ICHIRO SUZUKI E LA RUBATA NUMERO 500 IN CARRIERA IN MAJOR LEAGUE
Ci sono le stelle e, poi, ci sono le meteore. Ci sono gli ottimi giocatori e, poi, c'è Ichiro.
Ogni anno i campionati più importanti del mondo mostrano i loro prodotti migliori. Molti di loro, moltissimi, durano una stagione, poi li ritroviamo, a quella successiva, sottotono o, addirittura, crollati nelle valutazioni di bravura. Ichiro no. Lui è sempre lì, solido, fermo, sicuro.
Che fosse un grande esterno lo si sapeva fin da quando entrò nella squadra della scuola superiore, in Giappone. Che era un grande battitore lo si sapeva, da quando entrò nell'Olimpo dei professionisti del suo Paese e, più tardi, in quello americano. Che era veloce come il vento lo si sapeva: spina nel fianco di ogni difensore che avesse occasione di trovarselo in base.
Adesso il nuovo record è quello che lo ha fatto arrivare alle 500 basi rubate. 500 volte di tempo indovinato per ingannare la difesa avversaria, di tattica supportata dalla velocità, di allenamenti provati a non finire, di umana supremazia sulla palla che, di solito, nel confronto diretto, batte l'uomo, di grandi giocatori dal lancio potente, ma meno delle gambe di Ichiro. Un record che si aggiunge ai tanti riconoscimenti che già affollano la sua carriera: Rookie of the Year, Hall of Fame, guanto d'oro.
Così, mentre nomi e cognomi di altri giocatori si avvicendavano sulle cronache sportive e non, Ichiro martellava il gioco, le partite, le classifiche, le statistiche. Il suo nome fa notizia quando supera il record delle 4000 battute valide e, in questo periodo, quando arriva il record di basi rubate.
Ma lui c'è sempre stato. Ad ogni battuta lunga di un avversario è sempre stato lì, a usare tutta la sua esperienza per intercettare la palla; ad ogni turno in battuta, nel box di sinistra, che non è il suo lato preferito, ma quello più utile per essere vicino al cuscino di prima base; ad ogni base conquistata, che già non ha più importanza, perché, quello che è più importante, è la prossima mèta.
Un altro record conquistato, senza il clamore che altri sanno suscitare, ma sempre lì, sempre pronto: il braccio destro disteso e la mazza puntata verso il lanciatore e quel gesto che tutti conoscono bene, la mano sinistra a sistemare la manica destra della divisa. Un'impronta che è diventata un must per i giovani fans. Brilla la stella di Ichiro, le meteore non lo preoccupano affatto.
di Cristina Pivirotto
Nella foto, il momento della storica base rubata (da Mlb.com).
Ogni anno i campionati più importanti del mondo mostrano i loro prodotti migliori. Molti di loro, moltissimi, durano una stagione, poi li ritroviamo, a quella successiva, sottotono o, addirittura, crollati nelle valutazioni di bravura. Ichiro no. Lui è sempre lì, solido, fermo, sicuro.
Che fosse un grande esterno lo si sapeva fin da quando entrò nella squadra della scuola superiore, in Giappone. Che era un grande battitore lo si sapeva, da quando entrò nell'Olimpo dei professionisti del suo Paese e, più tardi, in quello americano. Che era veloce come il vento lo si sapeva: spina nel fianco di ogni difensore che avesse occasione di trovarselo in base.
Adesso il nuovo record è quello che lo ha fatto arrivare alle 500 basi rubate. 500 volte di tempo indovinato per ingannare la difesa avversaria, di tattica supportata dalla velocità, di allenamenti provati a non finire, di umana supremazia sulla palla che, di solito, nel confronto diretto, batte l'uomo, di grandi giocatori dal lancio potente, ma meno delle gambe di Ichiro. Un record che si aggiunge ai tanti riconoscimenti che già affollano la sua carriera: Rookie of the Year, Hall of Fame, guanto d'oro.
Così, mentre nomi e cognomi di altri giocatori si avvicendavano sulle cronache sportive e non, Ichiro martellava il gioco, le partite, le classifiche, le statistiche. Il suo nome fa notizia quando supera il record delle 4000 battute valide e, in questo periodo, quando arriva il record di basi rubate.
Ma lui c'è sempre stato. Ad ogni battuta lunga di un avversario è sempre stato lì, a usare tutta la sua esperienza per intercettare la palla; ad ogni turno in battuta, nel box di sinistra, che non è il suo lato preferito, ma quello più utile per essere vicino al cuscino di prima base; ad ogni base conquistata, che già non ha più importanza, perché, quello che è più importante, è la prossima mèta.
Un altro record conquistato, senza il clamore che altri sanno suscitare, ma sempre lì, sempre pronto: il braccio destro disteso e la mazza puntata verso il lanciatore e quel gesto che tutti conoscono bene, la mano sinistra a sistemare la manica destra della divisa. Un'impronta che è diventata un must per i giovani fans. Brilla la stella di Ichiro, le meteore non lo preoccupano affatto.
di Cristina Pivirotto
Nella foto, il momento della storica base rubata (da Mlb.com).