Alla fine l’ha spuntata l’American League, vittoriosa 3-0 contro i colleghi che militano nella National League della MLB. Ma non sarà certo per il risicato risultato, o per la “spettacolarità” della partita in se che la renderà indimenticabile ai miei occhi.

Certamente ciò che rimarrà vivido nella mia mente è l’ovazione riservata a Mariano Rivera e a quello che di fatto sarà il suo ultimo ASG; così come ricorderò non altrettanto piacevolmente i fischi ai giocaotri di Cardinals, Braves e Phillies da parte di alcuni dei tifosi che riempivano il Citi Field di New York, che evidentemente non hanno colto per nulla lo spirito della competizione. Se poi aggiungiamo che di fatto stavano fischiando i loro giocatori, essendo i Mets non solo squadra ospitante ma parte della NL, possiamo intuire come costoro non siano certo dei geni anzi tutt’altro..

Di certo con piacere ricorderò l’esilarante siparietto di Matt Harvey (Mets) improvvisatosi repoter nelle zone adiacenti al Citi Field dove gioca ogni settimana, intento ad intervistare i suoi stessi tifosi sul proprio rendimento in campo, con quest’ultimi ignari che il proprio idolo fosse quel baldo giovanotto con in mano un microfono.

Aggiungerei peraltro, che se dovessi stilare una classifica dei “vincitore e vinti” di questo MLB All Star Game 2013, partirei proprio dai sopra citati.

Partirei proprio da quel Mariano Rivera in grado di far saltare tutti in piedi sulle note di “Enter Sandman” dei Metallica, da sempre usata da Rivera come canzone d’ingresso. Alla fine “Mr. Closer” è stato nominato anche MVP della partita, forte dei suoi 16 lanci in cui non ha concesso nulla ai battitori affrontati nei due inning lanciati.

La carriera complessiva di Mariano Rivera all’All Star Game si chiude con 9 inning lanciati, con 5 valide e nessuna base ball concessa, e 5 strikeout messi a segno.

Matt Harvey invece dopo un inizio di certo poco incoraggiante con il doppio concesso a Trout e la base per colpito a Robinson Cano (poi costretto ad uscire) con i primi 2 lanci della partita, si è ripreso alla grande. Nei turni successivi compresi quelli del secondo inning lanciato, il partente della National League ha messo in fila Miguel Cabrera, Chris Davis, David Ortiz, Josè Bautista, Adam Jones e Joe Mauer. Non male di certo!

Da comprendere assolutamente in questa categoria anche Manny Machado, al suo primo ASG il ventunenne terza base degli Orioles come sempre ha stupito tutti con delle giocate difensive straordinarie.

Dietro alla lavagna ci finiscono in molti, o quasi tutti, ovvero l’ intero lineup della National League che nonstante potesse vantare giocatori di primissimo livello come David Wright, Joey Votto, Carlos Gonzalez e Troy Tulowitzki, sono riusciti a mettere insieme la miseria di 3 sole battute valide in nove inning.

Unico battitore ad ottenere un extra-base è stato Paul Goldschmidt, prima base degli Arizona D-backs, con il doppio battuto all’ ultima ripresa.

Il baseball è uno sport capace di frustrare anche i campioni più affermati, e questo All Star Game con i giocatori della National League ne è la prova.

di Michele Acacia


Nella foto, Mariano Rivera con il premio di MVP dell'All Star Game (Elsa/GettyImages da Zimbio.com).