È stato un fine settimana indimenticabile per Massimiliano Geri e per il suo Padule. La squadra toscana, dopo aver incassato 6 sconfitte nelle prime 6 partite disputate nella Italian Baseball League, ha infatti ottenuto in rimonta contro il Nettuno il primo storico successo nel massimo campionato italiano. A firmare l'impresa, sul monte di lancio, c'era Massimiliano Geri. Lo stesso pitcher toscano, risultato alla fine il lanciatore vincente dell'incontro, ci ha raccontato le sue emozioni nella tradizionale rubrica ''A tu per tu con...''.

Nella partita vinto contro il Nettuno sei entrato al settimo inning con una situazione delicata e, alla fine, ti sei portato a casa la prima vittoria in IBL della tua carriera. Raccontaci come hai vissuto quei momenti.
Durante la settimana mi era stata comunicata la decisione di far partire Zotti al posto mio, visto che a distanza di una sola settimana ci trovavamo ad incontrare di nuovo il Nettuno Baseball City.
L’idea era quella di spezzare la routine nella rotazione mostrata allo Steno Borghese, anche perchè, essendo la nostra una squadra che fino a quel momento non aveva piazzato valide nei momenti giusti, dovevamo fare tutto quello che è in nostro potere, anche strategicamente, per limitare la possibilità di subire punti.
Matthias (Zotti) è andato bene e Marco Costantini ha rilevato subito dopo. Sono entrato al 7° Inning, con 1 out, Bermudez in seconda Mazzanti nel box e partita ancora da giocare. Una situazione fighissima…ho cercato di lanciare intorno alla zona di strike su Mazzanti per riuscire a strappare un out, se capitava, ma non era fondamentale, meglio una base su ball a Mazzanti che una valida dolorosa in quella situazione. Poi sono venuti Luna, Giordani e Sparagna, che preferisco di gran lunga giocarmeli: con tre fly outs ci siamo tolti dall’inning.
Alla fine del 9° inning quando Giordani ha battuto la rimbalzante su Livinston Santaniello per il terzo out, avevo la tachicardia. Non tanto perché non mi fidassi della mia difesa, ma perché sapevo che la “W” sarebbe stata mia, la mia prima. Appena è finita c’è stato un mix di emozioni, la prima vittoria in IBL del Padule, la mia prima “W” personale in IBL contro il Nettuno, e la prima partita giocata senza mollare dal primo al nono inning da parte della squadra, tutto in casa, a Sesto Fiorentino. Come si fa a non essere romantici con il baseball? La lacrimuccia è stata automatica ma ben nascosta, eh! E’ stato un bel sabato.

Un Padule in crescendo, qualche prova nelle prime partite e poi una vittoria, affatto facile, con Nettuno. Come hai visto la tua squadra in questo inizio di campionato?

La squadra sta facendo molto bene, c’è poco da dire. Ad ogni partita riusciamo piano piano a ridurre il gap nei vari reparti, e i risultati ed i numeri lo dimostrano ampiamente. Siamo passati da subire 3 manifeste consecutive ad accorciare le distanze a 4-5 punti al massimo di scarto nelle partite perse. Nelle prime due partite con Bologna abbiamo battuto 4 valide in gara 1 e 3 valide in Gara 2, per poi passare a 7-8 valide nelle partite successive contro Parma e Nettuno, durante la prima fase.
Nella partita che abbiamo vinto contro il Nettuno Baseball City, l’attacco è stato perfetto, battendo 13 valide nei momenti necessari.
Il monte italiano sta girando molto bene. Il più sfortunato è stato Costantini contro Bologna e anche gli stranieri si stanno aggiustando al livello dei battitori di IBL: sono convinto che subiranno sempre di meno.
La squadra sta crescendo ad ogni incontro e questo è l’obiettivo di quest’anno: portare in campo un gruppo unito, una famiglia fatta di veterani e giovani innesti, nell’ottica di un programma di crescita di 2 anni. Il nostro obiettivo è far crescere tutto il gruppo in vista del campionato 2018, soprattutto i giovani, facendogli respirare l’aria della major league italiana, allenandoli in maniera più mirata e professionale, cercando di dargli la possibilità di giocare quando serve a loro come giocatori. Sarebbe inutile e sbagliato metterli in campo 18 inning a weekend, non imparerebbero niente e verrebbero bruciati, come succede nella stragrande maggioranza dei casi.

Il Padule ha dimostrato con una sola vittoria, al momento, di non essere la “matricola”, la squadra con cui fare una partita facile. Ha fatto capire che il gruppo è compatto e può farcela a sostenere questo campionato. Questo è quello che si vede dall’esterno. Tu cosa puoi immaginare nel futuro del Padule?
Il gruppo è compatto, la squadra gira molto bene e lo staff tecnico sta facendo un gran lavoro. La società si sta facendo in quattro per dare alla squadra e al pubblico, tutto ciò che gli serve e che è nelle sue possibilità per far giocare e per far vedere un bel baseball. E direi che ci stiamo tutti riuscendo: in campo i risultati si vedono, nella clubhouse si respira aria buona e allo Stadio il pubblico c’è ed è sempre coinvolto con eventi ed iniziative nuove (800 spettatori totali all’Opening Day e 200 spettatori totali con il diluvio sui due giorni contro il Nettuno – dati ufficiali della biglietteria). Siamo tutti sulla strada giusta. Vogliamo vincere contro tutte le squadre di IBL e, sicuramente, non vogliamo assolutamente essere la squadra contro la quale si raccolgono due vittorie facili e si torna a casa. Facendo un buon baseball, ci guadagniamo il rispetto di tutti sul campo, questo è indubbio. Non penso che con una sola vittoria abbiamo dimostrato quanto dicono in giro; diciamo che con quella vittoria specifica, ottenuta in quel modo, abbiamo dimostrato di essere una squadra che può stare in questo campionato tranquillamente. Il programma della società è biennale: il 2017 come rodaggio e beta test in vista del 2018, dove veterani, giovani, staff tecnico e società saranno pronti per lottare per un obiettivo più competitivo.

Se dovessi presentare la tua squadra ai lettori, cosa diresti?
Siamo toscani, e questo già dice tutto. Anche chi proviene dall’altra parte del globo, diventa un po' fiorentino qui. Ci si diverte, si ride, si mangia bene e soprattutto si sta in famiglia. La Pol. Padule Baseball è una realtà piccola, a conduzione familiare, e questo aspetto si riflette nei rapporti con tutti; è sempre stato così, ed il Presidente Romano Becchi ne ha sempre fatto motivo di orgoglio, giustamente.
Di conseguenza, a Padule non esistono prime donne: anche il più blasonato dei giocatori, il professionista o l’ex major riesce ad interfacciarsi al gruppo in maniera veloce e facile, favorendo così la crescita personale degli italiani, che hanno l’occasione di passare un campionato a fianco di giocatori di tutto rispetto provenienti dai campionati professionistici in giro per il mondo. Questo è il valore aggiunto che vanta questa società.
Non posso soffermarmi su ogni mio compagno di squadra singolarmente, ma ognuno ha le proprie qualità ed i propri assi nella manica, e ovviamente i propri difetti da correggere ed i propri e personali margini di miglioramento. La cosa che ci unisce è il mix equilibrato di Pro e Semi-Pro che compongono il team.
Abbiamo giocatori provenienti dai Cardenales de Lara della LVBP, dai Las Tunas di Cuba, dalle minors dei Cubs e molti altri giocatori provenienti dalle varie realtà di IBL e serie A Federale italiana, che creano un mix perfetto che non ha niente a che fare con il professionismo, ma piuttosto con l’apprendere l’approccio mentale ed il rispetto per il gioco del baseball. Si chiama professionalità.

di Cristina Pivirotto


Nella foto, Massimiliano Geri in azione nella partita vinta contro il Nettuno (Daniele Bettazzi).