''RICCHI'' DI TALENTO. INTERVISTA A BEATRICE RICCHI, TALENTUOSA RICEVITRICE DELLE HORNETS
Giovane, promettente, tanto talento, voglia di crescere e molta tenacia. Beatrice Ricchi, 19enne giocatrice delle Hornets, ha a portata di mano tutti gli ingredienti adatti per cucinarsi una prelibata ricetta che possa dargli la forza giusta per permetterle di accendere definitivamente la sua stella nel firmamento del softball italiano. O meglio, già dal 2008 è sotto i riflettori essendo una delle atlete più giovani, ed uno dei prospetti più interessanti attualmente in circolazione, di tutta l’Italian Softball League; però non essendo ancora ventenne vanta dei margini di miglioramento che certamente la faranno diventare una giocatrice ancora più forte. Anche in questo torneo si sta confermando ad alti livelli, assestando la sua media battuta sul 333: 11 le valide colpite, tra le quali un doppio, e 4 i punti spediti a casa.
MATTEO PETRUCCI: Qual è stato il tuo primo approccio al batti e corri?
BEATRICE RICCHI: Ho iniziato a giocare a baseball all’età di sei anni. Mio padre accompagnava me e mio fratello a vedere le partite del Rimini allo “Stadio dei Pirati”. Dopo un po’ mio fratello ha cominciato a destreggiarsi con questo sport e, quando si è così piccoli, spesso si segue chi è più grande. Lui dopo una decina di anni ha smesso, io invece ho continuato.
MATTEO PETRUCCI: Sei presto approdata in ISL dopo aver fatto vedere grandi cose nelle giovanili e nella serie B di softball. Cosa pensi sia stato determinante per il tuo percorso finora?
BEATRICE RICCHI: In serie B battevo oltre i 700 di media. Poi sono salita in ISL al primo anno nella massima serie delle Titano Hornets. I due coach della nostra squadra, Marco e Matteo Tontini, sono gli stessi che mi hanno allenato anche quando ero bambina e mi hanno voluta con loro nel roster delle sammarinesi. I miei due attuali coach mi hanno praticamente insegnato tutto quello che conosco adesso. Poi crescendo ho anche cambiato mentalità. Quest’ultima non è più quella che mi caratterizzava quando avevo 10 anni: a quell’età giocavo per divertirmi, ora è anche un po’ un lavoro.
MATTEO PETRUCCI: Quali sono gli aspetti che senti di dover perfezionare?
BEATRICE RICCHI: Devo ancora formarmi molto come mentalità. Ho vissuto dei miglioramenti ma ancora devo crescere. Adesso se qualcosa va storto spesso tengo il muso e non va certo bene. Ad ogni modo ci sto lavorando per cercare di progredire ulteriormente.
MATTEO PETRUCCI: Nonostante la tua giovane età sei una delle bandiere della formazione titana dato che giochi con quella divisa dal 2008. Come hai visto evolversi la vostra squadra sia in termini di organico che di obiettivi?
BEATRICE RICCHI: Il primo organico in assoluto del quale disponevano le Hornets era certamente il più forte che abbiamo mai avuto. Non a caso ci siamo qualificate per i play off. Poi col passare delle stagioni Marco e Matteo hanno pensato di allestire una squadra un po’ più giovane per portarla avanti facendola crescere nel tempo. Le giocatrici con esperienza fanno sempre comodo e non devi insegnargli praticamente niente. Le ragazze giovani, invece, possono fare progressi negli anni imparando a fare gruppo.
MATTEO PETRUCCI: Due week end fa hai stupito tutti con una super prestazione contro il fortissimo Caserta, chiudendo con un sonoro 4/5 nel box e due rbi. Svelaci come hai fatto.
BEATRICE RICCHI: La Selden la considero la pitcher straniera più forte del campionato. Non lancia ad una velocità esagerata ma la sua palla è mossa. Però ho notato che stando un po’ più avanti nel box riuscivo a non subire gli effetti e, girando la mazza forte, era possibile colpire la palla in campo. Carlotta Natti e Priscilla Brandi, invece, sono veramente brave e le conoscevo abbastanza bene. In generale non vado troppo d’accordo con le lanciatrici mancine.
MATTEO PETRUCCI: I vostri risultati di squadra, però, al momento non sono molto positivi.
BEATRICE RICCHI: Si, stiamo rendendo sotto le aspettative. Dopo le sconfitte con Nuoro abbiamo parlato per un’ora abbondante al termine di garadue, cercando di comorendere il perché di un doppio insuccesso contro l’ultima in classifica, due incontri che potevamo anche vincere.
MATTEO PETRUCCI: Cosa pensi della particolare situazione di classifica che state vivendo?
BEATRICE RICCHI: Non riusciamo ad allenarci tutte insieme perché c’è chi lavora e chi studia. Inoltre siamo ancora in attesa che vengano ultimati i lavori al campo di Riccione. Dobbiamo cercare di giocare bene senza fare errori, perché poi uno sbaglio facilita l’arrivo di altre imprecisione perché il morale si abbassa. Spesso, poi, è capitato che l’errore ci costasse la partita.
da San Marino, il nostro corrispondente Matteo Petrucci
Nella foto, Beatrice Ricchi impegnata nel box di battuta.
MATTEO PETRUCCI: Qual è stato il tuo primo approccio al batti e corri?
BEATRICE RICCHI: Ho iniziato a giocare a baseball all’età di sei anni. Mio padre accompagnava me e mio fratello a vedere le partite del Rimini allo “Stadio dei Pirati”. Dopo un po’ mio fratello ha cominciato a destreggiarsi con questo sport e, quando si è così piccoli, spesso si segue chi è più grande. Lui dopo una decina di anni ha smesso, io invece ho continuato.
MATTEO PETRUCCI: Sei presto approdata in ISL dopo aver fatto vedere grandi cose nelle giovanili e nella serie B di softball. Cosa pensi sia stato determinante per il tuo percorso finora?
BEATRICE RICCHI: In serie B battevo oltre i 700 di media. Poi sono salita in ISL al primo anno nella massima serie delle Titano Hornets. I due coach della nostra squadra, Marco e Matteo Tontini, sono gli stessi che mi hanno allenato anche quando ero bambina e mi hanno voluta con loro nel roster delle sammarinesi. I miei due attuali coach mi hanno praticamente insegnato tutto quello che conosco adesso. Poi crescendo ho anche cambiato mentalità. Quest’ultima non è più quella che mi caratterizzava quando avevo 10 anni: a quell’età giocavo per divertirmi, ora è anche un po’ un lavoro.
MATTEO PETRUCCI: Quali sono gli aspetti che senti di dover perfezionare?
BEATRICE RICCHI: Devo ancora formarmi molto come mentalità. Ho vissuto dei miglioramenti ma ancora devo crescere. Adesso se qualcosa va storto spesso tengo il muso e non va certo bene. Ad ogni modo ci sto lavorando per cercare di progredire ulteriormente.
MATTEO PETRUCCI: Nonostante la tua giovane età sei una delle bandiere della formazione titana dato che giochi con quella divisa dal 2008. Come hai visto evolversi la vostra squadra sia in termini di organico che di obiettivi?
BEATRICE RICCHI: Il primo organico in assoluto del quale disponevano le Hornets era certamente il più forte che abbiamo mai avuto. Non a caso ci siamo qualificate per i play off. Poi col passare delle stagioni Marco e Matteo hanno pensato di allestire una squadra un po’ più giovane per portarla avanti facendola crescere nel tempo. Le giocatrici con esperienza fanno sempre comodo e non devi insegnargli praticamente niente. Le ragazze giovani, invece, possono fare progressi negli anni imparando a fare gruppo.
MATTEO PETRUCCI: Due week end fa hai stupito tutti con una super prestazione contro il fortissimo Caserta, chiudendo con un sonoro 4/5 nel box e due rbi. Svelaci come hai fatto.
BEATRICE RICCHI: La Selden la considero la pitcher straniera più forte del campionato. Non lancia ad una velocità esagerata ma la sua palla è mossa. Però ho notato che stando un po’ più avanti nel box riuscivo a non subire gli effetti e, girando la mazza forte, era possibile colpire la palla in campo. Carlotta Natti e Priscilla Brandi, invece, sono veramente brave e le conoscevo abbastanza bene. In generale non vado troppo d’accordo con le lanciatrici mancine.
MATTEO PETRUCCI: I vostri risultati di squadra, però, al momento non sono molto positivi.
BEATRICE RICCHI: Si, stiamo rendendo sotto le aspettative. Dopo le sconfitte con Nuoro abbiamo parlato per un’ora abbondante al termine di garadue, cercando di comorendere il perché di un doppio insuccesso contro l’ultima in classifica, due incontri che potevamo anche vincere.
MATTEO PETRUCCI: Cosa pensi della particolare situazione di classifica che state vivendo?
BEATRICE RICCHI: Non riusciamo ad allenarci tutte insieme perché c’è chi lavora e chi studia. Inoltre siamo ancora in attesa che vengano ultimati i lavori al campo di Riccione. Dobbiamo cercare di giocare bene senza fare errori, perché poi uno sbaglio facilita l’arrivo di altre imprecisione perché il morale si abbassa. Spesso, poi, è capitato che l’errore ci costasse la partita.
da San Marino, il nostro corrispondente Matteo Petrucci
Nella foto, Beatrice Ricchi impegnata nel box di battuta.