Konstantin Chukhas in azione all'interbase
Konstantin Chukhas in azione all'interbase

Fino a qualche settimana fa, Konstantin Chukhas aveva in mente un solo suono: quello delle palle da baseball che con la sua mazza era solito colpire realizzando valide e fuoricampo decisivi. 

Da qualche giorno, invece, quel rumore è, purtroppo, radicalmente cambiato. 

Dallo scorso 20 febbraio, Chukhas sente soltanto il suono degli spari, delle bombe oltre che degli allarmi che invitano la popolazione a raggiungere il più in fretta possibile un rifugio per cercare di salvarsi.

Lo scoppio della guerra, con l’invasione della Russia in Ucraina, ha cambiato la vita di un’intera popolazione, compresa quella di uno dei giocatori più rappresentativi della storia del baseball ucraino.

“La situazione non è per nulla semplice. È un continuo susseguirsi di spari e di bombardamenti” racconta Chukhas al sito Grandeslam.net. A Kirovohrad, città posta nel centro dell’Ucraina, distante 250 chilometri da Dnipro e poco più di 300 dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, diventata nelle ultime ore uno scenario di crude battaglie tra le forze russe e quelle locali, lo scenario è sempre più drammatico.

“Cerchiamo di farci il più possibile forza a vicenda e di superare ogni ostacolo. Personalmente cerco di visitare ogni giorno i miei parenti, che vivono in città” commenta Konstantin.

Nel corso di queste lunghe giornate, l’interno ucraino classe 1996 cerca anche di restare in contatto con i suoi compagni di squadra, per sapere come stanno e come stanno vivendo il conflitto.

“Non è facile riuscire a comunicare con tutto il team” - spiega Konstantin - “ma abbiamo una chat di gruppo dove qualche volta riusciamo a messaggiare e ad aggiornarci sulle rispettive situazioni”.

Proprio la nazionale ucraina lo scorso settembre ha disputato l’Europeo di baseball, chiudendo al tredicesimo posto, al termine comunque di un torneo positivo. Chukhas è stato uno dei trascinatori del team, chiudendo con una media battuta di .438 (7 su 16 nel box di battuta) con 3 punti battuti a casa. Per lui è arrivata anche la vittoria da lanciatore nella sfida contro la Grecia, con un clamoroso complete game.

“È stato sicuramente un buon torneo. Personalmente ho cercato di dare il massimo e di essere un esempio per i miei compagni, lottando fino all’ultimo lancio. Per anni sono stato un lanciatore, vincendo anche per 3 volte il premio di MVP del campionato, ma ultimamente stiamo cercando di far crescere dei giovani prospetti in questo ruolo. Motivo per cui sto giocando soprattutto come interbase, grazie anche al lavoro svolto con il coach americano Jim Fuller, che mi ha spiegato come quello sia il mio ruolo più adatto”.

La decisione di cambiare il ruolo è stata premiata, come dimostrato nel corso del torneo. La speranza, ora, è che Konstantin possa tornare presto a fare quello che più gli piace, ovvero sentire il rumore delle sue valide. Vorrebbe dire che la guerra è terminata.

di Daniele Mattioli