CULTURA SPORTIVA: QUESTA SCONOSCIUTA
Quello che gli esterofili, meglio ancora gli amanti dello Sport a Stelle e Strisce danno per scontato sull’argomento pubblico allo stadio non è del tutto chiaro agli appassionati del solo calcio nostrano.
All’ennesima richiesta di chiarimenti con la seguente frase: “Ma non siete divisi in curve o settori separati ?” urge una breve radiografia del tifoso del Baseball Americano.
Stiamo parlando di Sport, di Spettacolo, di pagare un biglietto per assistere ad un evento piacevole, non di guerriglia.
Nel “favoloso mondo del Baseball MLB”, vivono delle tifoserie che sono antagoniste e “rivali” tra loro, che sentono queste speciali partite in maniera più calorosa. Queste inimicizie e contrasti tra opposte squadre e tifoserie non sono tante e si trascinano da sempre.
Come nel caso dei Dodgers e Giants, ora stanziate in California, ma che dai tempi in cui erano domiciliate a New York, si tramandano contrasti, passioni, dissidi.
Queste due squadre nate a New York e “trasferite” a suon di dollari al sole californiano, hanno mantenuto una sorta di competizione e tensione da “derby” anche se ora giocano una a Los Angeles e l’altra a San Francisco.
Nulla a che vedere con la “RIVALITA’” per eccellenza che esiste tra New York e Boston, infatti l’eterna lotta tra gli Yankees ed i Red Sox, mantenuta in vita dalla famosa maledizione di Babe Ruth non ha eguali, non la si può vivere altrove.
Negli stadi USA non esistono settori per tifoserie opposte, sono tutti mescolati, stanno tutti vicini-vicini con le famiglie, i bambini che sono tranquillamente presenti sugli spalti, in tutta sicurezza.
Sono incredibilmente certi di ritornare a casa sani e salvi dopo la partita. Possiamo dire lo stesso anche su Atalanta-Lazio, su Catania-Palermo, su Verona-Napoli?
In America, trovi al tuo fianco il tifoso della squadra avversaria, (il “nemico”) , ma senza intenzioni bellicose.
Il “fastidio” che questo tifoso-avversario potrebbe causarti può forse arrivare dalle striature biancastre sul suo cappellino, quelle dovute dal sudore asciugato, in quel “cap”-cabala che viene vissuto da troppi anni di attività come portafortuna, e guai a lavarlo….. Guai!
Male che ti vada, potrà distruggerti fisicamente sbrodolandoti addosso della senape colante dal suo hot-dog. Male che ti vada nella “obesa-America”, puoi trovare al tuo fianco il tifoso “leggermente” sovrappeso, quello che deborda nel tuo spazio con una sua trentina di chili di adipe sudaticcia.
Quel tuo innocuo vicino di seggiolino, si alzerà e ti chiederà “permesso” 20 volte durante le 4 ore della partita
per andare a prendersi da mangiare ma sull’argomento cibo, meglio dedicare un capitolo a parte ne riparleremo !
Il pubblico di casa, nel Baseball-USA, entra sereno ed esce tranquillo dallo stadio, sia in caso di vittoria sia in caso
di sonora sconfitta, (escludiamo Yankees - Red Sox da questa frase per favore……)
I tifosi non inveiscono contro i giocatori avversari colpevoli di aver fatto una bella giocata, non insultano preventivamente gli avversari quando si preparano alla battuta….. (torniamo ad escludere Red Sox – Yankees per favore…..)
Sono abituati alle sconfitte casalinghe, i tifosi, perché nel campionato MLB c’è un grande equilibrio tra le “grandi” e le altre. Perfino le BIG, quelle che andranno a giocarsi la Post-Season, quelle potenze che alla fine lotteranno per le World Series su 80 partite giocate nel proprio stadio, ne perderanno ben 30!
Finita la partita, diciamo dopo 3-4 ore di Baseball, e dopo almeno 6-7000 calorie incamerate dagli hot-dog e birre, sconfitti e vincitori si mescolano tra loro sulle scale di uscita: “prego, passa pure, un sorriso, il saluto gentile”. Ecco, sinceramente, io faccio veramente fatica ad accettarlo dal tifoso dell’altra squadra, non sono ancora abituato a tutto ciò. Io per le scale, sono sempre in attesa di uno sgambetto volontario che NON ARRIVA MAI!
E non arriverà mai…. (escludiamo sempre Yankees – Red Sox , oramai si è capito).
Ma dico io...vengo in casa tua, ti distruggo nel punteggio, ti umilio nelle valide, ti sparo quattro fuoricampo e avanti ancora. Godo di un errore arbitrale vergognoso in mio favore, ti esulto in faccia al terzo strike-out di fila e tu mi metti in imbarazzo dandomi “il cinque” ad ogni fuoricampo che prendi?
Tu non mi guardi in cagnesco neanche all’uscita, mi fai passare davanti sorridendomi lungo le scale, mentre io penso “ecco che mi fa i garetti………”.
Invece no. E al mio timido “grazie” tu mi spari il tuo “You’re welcome” !
Ma cavolo! Ma mandami a quel paese, fammi del male, dai, almeno rigami la macchina...
Non siamo nemmeno capaci di capirla questa sportività, ma è piacevole, è attraente, è ORGASMICA, è contagiosa.
di Roberto Mantovani