LE WORLD SERIES RIPRENDONO DA CHICAGO NEL SEGNO DELL'IMPREVEDIBILITÀ
Definizione di statistica: “Scienza che studia con metodi matematici fenomeni collettivi”.
Eccone una, allora, di statistica: la squadra che, impattando la serie, vince gara-2, conquista poi le World Series nel 50.9% dei casi; in altri termini, l’incertezza regna ancora sovrana. La serie si sposta quindi nel North Side di Chicago – ed è la prima volta, dal 1945 – con l’ago della bilancia ancora (quasi) perfettamente imparziale.
Ma uno dei punti di forza della statistica sta nell’analisi storica degli eventi.
Alla roulette, puntando sul rosso o sul nero, il giocatore sa che ogni puntata è a se stante, non influenza la puntata successiva; vengono detti “eventi indipendenti”: perchè non potrebbe uscire per mille volte di fila il nero? A questo punto chi tiene conto dei numeri “viene in soccorso”, se così si può dire, a chi si presenta al tavolo da gioco, raccontando che, tanto per continuare l’esempio, non c’e’ mai stata una serie consecutiva di “neri” piu’ lunga di “x” giocate.
Scienza – o “non-scienza”, come argomentano i matematici più puri – l’aspetto emotivo viene coinvolto, influenzato da questo genere di analisi.
E lo è ancor di più se guardiamo sotto questo punto di vista le partite di baseball, perchè che quest’ultime siano eventi indipendenti uno dall’altro, come un “rosso” o un “nero”, e’ tutto da dimostrare.
Una seconda statistica: da quando la Fall Classic si svolge secondo il formato “2-3-2”, la squadra che in gara-3 si porta in vantaggio si aggiudica poi la serie nel 70% dei casi.
Hai voglia, Theo Epstein, a dire che i tuoi giovani Cubs non rimangono impressionati da tutto ciò.
Insomma, l’atmosfera a Wrigley Field si preannuncia elettrica per una moltitudine di significati: chi li trova nei numeri, come abbiamo visto, ne trova a bizzeffe, ma anche chi li tralascia e si concentra più sull’aspetto tecnico non rimane a corto di argomenti – Schwarber da pinch hitter in corso d’opera da un lato e Carlos Santana probabile esterno sinistro dall’altro (un ruolo che ha ricoperto per la bellezza di quattro inning durante la sua carriera); la poca familiarità dei ispettivi lineup (fatta eccezione per Ben Zobrist) coi lanciatori partenti, Hendricks per i Cubs e Tomlin per gli Indians –; c’è poi chi guarda con particolare attenzione al bollettino meteo – Waveland Avenue è sul lago Michigan della “Windy City” americana per antonomasia.
E altro, altro ancora…
Questa la magia di ottobre, per chi ne vuol subirne la seduzione.
di Andrea Comotti
Nella foto, i biglietti per una delle prossime 3 partite che si disputeranno a Chicago (da Cubs Official Twitter Page).
Eccone una, allora, di statistica: la squadra che, impattando la serie, vince gara-2, conquista poi le World Series nel 50.9% dei casi; in altri termini, l’incertezza regna ancora sovrana. La serie si sposta quindi nel North Side di Chicago – ed è la prima volta, dal 1945 – con l’ago della bilancia ancora (quasi) perfettamente imparziale.
Ma uno dei punti di forza della statistica sta nell’analisi storica degli eventi.
Alla roulette, puntando sul rosso o sul nero, il giocatore sa che ogni puntata è a se stante, non influenza la puntata successiva; vengono detti “eventi indipendenti”: perchè non potrebbe uscire per mille volte di fila il nero? A questo punto chi tiene conto dei numeri “viene in soccorso”, se così si può dire, a chi si presenta al tavolo da gioco, raccontando che, tanto per continuare l’esempio, non c’e’ mai stata una serie consecutiva di “neri” piu’ lunga di “x” giocate.
Scienza – o “non-scienza”, come argomentano i matematici più puri – l’aspetto emotivo viene coinvolto, influenzato da questo genere di analisi.
E lo è ancor di più se guardiamo sotto questo punto di vista le partite di baseball, perchè che quest’ultime siano eventi indipendenti uno dall’altro, come un “rosso” o un “nero”, e’ tutto da dimostrare.
Una seconda statistica: da quando la Fall Classic si svolge secondo il formato “2-3-2”, la squadra che in gara-3 si porta in vantaggio si aggiudica poi la serie nel 70% dei casi.
Hai voglia, Theo Epstein, a dire che i tuoi giovani Cubs non rimangono impressionati da tutto ciò.
Insomma, l’atmosfera a Wrigley Field si preannuncia elettrica per una moltitudine di significati: chi li trova nei numeri, come abbiamo visto, ne trova a bizzeffe, ma anche chi li tralascia e si concentra più sull’aspetto tecnico non rimane a corto di argomenti – Schwarber da pinch hitter in corso d’opera da un lato e Carlos Santana probabile esterno sinistro dall’altro (un ruolo che ha ricoperto per la bellezza di quattro inning durante la sua carriera); la poca familiarità dei ispettivi lineup (fatta eccezione per Ben Zobrist) coi lanciatori partenti, Hendricks per i Cubs e Tomlin per gli Indians –; c’è poi chi guarda con particolare attenzione al bollettino meteo – Waveland Avenue è sul lago Michigan della “Windy City” americana per antonomasia.
E altro, altro ancora…
Questa la magia di ottobre, per chi ne vuol subirne la seduzione.
di Andrea Comotti
Nella foto, i biglietti per una delle prossime 3 partite che si disputeranno a Chicago (da Cubs Official Twitter Page).