RED SOX REPORT #6: IL PELLEROSSA ELLSBURY TRASCINA DUE VOLTE BOSTON ALLA VITTORIA, IN ATTESA DELL'ARRIVO DEGLI YANKEES IN CITTA'
Il pellerossa Jacoby Ellsbury è il protagonista delle due vittorie dei Red Sox contro Cleveland nel big match di Major League. E mentre Erik Bedard raggiunge Boston, è tutto pronto per la sfida infinita contro i New York Yankees.
Con le 2 belle vittorie Chicago, si chiude Luglio con un bottino di 20 vittorie e 6 sconfitte. Mica male, PCT.770, percentuale difficile da mantenere in Agosto, anzi impossibile dando uno scorcio al calendario. Più facile ed auspicabile ottenere da metà Settembre in avanti. Ma andiamo per ordine: arriva “The Tribe” al Fenway Park.
Gli Indiani sbarcano a Boston e fanno lo scalpo al nostro Bard….. infatti ….. il pitcher vergine da oltre 26 inning crolla sotto i colpi di un Asdrubal Cabrera in stato di grazia. Lo Shortstop di Cleveland si concede una serata di gala: sfrutta a pieno la particolarità della posizione del Pesky’s pole e con 2 homers di misura (ma efficaci) sul right field rimedia 4 punti che risulteranno determinanti per la sua “Tribe”. Ai Red Sox non basta l’acuto di un “in formissima Salty ( negli ultimi 3 incontri .460, - 5 RBI e 2 HR ) ed inizia malamente questa four-game series contro la Tribù dell’Ohio.
Il giorno dopo anche Beckett soffre i Clevelanders, non aiutato dai troppi LOB ( morti sulle basi ) lasciati dai suoi compagni. Tiene il pareggio fino al 9th quando Francona decide di guadagnare quei 3 metri che faranno la differenza…. come…? Toglie Captain V-Tek e butta dentro l’armadio Salty (l’oltre quintale Saltalamacchia ma sempre più veloce del compagno Varitek, almeno per ragioni anagrafiche) ed inaugura il nuovo ruolo di Pinch-Catcher-Runner volando e scivolando a casa base salvo per un soffio. “Salty corre bene per essere un Big-Man” esterna felice il compagno e maestro Varitek. Si respirava nell’aria quel profumo di walk-off quando il nostro pellerossa “giacobino” si presenta al piatto: Jacoby Ellsbury, infatti non delude e piazza la valida che porta Salty a casa base. Per lui è il primo walk-off della carriera e quel tipo di pacche sulla testa durante quei festeggiamenti, più che dolore portano gioia e soddisfazione. Indiani duri a morire…. e lo si evince anche dal fatto che a risultare vincente sarà il closer Papelbon vincente uguale a vittoria sofferta.
La sera dopo va in scena il replay: come titola il Bos-Recap...“Deja vu”… stessa storia. Ci si trova al nono ancora in parità, col dispiacere del Wakefield che non trova la vittoria n. 200 e col closer Pape a dare la carica vincente, a dare una mossa, perché quando sale lui, bisogna fare alla svelta… non bisogna tirarle per le lunghe, non sono consigliabili gli extra. Questa volta, però, il navajo Ellsbury si porta in battuta con una situazione peggiore rispetto alla sera prima: non ha compagni appollaiati sulle basi è da solo e con 2 out segnati sul tabellone. Quindi il terzo miglior hitter della Major non può accontentarsi di “appoggiare” la mazza come quest’anno ha imparato a fare alla grande… deve, dovrebbe spingere di più se vuole emozionarsi di nuovo come 24 ore prima. Cerca e trova un fuoricampo che manda in visibilio lo stadio…. vuole ed ottiene un home-run da far traballare il secolare Fenway Park ! La sbatte fuori sull’esterno centro e poi corre felice a godere delle sberle e “coppini” dei compagni, questa sera ancora più forti… questa sera ancora più piacevoli: secondo walk-off di fila, WOW.
Sarebbe dovuto arrivare quel gran bel pezzo dell’ “Ubaldo” inteso come Jimenez, rinforzo per la rotazione ma il volo si ferma prima a Cleveland e proprio gli Indians ci fregano il pitcher. A Boston, invece arriva da Seattle, il canadese Erik Bedard, che proprio contro la Tribù fa il proprio esordio. In una serata no, almeno lui porta a casa un personale NO-decision, cioè lascia agli altri decidere sulla sconfitta. Una serata fiacca, inutile e che verrà ricordata solo per i motivi che elencherò di seguito. i Cleveland si dimostrano ostici e nella Central Division danno una bella sterzata in alto, approfittando della sequenza negativa dei White Sox (ne perdono 6 di fila in casa, 2 con Boston e 4 con NY….).
Proprio gli Yankees vivono un momento vincente, sono inarrestabili. 7 vittorie di fila, un parziale di punti impressionante 63-19. Chi li ferma più questi qui ? Raggiungono in testa alla classifica proprio gli odiati cugini, agguantano i Red Sox proprio nel momento giusto. Gli Yankees ci hanno preso proprio nel “momento mediatico” più adatto. Stanno salendo sulla scaletta dell’aereo diretto a Boston. Tutti pronti per questo lungo week-end, tutti pronti per la triplice sfida al Fenway Park di Boston arriva la corazzata di New York. I pigiamini si presenteranno col trio partente: Colon Sabathia e Garcia, che se la vedranno rispettivamente con Lester Lackey e Beckett.
Mi piacerebbe immaginare un altro sweep a nostro favore…. ma non sembra il momento giusto. Certo che ottenere un W-L-W soddisferebbe in pieno le mie aspettative di tifoso. Chi non firmerebbe subito 2 vittorie, concedendo solo una partita al gorillone CC…..? io firmo. Io firmo, preparo idealmente il mio sgabello davanti al PC come se fosse un seggiolino al Fenway Park… e mi godrò lo spettacolo. Perché spettacolo sarà in ogni caso. Buon divertimento.
Con le 2 belle vittorie Chicago, si chiude Luglio con un bottino di 20 vittorie e 6 sconfitte. Mica male, PCT.770, percentuale difficile da mantenere in Agosto, anzi impossibile dando uno scorcio al calendario. Più facile ed auspicabile ottenere da metà Settembre in avanti. Ma andiamo per ordine: arriva “The Tribe” al Fenway Park.
Gli Indiani sbarcano a Boston e fanno lo scalpo al nostro Bard….. infatti ….. il pitcher vergine da oltre 26 inning crolla sotto i colpi di un Asdrubal Cabrera in stato di grazia. Lo Shortstop di Cleveland si concede una serata di gala: sfrutta a pieno la particolarità della posizione del Pesky’s pole e con 2 homers di misura (ma efficaci) sul right field rimedia 4 punti che risulteranno determinanti per la sua “Tribe”. Ai Red Sox non basta l’acuto di un “in formissima Salty ( negli ultimi 3 incontri .460, - 5 RBI e 2 HR ) ed inizia malamente questa four-game series contro la Tribù dell’Ohio.
Il giorno dopo anche Beckett soffre i Clevelanders, non aiutato dai troppi LOB ( morti sulle basi ) lasciati dai suoi compagni. Tiene il pareggio fino al 9th quando Francona decide di guadagnare quei 3 metri che faranno la differenza…. come…? Toglie Captain V-Tek e butta dentro l’armadio Salty (l’oltre quintale Saltalamacchia ma sempre più veloce del compagno Varitek, almeno per ragioni anagrafiche) ed inaugura il nuovo ruolo di Pinch-Catcher-Runner volando e scivolando a casa base salvo per un soffio. “Salty corre bene per essere un Big-Man” esterna felice il compagno e maestro Varitek. Si respirava nell’aria quel profumo di walk-off quando il nostro pellerossa “giacobino” si presenta al piatto: Jacoby Ellsbury, infatti non delude e piazza la valida che porta Salty a casa base. Per lui è il primo walk-off della carriera e quel tipo di pacche sulla testa durante quei festeggiamenti, più che dolore portano gioia e soddisfazione. Indiani duri a morire…. e lo si evince anche dal fatto che a risultare vincente sarà il closer Papelbon vincente uguale a vittoria sofferta.
La sera dopo va in scena il replay: come titola il Bos-Recap...“Deja vu”… stessa storia. Ci si trova al nono ancora in parità, col dispiacere del Wakefield che non trova la vittoria n. 200 e col closer Pape a dare la carica vincente, a dare una mossa, perché quando sale lui, bisogna fare alla svelta… non bisogna tirarle per le lunghe, non sono consigliabili gli extra. Questa volta, però, il navajo Ellsbury si porta in battuta con una situazione peggiore rispetto alla sera prima: non ha compagni appollaiati sulle basi è da solo e con 2 out segnati sul tabellone. Quindi il terzo miglior hitter della Major non può accontentarsi di “appoggiare” la mazza come quest’anno ha imparato a fare alla grande… deve, dovrebbe spingere di più se vuole emozionarsi di nuovo come 24 ore prima. Cerca e trova un fuoricampo che manda in visibilio lo stadio…. vuole ed ottiene un home-run da far traballare il secolare Fenway Park ! La sbatte fuori sull’esterno centro e poi corre felice a godere delle sberle e “coppini” dei compagni, questa sera ancora più forti… questa sera ancora più piacevoli: secondo walk-off di fila, WOW.
Sarebbe dovuto arrivare quel gran bel pezzo dell’ “Ubaldo” inteso come Jimenez, rinforzo per la rotazione ma il volo si ferma prima a Cleveland e proprio gli Indians ci fregano il pitcher. A Boston, invece arriva da Seattle, il canadese Erik Bedard, che proprio contro la Tribù fa il proprio esordio. In una serata no, almeno lui porta a casa un personale NO-decision, cioè lascia agli altri decidere sulla sconfitta. Una serata fiacca, inutile e che verrà ricordata solo per i motivi che elencherò di seguito. i Cleveland si dimostrano ostici e nella Central Division danno una bella sterzata in alto, approfittando della sequenza negativa dei White Sox (ne perdono 6 di fila in casa, 2 con Boston e 4 con NY….).
Proprio gli Yankees vivono un momento vincente, sono inarrestabili. 7 vittorie di fila, un parziale di punti impressionante 63-19. Chi li ferma più questi qui ? Raggiungono in testa alla classifica proprio gli odiati cugini, agguantano i Red Sox proprio nel momento giusto. Gli Yankees ci hanno preso proprio nel “momento mediatico” più adatto. Stanno salendo sulla scaletta dell’aereo diretto a Boston. Tutti pronti per questo lungo week-end, tutti pronti per la triplice sfida al Fenway Park di Boston arriva la corazzata di New York. I pigiamini si presenteranno col trio partente: Colon Sabathia e Garcia, che se la vedranno rispettivamente con Lester Lackey e Beckett.
Mi piacerebbe immaginare un altro sweep a nostro favore…. ma non sembra il momento giusto. Certo che ottenere un W-L-W soddisferebbe in pieno le mie aspettative di tifoso. Chi non firmerebbe subito 2 vittorie, concedendo solo una partita al gorillone CC…..? io firmo. Io firmo, preparo idealmente il mio sgabello davanti al PC come se fosse un seggiolino al Fenway Park… e mi godrò lo spettacolo. Perché spettacolo sarà in ogni caso. Buon divertimento.