Le sette trasferte nella costa d'oro ci hanno regalato ben poche emozioni: ma tante belle soddisfazioni al pubblico casalingo, perché noi siamo generosi verso la gente del Far West.
Bisognava tornare a casa con almeno sei vittorie per alimentare quella teoria del "tutto-è-possibile", invece no. In sette partite "Puntiamo-Runniamo" solamente 14 volte, e allora ce lo meritiamo.
Abbiamo deciso in partenza che sarà una stagione da schifo? E così sia.

A Seattle, un 2-2 che ha il sapore di sconfitta. A Seattle, se ne vinciamo due con Cook e Padilla non possiamo certo guardare i Mariners dall'alto in basso, con quella sana ed antipatica aria da superiori....!
A Seattle rimediamo uno stentato pareggio grazie a Pedey-Pedroia. A Seattle dobbiamo anche tirare un sospiro di sollievo perché Mariners si sono auto-evirati escludendo dalle loro fila quel mazzuolatore chiamato Alex Liddi: grazie, Marinai, grazie.

Note positive degne di nota da Seattle? Un ottimo Morales capace di rimanere illeso per 7 innings viene solo fregato dai propri compagni di squadra. Un idilliaco Aaron Cook ci regala un shutout da 2 hit in soli 81 lanci: niente male. Quei 4 fuoricampo, quasi di fila che hanno adrenalizzato il mio fisico, nel pieno della notte. E ci congediamo dallo splendido Safeco-Field con la prima vittoria agli extra-inning (prima si leggeva tristemente 0-5), grazie ai nostri "vecchi" Dustin e David.
In questo meraviglioso Ballpark torneremo a fine estate, quando i giochi saranno già fatti: ai primi di settembre.... settembre?  Settembre... cos'è settembre? Dopo il 2011 non conosco più settembre.

Arriviamo a San Francisco, scusate Oakland.
Al The-Coliseum giallo verde si trafila la disfatta: tre belle scoppole dagli A's.
Gli ex Coco Crisp (06-07-08) e Josh Reddick (09-10-11) si divertono ad impallinarci, e fanno bene. Collezionano da soli 6 Hit e 4 RBI, corrono e fanno quello che devono fare gli ex...: stangarti.
Sotto la voce Team-RISP, nelle tre partite con gli Athletics, si manifesta una vergogna che neanche ve lo riporto. Non ve lo dico. Andate a fare i conti da soli. Non parlo nemmeno sotto tortura, mi vergogno. No, non lo dico. Le mie dita si rifiutano di digitare quei numeri. Ho detto no. ripeto NO. Ok faccio la spia: Red Sox Team RISP 2-for-17. Ok l'ho detto.
Ma se il problema fosse tutto racchiuso in quella media, ok, parliamone. ma se avete visto le partite non c'è molto da discutere. C'è da prendere subito l'aereo e ritornare, mesti mesti verso la costa amica.

Notizie positive degne di nota da Oakland? Ahhahah, si una c'è, evviva, una c'è. Big Papi, David Ortiz, Nostro Signore Salvatore dell'umore, Testimone Artefice  e Reduce dei bei tempi che furono, Sempre degno del nostro inchino, entra nel club dei 400 HR.... quindi va a prendersi di diritto l'ovazione ed il caloroso saluto dei Californiani. Emoziona sempre vedere un pubblico "nemico" applaudire il gesto sportivo dell'avversario.... Mi commuovo sempre. Infatti, davanti allo schermo di casa mia c'ero anch'io, in piedi, simbolicamente di fianco ad Ortiz, a sollevare insieme il casco per ringraziare il pubblico degli Athletics. C'ero anch'io. E c'era anche mio figlio, che passando distrattamente mi vede in piedi, col braccio alzato che saluto il pubblico: " Ma papà, safèt??" (trad. Cosa Fai?).

Gli sgangherati Red Sox ritornano verso casa.
Non faranno nemmeno in tempo a scendere dalla scaletta dell'aereo che al Fenway Park andranno di scena quattro belle partitine "impigiamate".
Arriva la corazzata Yankees. Arrivano i Grossi. Arrivano i Leader. Arrivano i Primi. (Si, fino alla prima dei play-off).

Siamo/Siete pronti per la sfida delle sfide?
Siamo pronti, oh, noi di rosso calzettati a sweppare i cuginastri?
Siete pronti, oh, voi di righine agghindati, a subire questa quaterna così pesante?

Stay-Positive, Red Sox...(qualunque tragedia accada).

di Roberto Mantovani

Nella foto, David Ortiz batte il fuoricampo numero 400 della sua carriera (GettyImages per Espn.com).