE DI ROBERTO MANTOVANI
Siamo a casa da un mese e le emozioni non si raffreddano. Quello che si è vissuto in quei dieci giorni, quello che si è goduto in quelle sette partite rimarrà ben scolpito nella nostra memoria fino a quando in tarda, tardissima età, solo un eventuale alzheimer indebolirà le nostre capacità di ricordare. Ricordare cosa? Di cosa stavamo parlando? Ecco, la mia personale Top-Five dell'evento World Series 2011:
1 - TONY LA RUSSA
Vogliamo dire che è stato anche fortunato quest'anno? Vogliamo pensare che nel 2011 il Tony è stato graziato e baciato dalla dea bendata? Certo, come negarlo? Prendiamo ad esempio il finale di Regular Season che ha visto il crollo di Atlanta e la decisione poco felice presa da Philadelphia di preferire St.Luis alla Postseason ai danni dei più modesti Braves. Ebbene, La Russa ha approfittato di tale decisione, perché lui era li, pronto a sfruttare l'occasione. Come era li, pronto ad aggrapparsi all'ultimo filo di speranza, in gara-6 quando i Rangers erano ad un soffio dalla vittoria decisiva. Tony La Russa è riuscito nell'impresa di riportare la coppa a St.Louis dopo quella più prevedibile del 2006, è riuscito inoltre a guadagnarsi la sua personale terza vittoria nelle World Series prima di abbandonare. Si, perché, questo "vecchietto" ha voluto chiudere la sua carriera con questa vittoria, ha voluto dire "BASTA" nel momento più adatto: con la coppa in mano, da vincente!
2- LO SCOIATTOLO
Sempre presente tra il pubblico, in campo, nelle maglie, nei cappelli, nei cartelloni, nei locali, negli spogliatoi, sempre lui: lo scoiattolo! Questo "SQUIRREL", diventato un simbolo della rivalità con i Phillies, un simbolo vincente, un porta fortuna, un magico amuleto, una mascotte che tanto diverte i rossi Cardinals, quanto rattrista l'intera Philadelphia. Uno scoiattolo che invade il campo e decide pericolosamente di attraversare il piatto di casa base durante la sfida Cardinals-Phillies, distrae la corazzata favorita e come il Kevin Costner di "Balla coi lupi" si erge a simbolo della cavalcata trionfante di St.Louis.
Durante le World Series i tifosi Cardinals sfoggiavano squirrels in "tutte le salse" e lo esibivano orgogliosamente al grande pubblico americano incollato alla TV, (chissà se a Philadelphia questo simpatico animaletto scattante sarà ancora visto con simpatia, oppure come immagino, lo squirrel sarà visto solo come possibile portatore di malasorte ?).
3 - MVP DAVID FREESE
Essenziale. Decisivo. Eroico. Il simbolo della rimonta e della vittoria finale porta il nome di David Freese, non vi sono dubbi. Il Freese non solo si porta a casa il trofeo di MVP ed una nera Corvette da urlo, ma anche la consapevolezza di essere stato l'artefice principale della vittoria finale. Onestamente ed umilmente nelle interviste dopo gara-6, ha espresso la sua gioia ricordando a tutti che si sentiva un uomo fortunato per aver avuto la possibilità di trovarsi in "quella" situazione così decisiva. Non è da tutti trovarsi con 2 out e 2 strike sul groppone al nono inning, sotto di 2 punti, mentre in Texas stavano già con le bottiglie in mano pronti a stappare, girare la mazza e...buttare al macero tutte quelle maglie e cappellini già pronti con la scritta Rangers World Series Champions. Una girata di mazza che ho vissuto negli spogliatoi, in compagnia di un centinaio di giornalisti e fotografi, pronti a fiondarsi in campo per l'imminente vittoria dei Texani, una girata di mazza che tutti noi accalcati verso un piccolo schermo abbiamo vissuto con un: "Ohhhh". Un "Ohhhh" che rimbomba ancora nelle mie orecchie, un "Ohhhh" che la dice tutta sulla imprevibilità e sulla bellezza di questo "Meraviglioso Giuoco Del Baseball".
4 - JOSH HAMILTON
Questo nome, sicuramente stupirà il competente pubblico avido fruitore di articoli di Grandeslam.net, perché l'esterno Rangers non verrà ricordato di certo come giocatore simbolo delle World Series 2011. Proprio per questo non lo dimentico, io, voglio tenermi bene a mente cosa ha fatto nel decimo inning di gara-6. Cosa ha fatto, cosa stava facendo, cosa stava creando, cosa stava facendo accadere, cosa stava diventando. Proprio non ricordate, vero? David Freese aveva appena creato il miracolo nel nono inning portando il pubblico del Busch Stadium in paradiso, quando il fuoricampo da 2 punti di Big-Hammy nel decimo, richiudeva di nuovo la pratica World Series in favore dei Rangers. Stava nascendo l'icona che sarebbe rimasta scolpita nei nostri cervelli alla voce" World Series 2011 Texas Campioni", ed Hamilton con quel suo fuoricampo era già la figurina ideale che avrebbe chiuso l'album! Povero CIOSH (come lo chiama mia moglie), così talmente "quasi-vincente" da fare tenerezza.
5 - IL PALCO DELLA PREMIAZIONE
Dopo 2 partite a St.Luis e 3 a Dallas, si ritorna in Missouri pronti per giocarsi gara 6. Le previsioni del tempo non ci rendono felici perché dopo il meraviglioso sole e tepore texano non avevamo molta voglia di sobirci quel freddo che invece ci attendeva a St.Louis. Pazienza, si va allo stadio vestiti che neanche in settimana bianca! Allo stadio veniamo a conoscenza che i capi della Major League avevano deciso per l'annullamento della partita causa: "probabile tempo avverso". Non mi rimane altro che girovagare per il Busch Stadium, deserto e gelido, approfittando di quei momenti di tranquillità per cercare nuove angolature e sfumature nascoste nel dietro le quinte, dove poter scaricare e sfogare la potenzialità della mia amata Nikon. Arrivo nei magazzini sotto le tribune dell'esterno destro e cosa vedono i miei occhi? Il palco ufficiale della premiazione, quello che piazzeranno in mezzo al campo per premiare la squadra vincente! Faccio due foto e mi avvicino. Altre due foto e mi faccio ancora più sotto. Altre due foto ed oso sfiorarlo. Non c'è nessuno in giro, solo silenzio, io ed il palco. Altre due foto e mi giro ancora intorno per controllare che realmente non ci sia qualcuno. Dai, vado. Salgo sul palco, sembro un bimbo tutto euforico. Non c'è nessuno ed io ne approfitto: al centro del palco, alzo le mani al cielo, stringo i pugni, esulto, e per rendere ancora più vera l'emozione del film mentale che mi stavo facendo… "Ahhohehheahhh" imito con la mia bocca il sonoro dell'ovazione del pubblico! Da solo, sul palco, come un bimbo, esultavo e ringraziavo il pubblico in visibilio. Da solo? Credevo di essere da solo, quando mi accorgo che seduto a fianco del palco c'era un sorridente guardiano, spettatore della mia vergognosa esibizione. Che figura! Ma poco importa, oramai era fatta: su quel palco, sappiatelo, ha esultato anche un pó d'Italia.
EXTRA TIME
Rischio di diventare monotono se nella Top-Five inserisco il pubblico e la sportività che lo contraddistingue? Ripetere in continuazione a chiunque mi trovi davanti del piacere nel constatare il meraviglioso senso sportivo che gli Americani hanno così naturalmente negli stadi del baseball potrebbe farmi trovare nella situazione di sentirmi dire: "l'hai già detto". OK, e te lo ripeto. Mai, ripeto mai, ho notato un piccolo screzio, un battibecco, un gesto di insofferenza tra tifosi rivali in queste 7 lunghe partite. Uno vicino all'altro, sportivamente, sorridenti, cordiali, gentili, questi coloratissimi e calorosi tifosi dei Rangers e dei Cardinals hanno dato un ulteriore testimonianza che in questo sport, in questa nazione, la parola NEMICO non esiste. Non posso dimenticare inoltre il numeroso personale di servizio alle partite, perché da dietro le quinte ho avuto l'occasione di osservare e studiare gli addetti ai lavori: un esercito di uomini e donne ben organizzati, un numero impressionante di personale sempre disponibile e col sorriso sulla bocca faceva funzionare alla perfezione la macchina organizzativa dell'evento World Series. Grazie al preziosissimo PASS in mio possesso, ogni giorno si viveva l'esperienza insieme, si apriva lo stadio, si rigovernava la sala stampa, si controllava la zona bevande e snack, si sistemava il campo prima e dopo il riscaldamento, si tiravano le righe "Dai dai che manca mezzora, muoversi". Le birre sono al fresco? Butta l'hot dog sulla piastra, friggi quelle patatine, manca la senape chi ha visto lo scatolone della senape? " "La ClubHouse è in ordine? Spostiamo quel carrello, le palline? Il sacco delle palline? Le mazze sono già nel dugout, si, sono già pronte. Manca il caffè in sala stampa, vado io a prenderlo". "Ehi, tu, fotografo giapponese… se mi lasci in terra quel cannone-Nikon…. io mi ci posso inciampare capisci? Ti ho detto di non mettere li il tuo obiettivo da 12.000 dollari, altrimenti lo calpesto, non lo vedi che è in mezzo?" "I vecchietti… ehmm i volontari sono già tutti posizionati lungo le scale e all'ingresso di ogni settore? Chi manca? George ha avuto un problema alla prostata?.... vabbè lo sostituisce John. "Siamo proooonti?" Dai, parti con l'inno ! Che spettacolo. Che meraviglioso spettacolo. Non potete nella vostra vita, non provare a vivere una cosa del genere. Forza, dai darsi una mossa!
Da St.Louis (Missouri), gli inviati Daniele Mattioli e Roberto Mantovani
Nelle foto, la festa dei St.Louis Cardinals dopo l'ultimo out di gara sette (Matt Slocum/Associated Press per NyTimes.com), Pujols dopo aver colpito il terzo fuoricampo durante gara tre delle World Series 2011 (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), il nostro Daniele Mattioli mentre intervista Derek Holland dopo gara quattro (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), il tuffo di Chris Carpenter in prima base per eliminare un corridore dei Texas Rangers nella prima partita delle Finali (Chris Lee per St.LouisToday.com).
Nelle altre foto, Tony LaRussa alza il Titolo vinto (Roberto Mantovani per Grandeslam.net), David Freese festeggia dopo il triplo colpito al nono inning di gara sei (Getty Images per Espn.com) e il palco per la premiazione delle World Series 2011 (Roberto Mantovani per Grandeslam.net).