A TU PER TU CON...AZZURRA BARONCINI, PROSPETTO ITALIANO IMPEGNATO NELLE HIGH-SCHOOL AMERICANE
Azzurra Baroncini, 17 anni, da Livorno. Un carattere deciso, determinato, incapace di fermarsi davanti alle difficoltà. E' un treno in corsa, affronta le giornate della sua vita tuffandosi dentro al mare delle attività scolastiche, sportive e sociali che si affollano senza soluzione di continuità.
Il 2016 per Azzurra sarà un anno da ricordare e da raccontare. Ad aprile, durante l'incontro dell'Italian Softball League tra Collecchio e Sestese, la squadra in cui gioca, viene chiamata ad un turno di battuta da pinch hitter, al quinto inning. E' il suo esordio in ISL. L'emozione non la tradisce, il suo fisico potente l'aiuta a battere la prima palla e di farla arrivare oltre la recinzione del campo. Il battesimo nella massima serie, per Azzurra, è stato quello. Oggi si trova in America, nel Missouri, nel nord della città di Kansas City e frequenta la Winnetonka High School. L'abbiamo contattata per ascoltare da lei il racconto di questa esperienza americana nella nostra rubrica ‘’A tu per tu con..’’.
Parliamo con te di questa avventura americana.
In questa nuova vita mi sto trovando abbastanza bene. Ovviamente ho trovato molte differenze e, probabilmente, lungo il mio percorso ne troverò altre che, nel bene e nel male, faranno parte di questa esperienza che mi sta facendo crescere molto. Prima di arrivare alla mia destinazione finale sono stata 4 giorni a New York per un orientamento con l’associazione che coordina molti studenti che, come me, vogliono “tuffarsi” in questa esperienza.
New York? Un sogno per chi ama il baseball…
A dir la verità, non credo di essermi goduta a pieno quei giorni, perché la stanchezza e la voglia di conoscere la mia nuova famiglia sovrastava la voglia di stare attenta ad ascoltare le migliaia di regole che l’associazione ci imponeva. Aspettavo il 5 Agosto da quando, a Ottobre del 2015, ho deciso di iniziare ad informarmi e a riempire tutti i moduli che avrebbero permesso alle famiglie che vogliono ospitare, di leggere tutte le mie abitudini e tutti i motivi per i quali ho deciso di voler fare le valigie e volare in America e quel giorno era finalmente arrivato!
Come è stato l'incontro con la tua seconda famiglia?
La mia famiglia era li ad aspettarmi, con un sorriso a 32 denti e la voglia di farmi scoprire questo meraviglioso posto. I primi giorni sono stati come una vacanza per me, tutto filava liscio, anche se non capivo all’incirca niente di quello che mi veniva detto (ops), ma quando la scuola è iniziata, ho cominciato ad incontrare le prime difficoltà. Il sistema scolastico e’ molto diverso dal nostro e ad elencare tutte le differenze ci potrei scrivere un libro.
Quali erano i tuoi timori?
La mia più grande preoccupazione era la lingua, la paura di non capire e di non essere capita e, quindi, di non potermi relazionare bene con le persone, farmi degli amici.
Come hai superato quel momento?
Grazie alla squadra di softball, in cui sono stata inserita appena sono arrivata, ho conosciuto delle ragazze che sono state, da subito, aperte e gentili e mi hanno aiutato a conoscere altre persone all’interno della scuola.
Ecco, parliamo di softball: come ti sei trovata?
Parlando di softball purtroppo la stagione delle high school è molto breve. La prima partita é stata giocata intorno al 25 agosto mentre l’ultima é stata il primo di ottobre. La squadra non era ad un basso livello, ma neanche troppo alto. In generale non credo che le squadre di softball della high school vengano curate come quelle di altri sport, sempre all’interno della scuola. Probabilmente mi viene da dire questo perché’ sono sempre stata abituata ad allenarmi duro e il tipo di allenamento che mi sono trovata a fare non era proprio quello che pensavo di trovare in America.
Quindi stagione di softball già finita. Adesso cosa farai?
Da un mese ho iniziato ad allenarmi nella squadra di basket della scuola e ne faro’ parte fino a fine febbraio. Per la primavera ho già fatto un tryout per una squadra di softball al di fuori della scuola e sono stata scelta. Attualmente non so ancora, con certezza, se ne faro’ parte, perché prima dobbiamo conciliare tutti i vari impegni della mia famiglia ospitante.
Hai contatti con altri ragazzi italiani che, come te, vivono questa esperienza americana?
Si, in tutto quello di cui ho parlato, ho sempre parlato al singolare, ma ci tengo a dire che, fortunatamente, ho avuto il piacere di conoscere Gloria Di Lauro, una giocatrice di Bollate, che sta condividendo questo viaggio con me. Purtroppo non ha potuto giocare con la squadra della scuola insieme a me, per motivi di regole dello Stato del Missouri, in quanto il suo “babbo ospitante” e’ l’allenatore della squadra. Ma sono contenta che abbia potuto giocare comunque in un club e si sia fatta valere.
Quella che stai vivendo è un'avventura speciale, che non tutti i ragazzi hanno l'opportunità di vivere. Ti senti un po' fortunata?
Si lo sono. Vorrei ringraziare la mia famiglia italiana, la mia vera famiglia, che mi sta supportando in tutto quello che sto facendo e decidendo di fare in futuro …renderli orgogliosi di me è la cosa più’ bella.
di Cristina Pivirotto
Nella foto, un primo piano di Azzurra Baroncini.
Il 2016 per Azzurra sarà un anno da ricordare e da raccontare. Ad aprile, durante l'incontro dell'Italian Softball League tra Collecchio e Sestese, la squadra in cui gioca, viene chiamata ad un turno di battuta da pinch hitter, al quinto inning. E' il suo esordio in ISL. L'emozione non la tradisce, il suo fisico potente l'aiuta a battere la prima palla e di farla arrivare oltre la recinzione del campo. Il battesimo nella massima serie, per Azzurra, è stato quello. Oggi si trova in America, nel Missouri, nel nord della città di Kansas City e frequenta la Winnetonka High School. L'abbiamo contattata per ascoltare da lei il racconto di questa esperienza americana nella nostra rubrica ‘’A tu per tu con..’’.
Parliamo con te di questa avventura americana.
In questa nuova vita mi sto trovando abbastanza bene. Ovviamente ho trovato molte differenze e, probabilmente, lungo il mio percorso ne troverò altre che, nel bene e nel male, faranno parte di questa esperienza che mi sta facendo crescere molto. Prima di arrivare alla mia destinazione finale sono stata 4 giorni a New York per un orientamento con l’associazione che coordina molti studenti che, come me, vogliono “tuffarsi” in questa esperienza.
New York? Un sogno per chi ama il baseball…
A dir la verità, non credo di essermi goduta a pieno quei giorni, perché la stanchezza e la voglia di conoscere la mia nuova famiglia sovrastava la voglia di stare attenta ad ascoltare le migliaia di regole che l’associazione ci imponeva. Aspettavo il 5 Agosto da quando, a Ottobre del 2015, ho deciso di iniziare ad informarmi e a riempire tutti i moduli che avrebbero permesso alle famiglie che vogliono ospitare, di leggere tutte le mie abitudini e tutti i motivi per i quali ho deciso di voler fare le valigie e volare in America e quel giorno era finalmente arrivato!
Come è stato l'incontro con la tua seconda famiglia?
La mia famiglia era li ad aspettarmi, con un sorriso a 32 denti e la voglia di farmi scoprire questo meraviglioso posto. I primi giorni sono stati come una vacanza per me, tutto filava liscio, anche se non capivo all’incirca niente di quello che mi veniva detto (ops), ma quando la scuola è iniziata, ho cominciato ad incontrare le prime difficoltà. Il sistema scolastico e’ molto diverso dal nostro e ad elencare tutte le differenze ci potrei scrivere un libro.
Quali erano i tuoi timori?
La mia più grande preoccupazione era la lingua, la paura di non capire e di non essere capita e, quindi, di non potermi relazionare bene con le persone, farmi degli amici.
Come hai superato quel momento?
Grazie alla squadra di softball, in cui sono stata inserita appena sono arrivata, ho conosciuto delle ragazze che sono state, da subito, aperte e gentili e mi hanno aiutato a conoscere altre persone all’interno della scuola.
Ecco, parliamo di softball: come ti sei trovata?
Parlando di softball purtroppo la stagione delle high school è molto breve. La prima partita é stata giocata intorno al 25 agosto mentre l’ultima é stata il primo di ottobre. La squadra non era ad un basso livello, ma neanche troppo alto. In generale non credo che le squadre di softball della high school vengano curate come quelle di altri sport, sempre all’interno della scuola. Probabilmente mi viene da dire questo perché’ sono sempre stata abituata ad allenarmi duro e il tipo di allenamento che mi sono trovata a fare non era proprio quello che pensavo di trovare in America.
Quindi stagione di softball già finita. Adesso cosa farai?
Da un mese ho iniziato ad allenarmi nella squadra di basket della scuola e ne faro’ parte fino a fine febbraio. Per la primavera ho già fatto un tryout per una squadra di softball al di fuori della scuola e sono stata scelta. Attualmente non so ancora, con certezza, se ne faro’ parte, perché prima dobbiamo conciliare tutti i vari impegni della mia famiglia ospitante.
Hai contatti con altri ragazzi italiani che, come te, vivono questa esperienza americana?
Si, in tutto quello di cui ho parlato, ho sempre parlato al singolare, ma ci tengo a dire che, fortunatamente, ho avuto il piacere di conoscere Gloria Di Lauro, una giocatrice di Bollate, che sta condividendo questo viaggio con me. Purtroppo non ha potuto giocare con la squadra della scuola insieme a me, per motivi di regole dello Stato del Missouri, in quanto il suo “babbo ospitante” e’ l’allenatore della squadra. Ma sono contenta che abbia potuto giocare comunque in un club e si sia fatta valere.
Quella che stai vivendo è un'avventura speciale, che non tutti i ragazzi hanno l'opportunità di vivere. Ti senti un po' fortunata?
Si lo sono. Vorrei ringraziare la mia famiglia italiana, la mia vera famiglia, che mi sta supportando in tutto quello che sto facendo e decidendo di fare in futuro …renderli orgogliosi di me è la cosa più’ bella.
di Cristina Pivirotto
Nella foto, un primo piano di Azzurra Baroncini.