Quasi tutta la popolazione di San Francisco è per strada, in attesa del passaggio degli eroi delle World Series. Market Street è dominata dal nero e dall’arancio, non ci sono altri colori, il 31 Ottobre 2012, a decorare la città.

I tifosi lungo Market Street sono circa un milione, un numero impressionante che dimostra quanto la città sia unita alla squadra. Numerosissimi erano anche i tifosi che hanno seguito lo streaming della parata dal sito dei Giants, da tutte le parti del mondo (compresa l’Italia, ovviamente).

Per ore, chiunque fosse a San Francisco, si è fatto trascinare dall’entusiasmo dell’arrivo dei Giants. Rispetto al 2010, quando il titolo arrivò quasi a sorpresa, c’è la consapevolezza di ciò che è stato realizzato, e l’entusiasmo dei tifosi ne è la dimostrazione.

Al termine della sfilata, il corteo giunge presso lo splendido municipio di San Francisco.
A presenziare ci sono anche i grandi del passato, da McCovey a Cepeda, da Mays a Marichal.
Dopo la presentazione dei giocatori (grandissimi applausi soprattutto per Zito, Posey e Sandoval) si passa ai discorsi.

Il primo a prendere il microfono è il sindaco della città che esordisce con un sonoro: “Let’s go, Giants!”. La folla è al settimo cielo.
Dopo un breve discorso sull’unità della squadra e sul non mollare mai, arriva il momento topico della consegna delle chiavi della città all’intera organizzazione dei Giants, per la prima volta nella storia la chiave della città non viene consegnata ad una sola persona (come avvenne in occasione del perfect game di Cain) ma ad una squadra.

Anche Brian Sabean, il GM dei Giants, prende il microfono: “Oggi è il giorno della rinascita, abbiamo il diritto di rivendicare il paradiso del baseball. Questa è la mecca del baseball, San Francisco, California. Le persone dimenticano che questa squadra ha vinto 94 partite durante la regular season, in una division che è forse una delle più sottovalutate nello sport, ha sconfitto due grandi squadre per vincere la National League per poi andare a vincere a Detroit, che, con tutto il rispetto, non sapeva dove era finita.”

Grandi applausi anche per i giocatori, in particolar modo per Posey che ha parlato ai tifosi: “Guardarsi attorno e vedere l’eccitazione e la felicità sui volti di tutti, ti fa realizzare che tutto questo significa molto di più che vincere una partita. Stiamo parlando di realizzare ricordi con amici e parenti che dureranno per sempre.

Anche Romo prende il microfono: “Siamo un esempio di questa città. Guardate alle diverse personalità, da dove veniamo, facce diverse da posti diversi. Guardate i miei compagni, tutti hanno una storia diversa. Ma tutti avevamo un solo obiettivo in testa, avevamo un solo lavoro da svolgere, un solo sogno da realizzare, ed era quello di diventare campioni del mondo come un gruppo unito.

La cerimonia si è conclusa con una sorpresa. Tony Bennett è salito sul palco cantando ‘I left my heart in San Francisco’, canzone che viene suonata all’AT&T Park dopo ogni vittoria dei Giants.

Senza dubbio tante persone, ieri, hanno lasciato il cuore a San Francisco.

di Angelo Cappa

Nella foto, i San Francisco Giants in posa per una foto al termine dei festeggiamenti. (Thearon W. Henderson/Getty Images da Espn.com).


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