Pete Mackanin, l’attuale manager ad interim di Philadelphia, aveva ventun anni quando, nel 1973, debuttò con la casacca dei Texas Rangers. Non vedeva l’ora di confrontarsi con le fastball dei pitcher professionisti, ma il giorno del suo esordio si confrontò con il White Sox Wilbur Wood, uno specialista della knuckleball che lo mandò 0 su 4 al piatto: “Letteralmente: le ginocchia mi tremavano. Continuavo a muovermi avanti e indietro nella speranza che nessuno se ne accorgesse”.

Mackanin conosce quindi lo stato d’animo che sta accompagnando Aaron Nola in queste ore.

Il gran giorno è fissato per martedì 21 luglio contro Tampa Bay. Un esordio soft – almeno sulla carta, guardando alle mediocri statistiche delle mazze dei Rays – per il nuovo numero 27 dei Philadelphia Phillies, settima scelta assoluta del draft dello scorso anno (NdR: l’amato numero 10, indossato fin dai tempi del college, è oggi sulle spalle del coach Larry Bowa).

I tifosi invocano a gran voce il nome di Nola: ma sanno cosa attendersi?

Non si aspettino un nuovo Max Scherzer: nelle Minors, la sua media è di circa sette strike out e mezzo per nove inning, con una percentuale del 21,1%.

Non si aspettino di vedere le stesse fastball che Noah Synderggard sta sfoderando dal monte di lancio di Citi Field: la velocità di punta che raggiunge la palla di Aaron e’ di 93 miglia all’ora.

E non si aspettino nemmeno performance come quella di Greg Maddux in gara 2 delle World Series del 1996: le percentuali messe assieme in Doppia e Tripla-A non fanno di Nola un groundballer (ma non e’ un problema, data l’efficienza difensiva dei Phillies di quest’anno…).

E quindi?

Quindi Aaron Nola sa lanciare.

Nelle serie minori concede circa 1,5 walk per nove inning. E’ un risultato strabiliante, per un ragazzo di ventidue anni. Durante questa stagione, il lanciatore della Lousiana ha totalizzato solo cinque uscite su diciotto con più di sei strike out; ma ha concesso piu’ di due walk in una sola occasione.

Certi analisti non vedono in Aaron Nola altro che un ottimo “numero 3”, in una starting rotation di valore. Altri vedono la garanzia di sei inning lanciati con una BB/9 ratio degna del miglior Cliff Lee.

Le danze, a parole, sono gia’ iniziate.

Sta ora al debuttante fare i primi passi.

di Andrea Comotti


Nella foto, Aaron Nola in azione (Steven M. Falk-Inquirer da h4-entertainment.com).