DOPO LE PRIME DUE PARTITE, LE WORLD SERIES SI SPOSTANO A SAN FRANCISCO
Con quali stati d’animo San Francisco Giants e Kansas City Royals hanno preso il volo per la Bay Area?
Tra tutte le statistiche a disposizione, ce ne sono un paio che, visto l’andamento degli incontri, paiono piu’ indicative di altre per sciogliere il quesito: prima del sesto inning di mercoledi’ sera, solo una volta durante l’intera postseason i californiani avevano concesso piu’ di due punti in una ripresa; il 7 a 2 di gara 2, conseguito anche grazie ai suoi 3 inning e 2/3 immacolati, ha permesso al bullpen dei boys in blue di aggiudicarsi la settima vittoria su nove partite di questo finale di stagione.
In casa Giants, la sconfitta al Kauffman Stadium riporta a galla problemi che, nel recente periodo, erano stati ben celati. Partiamo dai rilievi: Hunter Strickland ha concesso il quinto fuoricampo della sua postseason; Jean Machi ha alzato la sua media pgl a 7,71 e la prima apparizione di Lincecum sul monte di lancio dopo la regular season, sebbene eccellente, potrebbe anche essere l’ultima: il problema alla schiena che ha causato la sua anticipata uscita dal campo potrebbe rivelarsi un infortunio piu’ serio del previsto. Nel sesto inning di mercoledi’, sono poi usciti i limiti di braccio di Travis Ishikawa, un prima base trasformato in outfielder: mentre Lorenzo Cain raggiungeva il piatto di casa-base per il punto del 3 a 2, il debole lancio del mancino dei Giants si dimostrava non all’altezza di un esterno da World Series. L’ottima performance di Madison Bumgarner in gara-1 aveva fatto forse dimenticare i limiti di una squadra che ha finito la regular season con 88 vittorie.
Kansas City arriva all’AT&T Park – lo stadio dell’intera MLB dove, secondo le statistiche, e’ piu’ difficile realizzare un home run – per la prima volta dal 2005. Forse e’ per questo che il manager, Ned Yost, ha ordinato un giovedi’ sul campo per i suoi; Cain e compagnia, sugli esterni, potrebbero infatti fare la differenza in difesa. In American League, era dal 1959 che la franchigia ultima in stagione regolare per numero di fuoricampo, non arrivava alla postseason. Ma non pare essere un problema: il tanto celebrato “small ball” di Kansas City – difesa, aggressivita’ e pitching – arriva in un ballpark che si confa’ al proprio stile di gioco.
La strada per gara-5 – dove sul monte di lancio probabilmente Bumgarner tornera’ a sfidare un Jason Shields che vorra’ finalmente tenere fede al proprio soprannome (“Big game”) – e’ lunga; d’altro canto, il partente dei Royals e’ capace di ammutolire l’attacco californiano: lo ha gia’ fatto in regular season, il 9 agosto, nella vittoria dei suoi per 5 a 0.
Calma, però. Era una vita fa, siamo solo a gara-3 e queste sono le wild, “Wild Card” World Series. Comunque vada, sara’ uno spettacolo.
di Andrea Comotti
Nella foto, l'ingresso dell'AT&T Park in una foto delle World Series 2010 (Daniele Mattioli - Grandeslam.net).
Tra tutte le statistiche a disposizione, ce ne sono un paio che, visto l’andamento degli incontri, paiono piu’ indicative di altre per sciogliere il quesito: prima del sesto inning di mercoledi’ sera, solo una volta durante l’intera postseason i californiani avevano concesso piu’ di due punti in una ripresa; il 7 a 2 di gara 2, conseguito anche grazie ai suoi 3 inning e 2/3 immacolati, ha permesso al bullpen dei boys in blue di aggiudicarsi la settima vittoria su nove partite di questo finale di stagione.
In casa Giants, la sconfitta al Kauffman Stadium riporta a galla problemi che, nel recente periodo, erano stati ben celati. Partiamo dai rilievi: Hunter Strickland ha concesso il quinto fuoricampo della sua postseason; Jean Machi ha alzato la sua media pgl a 7,71 e la prima apparizione di Lincecum sul monte di lancio dopo la regular season, sebbene eccellente, potrebbe anche essere l’ultima: il problema alla schiena che ha causato la sua anticipata uscita dal campo potrebbe rivelarsi un infortunio piu’ serio del previsto. Nel sesto inning di mercoledi’, sono poi usciti i limiti di braccio di Travis Ishikawa, un prima base trasformato in outfielder: mentre Lorenzo Cain raggiungeva il piatto di casa-base per il punto del 3 a 2, il debole lancio del mancino dei Giants si dimostrava non all’altezza di un esterno da World Series. L’ottima performance di Madison Bumgarner in gara-1 aveva fatto forse dimenticare i limiti di una squadra che ha finito la regular season con 88 vittorie.
Kansas City arriva all’AT&T Park – lo stadio dell’intera MLB dove, secondo le statistiche, e’ piu’ difficile realizzare un home run – per la prima volta dal 2005. Forse e’ per questo che il manager, Ned Yost, ha ordinato un giovedi’ sul campo per i suoi; Cain e compagnia, sugli esterni, potrebbero infatti fare la differenza in difesa. In American League, era dal 1959 che la franchigia ultima in stagione regolare per numero di fuoricampo, non arrivava alla postseason. Ma non pare essere un problema: il tanto celebrato “small ball” di Kansas City – difesa, aggressivita’ e pitching – arriva in un ballpark che si confa’ al proprio stile di gioco.
La strada per gara-5 – dove sul monte di lancio probabilmente Bumgarner tornera’ a sfidare un Jason Shields che vorra’ finalmente tenere fede al proprio soprannome (“Big game”) – e’ lunga; d’altro canto, il partente dei Royals e’ capace di ammutolire l’attacco californiano: lo ha gia’ fatto in regular season, il 9 agosto, nella vittoria dei suoi per 5 a 0.
Calma, però. Era una vita fa, siamo solo a gara-3 e queste sono le wild, “Wild Card” World Series. Comunque vada, sara’ uno spettacolo.
di Andrea Comotti
Nella foto, l'ingresso dell'AT&T Park in una foto delle World Series 2010 (Daniele Mattioli - Grandeslam.net).