Giovedì 13 gennaio, tramite Zoom, i rappresentanti della Major League e quelli della MLB Players Association si sono incontrati per discutere il nuovo contratto collettivo che lega i 2 enti e che, a causa del loro disaccordo, ha fatto iniziare il lockout attuale. 

Dopo, quindi, 43 giorni sono ripartiti i dialoghi tra le due parti, con la MLB che ha formulato le seguenti proposte:

- Aumento del salario minimo per i giovani prospetti
- Aumento dei bonus per i giocatori con più di 2 anni nella lega
- Cambio dell’organizzazione del Draft in modo da evitare il tanking delle squadre che non possono ambire alla postseason
- Maggior numero di squadre ai playoff (14)
- Battitore designato universale

La MLBPA si è presa del tempo per valutare le proposte della Major ed eventualmente formulare delle controproposte. Già prima del lockout, il sindacato dei giocatori aveva chiesto di ridurre a 12 il numero dei team partecipanti ai playoff e chiedeva un indennizzo maggiore del CBT (Competitive Balance Tax). 

La MLB proponeva un incremento da 210 milioni (attuale) a 214 mentre la MLBPA chiedeva un aumento fino a 245 milioni.

Le parti si sono incontrate ma non sono ancora allineate, a meno di un mese dal raduno di lanciatori e ricevitori per l’inizio dello Spring Training 2022. 

La paura degli addetti ai lavori, e non solo, è quella che possa slittare non solo l’inizio dello Spring Training ma anche quello della Regular Season, al momento fissato per il 31 marzo, con conseguenti perdite economiche e riduzione o modifiche del calendario.

di Mirco Monda