Midsummer Classic, così viene chiamata la partita degli All Stars. In Italia è, nello stesso modo che nel resto del mondo, un avvenimento di mezza estate. Un onore per le città che ospitano l'evento e un piacere per gli sportivi che possono partecipare.

E' festa di persone e di sport; festa per il lavoro che, a Piacenza e a Saronno, i tanti volontari hanno svolto per giorni e giorni; è festa per chi sarà in campo, prima della partita clou, per vivacizzare l'attesa.
Tante le attività collaterali: si comincia con l'home run derby che, forse, è l'unica vera gara della serata, dedicata al meglio del meglio del “prodotto baseball” al momento disponibile. 

Se siano gli uomini del baseball o le donne del softball che si presentino sul terreno di gioco, poco importa: il discorso vale per gli uni e per gli altri, il valore dell'evento non cambia.

Si, perché nella vera partita niente agonismo, niente esasperazione per la ricerca di un risultato di classifica. Da vincere non c'è nulla se non l'applauso sincero  di chi sta seduto sulle tribune, senza schieramento e il titolo di MVP, la legittimazione di essere stato il più bravo a servizio degli altri.

Certo il baseball richiede attenzione, grande concentrazione e controllo, ma, in quella partita, tutto sarà fatto con il rilassamento che sarà il sostegno per la riflessione sul gioco puro. 
Ecco che, in questa situazione, il baseball diventa il protagonista vero, il testimonial della socializzazione e del rispetto per gli avversari.
Obiettivo primario consolidare nei tifosi l'amore per la bellezza di questo sport e, se possibile, riuscire ad acquisire altri potenziali soggetti disponibili all'innamoramento.

L'All Star Game è un palcoscenico di spettacolarità, di valori sportivi, di carature pregevoli, esposti sul palcoscenico del campo di gioco.

Nella fattispecie possiamo parlare anche di mediazione culturale, di integrazione, possiamo parlare di tante cose, spunti per argomenti che il baseball sa generare senza troppe difficoltà, ma, alla fine, la realtà è che questo sport ci piace perché è spettacolare, coreografico e perché una serata di festa ha veramente e solamente il sapore della festa, 

di Cristina Pivirotto


Nella foto, un collage con le locandine dei 2 eventi (da FIBS.it).