A TU PER TU CON...CLAUDIO VECCHI, COACH DELLA NAZIONALE ITALIANA
Mancano pochissime ore e poi l'Italia prenderà il volo per gli Stati Uniti d'America, con l'obiettivo di stupire ancora una volta il mondo del baseball internazionale, dopo la vittoria dell'Europeo messa a segno in casa dei Campion del Mondo dell'Olanda lo scorso settembre. Il 21 di febbraio inizia infatti lo Spring Training degli uomini allenati dal Manager Marco Mazzieri che dal prossimo 7 marzo saranno impegnati nella disputa del terzo World Baseball Classic.
Il sito Grandeslam.net ha parlato di questo con Claudio Vecchi, coach della nazionale azzurra, che ha espresso il proprio pensiero relativo alle possibilità di qualificazione dell'Italia, toccando anche un tema importante quale la presenza dei giocatori non di scuola italiana nel roster.
Iniziamo la nostra intervista con la più ovvia delle domande: come sta andando la preparazione della valigia?
Diciamo che è quasi pronta. E' la terza prova che faccio, pensa te (sorride NDI). Mi porto comunque il necessario per poi tornare stracolma di gadgets e souvenirs per la mia nota mania di collezionista di materiale di baseball.
Cosa dovrà portarsi, invece, l'Italia per puntare a fare bene nel torneo, secondo te?
Dovremo portare con noi tanta volontà e umiltà, rispetto per tutti ma paura di nessuno, come stiamo facendo in questi ultimi anni consci delle nostre possibilità.
Per molti tifosi, la compagine che prenderà parte al World Baseball Classic non rappresenta la nazionale italiana per via dell'alto numero di oriundi presenti in squadra. Perchè una cosa del genere viene tollerata nel rugby, mentre invece non è così nel baseball?
Sicuramente questa è la più grossa manifestazione che una nazionale possa affrontare ed è quasi interamente gestita dalla Major League e per ovvi motivi il Manager Mazzieri ha dovuto anche sottostare a certi input arrivati dalla MLB. Per quanto riguarda il problema oriundi, è vero anche quello che dici tu, in quanto al giorno d'oggi ci si avvale di atleti non di scuola italiana ma ti posso dire che quelli che ultimamente hanno fatto parte del gruppo che negli ultimi anni hanno raggiunto questi traguardi sono tutti ragazzi che hanno dato tutto per questa maglia.
USA, Canada, Messico sono insieme a voi. E' questo il girone di ferro del torneo? Quali giocatori temi maggiormente di queste squadre?
Penso che dei gironi abbordabili alla fine non ce ne siano. Certo, il nostro è bello tosto e per poter passare il turno sarà fondamentale conquistare due vittorie. Gli USA sembrano fuori portata, ma comunque si parte sempre dallo 0 a 0, ci proveremo con Messico e Canada.
Quali giocatori temi maggiormente di queste squadre?
Bisognerebbe elencarli tutti (sorride NDI). Te ne dico solamente due: Wright e Mauer. Mi scusino gli altri...
Da coach della nazionale hai vissute tantissime emozioni con la maglia azzurra. Se dovessi fare una classifica delle prime tre, quali metteresti?
Se devo fare la classifica delle prime tre gioie, sicuramente le tre medaglie abbiamo conquistato tra il 2010 e il 2012. Il più importante è stato sicuramente l'ultimo Europeo, anche perchè è il più fresco. Siamo andati a vincere in casa dei Campioni del Mondo dell'Olanda, risultato incredibile. Poi al secondo posto metterei la medaglia di bronzo all'ultimo Intercontinentale del 2010 disputato a Taiwan. Infine, sul gradino più basso del podio, l'Europeo del 2010 vinto a Stoccarda. Anzi, questo successo lo metto in seconda posizione con l'Intercontinentale.
Infine una curiosità. Ci potresti svelare da dove nasce il soprannome di Cebi?
Questo nickname mi è stato dato sin da piccolo. Avevo un zio di nome Celso ma per tutti era Cebi e io gli assomigliavo molto. In virtù di ciò mi è stato dato questo questo soprannome e oggi nel mondo del baseball sono conosciuto più in questo modo che con il mio vero nome.
di Daniele Mattioli
Nella foto, Claudio Vecchi impegnato durante l'All Star Game dell'Italian Baseball League (Fibs.it).
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Il sito Grandeslam.net ha parlato di questo con Claudio Vecchi, coach della nazionale azzurra, che ha espresso il proprio pensiero relativo alle possibilità di qualificazione dell'Italia, toccando anche un tema importante quale la presenza dei giocatori non di scuola italiana nel roster.
Iniziamo la nostra intervista con la più ovvia delle domande: come sta andando la preparazione della valigia?
Diciamo che è quasi pronta. E' la terza prova che faccio, pensa te (sorride NDI). Mi porto comunque il necessario per poi tornare stracolma di gadgets e souvenirs per la mia nota mania di collezionista di materiale di baseball.
Cosa dovrà portarsi, invece, l'Italia per puntare a fare bene nel torneo, secondo te?
Dovremo portare con noi tanta volontà e umiltà, rispetto per tutti ma paura di nessuno, come stiamo facendo in questi ultimi anni consci delle nostre possibilità.
Per molti tifosi, la compagine che prenderà parte al World Baseball Classic non rappresenta la nazionale italiana per via dell'alto numero di oriundi presenti in squadra. Perchè una cosa del genere viene tollerata nel rugby, mentre invece non è così nel baseball?
Sicuramente questa è la più grossa manifestazione che una nazionale possa affrontare ed è quasi interamente gestita dalla Major League e per ovvi motivi il Manager Mazzieri ha dovuto anche sottostare a certi input arrivati dalla MLB. Per quanto riguarda il problema oriundi, è vero anche quello che dici tu, in quanto al giorno d'oggi ci si avvale di atleti non di scuola italiana ma ti posso dire che quelli che ultimamente hanno fatto parte del gruppo che negli ultimi anni hanno raggiunto questi traguardi sono tutti ragazzi che hanno dato tutto per questa maglia.
USA, Canada, Messico sono insieme a voi. E' questo il girone di ferro del torneo? Quali giocatori temi maggiormente di queste squadre?
Penso che dei gironi abbordabili alla fine non ce ne siano. Certo, il nostro è bello tosto e per poter passare il turno sarà fondamentale conquistare due vittorie. Gli USA sembrano fuori portata, ma comunque si parte sempre dallo 0 a 0, ci proveremo con Messico e Canada.
Quali giocatori temi maggiormente di queste squadre?
Bisognerebbe elencarli tutti (sorride NDI). Te ne dico solamente due: Wright e Mauer. Mi scusino gli altri...
Da coach della nazionale hai vissute tantissime emozioni con la maglia azzurra. Se dovessi fare una classifica delle prime tre, quali metteresti?
Se devo fare la classifica delle prime tre gioie, sicuramente le tre medaglie abbiamo conquistato tra il 2010 e il 2012. Il più importante è stato sicuramente l'ultimo Europeo, anche perchè è il più fresco. Siamo andati a vincere in casa dei Campioni del Mondo dell'Olanda, risultato incredibile. Poi al secondo posto metterei la medaglia di bronzo all'ultimo Intercontinentale del 2010 disputato a Taiwan. Infine, sul gradino più basso del podio, l'Europeo del 2010 vinto a Stoccarda. Anzi, questo successo lo metto in seconda posizione con l'Intercontinentale.
Infine una curiosità. Ci potresti svelare da dove nasce il soprannome di Cebi?
Questo nickname mi è stato dato sin da piccolo. Avevo un zio di nome Celso ma per tutti era Cebi e io gli assomigliavo molto. In virtù di ciò mi è stato dato questo questo soprannome e oggi nel mondo del baseball sono conosciuto più in questo modo che con il mio vero nome.
di Daniele Mattioli
Nella foto, Claudio Vecchi impegnato durante l'All Star Game dell'Italian Baseball League (Fibs.it).
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