INFORTUNI A NON FINIRE E LA PAURA DI SMETTERE: IL GRANDE RISCATTO DI FRANKLIN GUTIERREZ
Un walk-off homer è un evento da celebrare, e i giocatori non si tirano mai indietro. Il copione è stato seguito anche domenica scorsa dopo che il fuoricampo di Franklin Gutierrez ha regalato la vittoria ai Mariners sui Blue Jays, con tutto il dugout di Seattle che ha atteso “Guti” al piatto di casa base, per tributargli la classica ovazione a base di pacche sulle spalle e spintoni.
Ma qualcuno questa volta ha più di una premura e urla, tra il serio e il faceto, di fare piano, perché Franklin potrebbe farsi male.
Riavvolgiamo il nastro.
Gutierrez calca il terreno di Safeco Field per la prima volta nel 2009 ed è amore a prima vista. Dopo una spettacolare presa volante, il commentatore Dave Niehaus scomoda la leggenda e affibbia al venezuelano un ingombrante soprannome: “Death to flying things”. Giusto per intenderci, il nickname è tenuto sotto sale dai tempi di Bob Ferguson. Roba da baseball del XIX secolo.
Franklin però conosce presto il rovescio della sua medaglia, trovandovi raffigurata una tremenda serie di infortuni: prima i tendini, poi la sindrome del colon irritabile e soprattutto la spondilite anchilosante, una malattia reumatica cronica e autoimmune. Il suo manager di allora, Eric Wedge, non ha dubbi nel dire che “il ragazzo è uno dei più sfortunati con cui abbia avuto la fortuna di lavorare.”
Il 2014, annus horribilis, Franklin lo passa lontano dai campi da gioco, e l’invito dei Mariners allo spring training della scorsa stagione pare più un gesto di cortesia che un affare. “Death to flying things” è un soprannome ormai lontano, e “Guti” vuole soltanto capire se può tornare a giocare.
Il resto è storia di questi giorni: l'inizio di stagione in Triplo A a Tacoma e la promozione in prima squadra del 24 giugno. In un mese abbondante, 3 fuoricampo (è di settimana scorsa un decisivo pinch-hit grand slam contro i Detroit Tigers).
Nelle interviste del dopopartita di domenica, Gutierrez ha affermato emozionato di essere al primo walk-off homer in carriera. Non è vero (è il terzo, NdR), ma come non credergli.
Questa è un’altra carriera, e chissà quale altro nickname si meriterà.
di Andrea Comotti
Nella foto, Gutierrez durante il riscaldamento pre-partita (da nwsportsbeat.com).
Ma qualcuno questa volta ha più di una premura e urla, tra il serio e il faceto, di fare piano, perché Franklin potrebbe farsi male.
Riavvolgiamo il nastro.
Gutierrez calca il terreno di Safeco Field per la prima volta nel 2009 ed è amore a prima vista. Dopo una spettacolare presa volante, il commentatore Dave Niehaus scomoda la leggenda e affibbia al venezuelano un ingombrante soprannome: “Death to flying things”. Giusto per intenderci, il nickname è tenuto sotto sale dai tempi di Bob Ferguson. Roba da baseball del XIX secolo.
Franklin però conosce presto il rovescio della sua medaglia, trovandovi raffigurata una tremenda serie di infortuni: prima i tendini, poi la sindrome del colon irritabile e soprattutto la spondilite anchilosante, una malattia reumatica cronica e autoimmune. Il suo manager di allora, Eric Wedge, non ha dubbi nel dire che “il ragazzo è uno dei più sfortunati con cui abbia avuto la fortuna di lavorare.”
Il 2014, annus horribilis, Franklin lo passa lontano dai campi da gioco, e l’invito dei Mariners allo spring training della scorsa stagione pare più un gesto di cortesia che un affare. “Death to flying things” è un soprannome ormai lontano, e “Guti” vuole soltanto capire se può tornare a giocare.
Il resto è storia di questi giorni: l'inizio di stagione in Triplo A a Tacoma e la promozione in prima squadra del 24 giugno. In un mese abbondante, 3 fuoricampo (è di settimana scorsa un decisivo pinch-hit grand slam contro i Detroit Tigers).
Nelle interviste del dopopartita di domenica, Gutierrez ha affermato emozionato di essere al primo walk-off homer in carriera. Non è vero (è il terzo, NdR), ma come non credergli.
Questa è un’altra carriera, e chissà quale altro nickname si meriterà.
di Andrea Comotti
Nella foto, Gutierrez durante il riscaldamento pre-partita (da nwsportsbeat.com).