Non è che Ryan Howard abbia molto da perdere. L’uomo da 58 fuoricampo in una stagione non c’e’ più da un pezzo.
Ciò che rimane sono i 25 milioni di dollari da intascare per quest’anno, l’ultimo di un contratto lungo tutta una vita da pro coi Phillies. Un portafogli che si gonfierà in panchina, probabilmente, stante le ultime decisioni del manager di Philadelphia, che vuole dare più di una chance al giovane prima base Tommy Joseph.

Ad espressa domanda dei giornalisti, i quali gli hanno chiesto delle possibilita’ del rookie di mantenere il piede sul cuscino anche dopo le prime uscite “di prova”, Mackanin ha risposto che il giocatore: “sarà il prima base della squadra per il prossimo periodo.”

Comunque, anche se Howard tornasse in lineup, si puo’ dire che (finalmente?) la franchigia inizia a pensare sul serio di sostituire “The big piece”, dopo aver sistematicamente fallito, nel corso delle ultime stagioni, nel tentativo di trovare un partner disposto ad accollarsi un ingaggio oneroso, troppo oneroso, visto il rendimento del giocatore del Missouri. Non sono riusciti a venderlo, e le statistiche impietose lo hanno destinato alla panchina.

Sono forse prematuri e duri, questi titoli di coda, ma del resto i Phillies, col loro attuale record, vicino fino ad una settimana fa ad un’inattesa quota .500, non possono permettersi il costantemente scarso rendimento di Howard. Nessuno vuol vedere una stella ammuffire in panchina, ma il management deve rispettare i suoi giocatori e i tifosi di Citizens Bank Park (tifosi – o presunti tali – visto che due sabati addietro non hanno mostrato d’altro canto la minima decenza, colpendo il giocatore con una bottiglia di birra).

PS Ryan Howard fino al 2011 (rottura del tendine d’Achille) era un fenomeno, e ci sara’ tempo per tributargli i giusti onori. Ma è ora: che inizi l’uscita di scena.

di Andrea Comotti


Nella foto, un primo piano di Ryan Howard (AP-UsaToday.com).