I Tampa Bay Rays e i Baltimore Orioles annientano rispettivamente New York e Minnesota e si portano di conseguenza al comando della Division.

Tre vittorie senza storia di Tampa sugli Yankees, uno sweep che non deve illudere i Floridians e non deve far disperare i NewYorkesi, anche perché se proprio lo devo scrivere, ricordo bene la stagione 1998, quando gli Yankees iniziarono ugualmente male, ma raggiunsero a fine stagione il punteggio record di 114 vittorie, per poi concludere trionfando le World Series umiliando i Padres 4-0.
Questo è per farci capire quanto poco può contare un aprile, a differenza invece di un più decisivo settembre, come il Black-September di Boston 2011 ci ricorda.... (sob).

Nelle fila Yankees, da sottolineare le inefficaci prestazioni dei non-pervenuti Jeter, Cano, Granderson, e ancor peggio del sonnolento Teixeira. Girardi avrà il suo bel da fare.
A Tampa si fanno notare Scott, Jennings, un ottimo Longoria ed un devastante Carlos Pena. Sicuramente un "Opening Weekend" targato Pena, che grazie ai suoi 6 HIT e 7 RBI, mette a sedere New York.
Tampa che BOOM, si propone subito al vertice.

Passiamo a Baltimore, dove gli Orioles iniziano col piede giusto: come una formichina, grazie al solito Markakis, mettono da parte la pratica Minnesota Twins, e fanno bottino pieno. Senza strafare, senza colpi eclatanti Baltimore si conquista quelle tre "W" che fanno morale, in vista della imminente sfida all'Oriole Park che li vedrà ospitare gli spenti Yankees.

A quota 2 vittorie troviamo gli ottimi Blue Jays, che hanno offerto spettacolo a Cleveland: nei primi due incontri ci hanno messo ben 16 e 12 innings per avere la meglio degli Indians. Non sono riusciti a fare terna, perché sulla loro strada hanno trovato il catcher "indiano" Santana che si è voluto regalare una grande giornata, proprio nel giorno del suo compleanno.

Ma arriviamo alla nota di colore, che caratterizza spesso questa Division: i soliti Red Sox.
Ci sta perdere 3 partite a Detroit, ci sta. Soprattutto in questo 2012, che verrà caratterizzato nella parte American, dalla supremazia Tigers.
Ma come perdere? Alla solita maniera dei Bostoniani, naturalmente, perché con i Red Sox non è mai finita.

Andiamo con ordine. All'Opening Game del Comerica-Park, un ottimo Lester tiene botta al favoloso Verlander ed il tutto viene deciso in uno sfortunato nono inning: ci sta perdere, ci sta. Proseguiamo.

Nel secondo incontro, con l'aiuto di Young ed Avila, la coppia stratosferica Cabrera-Fielder asfalta letteralmente Boston e Beckett (5 homers sul groppone): ci sta perdere contro questi marziani, ci sta.

Nel terzo incontro, ecco che rinasce (è Pasqua, ma cosa centra?) il solito, classico atteggiamento auto-eviraratorio, tipico proprio dei Red Sox: gran partita, 35 valide, 25 punti totali, quasi 5 ore di match, 11 inning, gran bella giornata soleggiata. Potevano vincerla per caso i Red Sox? Ma quando mai.

Troppo lunga, tesa, bella, brutta... da raccontare.
Troppa roba. Un quasi errore di Ellsbury che regala 3 punti a Detroit. Punto ed Aviles che si guadagnano 3 valide e 3 RBI ciascuno. Ortiz e Gonzalez sempre presenti, per fortuna....
Vi basti solo questo: alla nona ripresa Boston è sopra di tre punti e figuriamoci se il closer di turno (mannaggia a chi aveva Papelbon in casa e l'ha lasciato andare via...) non si fa rimontare.
All'11° comandano ancora i Red Sox di altri 2 punti e sembrava fatta. "Sembrava"...

Non è necessario proseguire l'agonia di questo articolo.

P.S. Mamma mia che Tigers... (ma questa è un'altra storia e un'altra Division).

di Roberto Mantovani

Nella foto, Hiroki Kuroda è a terra così come i New York Yankees dopo le prime tre partite giocate (Al Messerschmidt/Getty Images per sports.yahoo.com).