Dal parquet di Colonia al diamante dello Sloan Park di Mesa negli Stati Uniti: un'altra Italia compie un'impresa che resterà nella memoria e negli annali dello sport azzurro, quella di battere i più forti del mondo.

Eh sì, perchè se nel lontano 2004 Giacomo Galanda e i suoi seppero battere nel basket addirittura 95-74 il Dream Team USA, ieri sera Chiarini e soci – grazie ad un fuoricampo di Segedin al nono inning – hanno piegato per 8-7 i campioni del mondo in carica dei Chicago Cubs.

Un'analogia che, come per i cestisti di Recalcati, speriamo possa portare bene: i giganti della pallacanestro infatti seppero caricarsi da quella vittoria ed arrampicarsi soltanto qualche settimana dopo sino all'argento olimpico, mentre la squadra di Marco Mazzieri deve pensare subito a superare quello che tutti hanno definito come il “Gruppo della Morte”; vista la presenza di Messico, Venezuela e Portorico.

Ma nel baseball si sa: non si parte battuti in partenza e come asseriva Yogi Berra “non è finita, finchè non è finita”. Gli stessi azzurri, con un roster diverso, senza ad esempio da quell'Anthony Rizzo che ieri ha giocato con la maglia dei suoi Chicago Cubs, nel Classic 2013 stupirono il mondo consacrandosi come sorpresa della manifestazione arrivando alla seconda fase in cui poi, davvero per poco, non riuscirono a trovare lo spunto finale per battere formazioni più accreditate. Speriamo ci possa essere il bis in questa nuova edizione del torneo.

di Michele Cassano


Nella foto, Cervelli dell'Italia nel box di battuta contro i Cubs (MG - Oldmanagency da FIBS.it).