"Frulla" il mercato. Acquisti, contratti, cessioni, accordi, scambi, speranze, divorzi, sospiri, sconforti, sorrisi, dollari, dollaroni, crisi, squadre che si rafforzano, squadre che si indeboliscono e noi, tutti qui ad attendere quelle news per sognare ancora.

Devo ammettere che la fase del mercato non mi ha mai appassionato tanto, perché in questo lungo (troppo-lungo) periodo vengono sviscerate cascate di fandonie. E poi troppe volte abbiamo dovuto sopportare quell'inutile ed infantile entusiasmo per il "super-acquisto" del campionissimo pagato scariolate di dollari, che poi magari si rivela una schiappa o un giocatore già appagato, in fase calante ed avviato al pre-pensionamento.
Troppe delusioni hanno lasciato il segno, quindi ho imparato a rimanere alla finestra, freddamente, senza farmi prendere da facili entusiasmi e soprattutto di diffidare di certi "vecchi" in cerca di quei contratti da fine carriera.

Due parole sul mercato dei Red Sox, naturalmente sempre scritte di pancia, poco riflessive e senza troppe pretese (così da anticipare eventuali detrattori) e con la raccomandazione di evitare di prenderci troppo sul serio.
C'è un gran movimento nella sezione lanciatori: il cambio traumatico del closer, Bard che passa dal suo ottavo inning a possibile partente, Lackey che penserà solo alla sua operazione ed al suo divorzio dalla moglie malata di cancro, Aceves anche lui capace di fare il partente o come meglio preferisco pensarlo eventuale jolly , Beckett Lester Buchholz che non dovranno mai prendersi un raffreddore, Roy Oswalt si o Roy Oswalt no? Ci piace?
La rotazione a quattro non va bene, essenziale costruire il partente numero cinque con adeguata pianificazione primaverile, Matsuzaka che in molti considerano già morto anche se il sottoscritto osa puntarci su un verdone con Ulysses Grant stampigliato sopra.

C'è tanta carne al fuoco. Stiamo alla finestra con la speranza di evitare qualche vecchio bidone preso solo per fare numero.
Andiamo avanti con l'addio a Marco Scutaro che lascia spianata la strada a Mike Aviles ed a Jose iglesias (forza cinno, dai, dai....).

Proseguiamo con la salute del Crawford che non ce lo farà presentare all'Opening-Day e che costringe la società a buttarsi su uno degli eroi di San Francisco, protagonista alle World Series del 2010: Cody Ross. Incognita. Speriamo bene.

Consentitemi ancora due paroline su:
La "C" sul petto col 33 dietro ci mancherà tanto, se proprio come sembra il Jason Varitek non rientrerà nel roster.
Si, perché le possibilità attuali che "my-captain" rientri nel 40-man-roster sono molto basse, mentre salgono le quote dell' addio al "gioco-giocato".
In pochi credono (io per primo) ad un cambio di maglia di V-Tek: non ce lo vedo proprio firmare per un altro team.
No, no, no, Jason, non sporcarti quella tua career stats che vede dal 1997 un susseguirsi di un noioso, invidiabile, orgoglioso, ripetitivo elenco di Bos-Bos-Bos-Bos!!
Jason Varitek, quasi 1500 partite con i Red Sox, ben 12000 inning in posizione da catcher (poi qualcuno me lo deve spiegare come, anatomicamente si possa resistere tanto in quel ruolo), 757 RBI, 664 punti segnati, qualche giustificabile ed approvabile manata in faccia al simpaticone Yankees A-Rod, 2 World series vinte ed una maledizione cancellata!
Jason Varitek va verso i quaranta, ha guadagnato bene nella sua carriera: certo, ha 3 figlie (3-femmine che tra vestiti, scarpe e borse dilapideranno presto le fortune del padre) ma non credo abbia bisogno del milioncino che andrebbe a guadagnare a Kansas City, Tampa o peggio ancora a St.Louis.
Se il nostro capitano non annuncerà il ritiro verrà probabilmente invitato allo Spring-Training come "non roster invitee", opzione che ci terrebbe V-Tek bello allenato in caso di infortuni a Salty and company, oppure rimarrà in società con una mansione ancora da definire.
Di sicuro bisogna saper valutare e far fruttare il peso dell'esperienza di tale personaggio-simbolo di Boston. Non si può umiliare e buttare alle ortiche il mio-nostro idolo V-Tek, non si può pensare Red Sox senza quel "33"...

                                                                                                  di Roberto Mantovani

Nella foto Jason Varitek viene festeggiato da Adrian Gonzalez (a destra) in una partita contro i New York Yankees lo scorso agosto (Photo by Elsa/Getty Images per Espn.com).