INTERVISTA AL CLOSER PER ECCELLENZA: FABIO MILANO
di DANIELE MATTIOLI
Quando sale sul monte di lancio sai di poter stare tranquillo. Infatti Fabio Milano ha collezionato nella sua carriera ben trentaotto salvezze molte delle quali entrate nella memoria collettiva, come per esempio quella nella in gara 5 della Finale Scudetto del 2003, ed addirittura vittorie tra le quali vale ricordare quella in gara 5 nelle Semifinali Play Off 2005 contro il Rimini dove per cinque inning mise a freno l’attacco romagnolo.
L’ultima vittoria ottenuta è stata quella a Grosseto in gara 2, dove ha dimostrato ancora una volta di essere il miglior closer del campionato.
Ed è proprio l’Eroe di Grosseto, il nostro intervistato.
DANIELE MATTIOLI: Ciao Fabio
FABIO MILANO: Ciao a tutti.
DMATT: L’eroe di Gara 2 contro il Grosseto, con una grande prova di orgoglio e ovviamente di bravura. Cosa hai pensato quando K.Ramos ha battuto il fuoricampo del pareggio e quando, invece, hai visto Diego Bonci con il guantone alzato pronto per fare l’out conclusivo?
FMIL: Riguardo al fuoricampo, non ho pensato niente perché avevo fatto un buon lancio ma Kelly conoscendomi bene, in quanto abbiamo giocato assieme per due anni, sa la tipologia dei miei lanci ed ha colpito forte. Quando Diego invece ha compiuto l’ultimo out, ero felicissimo ma anche un poco stanco perché fino a quel momento non avevo lanciato per più di due inning.
DMATT: Cosa è invece mancato alla Fortitudo, in questa gara 2 contro il Nettuno?
FMIL: Sicuramente abbiamo sprecato alcune ghiotte occasioni, lasciando vari uomini sulle basi, poi anche la durata non ha certamente aiutato per la freschezza fisica e mentale.
DMATT: Dopo questo trittico hai visto, esclusa Rimini, tutte le squadre. Quali sono quelle che ti hanno colpito di più e quali meno?
FMIL: Sicuramente la squadra che ho visto più in forma è il Nettuno che possiede un forte line-up e ha un parco lanciatori, soprattutto tra i partenti, molto buono. Tra quelle che mi hanno deluso di più, dico il Parma perché la pensavo più forte anche se quando l’abbiamo incontrata, non avevano il lanciatore straniero partente che sicuramente ha influito.
DMATT: Sempre parlando di avversari, quale è il battitore che soffri di più?
FMIL: Kelly Ramos. Capisce sempre i miei lanci.
DMATT: Mentre per quanto riguarda il comportamento, chi è il giocatore che ammiri di più?
FMIL: Io sono amico di tutti, ma se ti devo dire un nome ti rispondo con quello di Orlando Munoz, un giocatore che sarebbe bello avere come compagno di squadra.
DMATT: Ripercorrendo la tua carriera da giovane, invece, chi ti ha fatto conoscere il meraviglioso gioco del baseball? Dove e a che età hai esordito? Chi era il tuo giocatore preferito?
FMIL: Essendo nato a Providence (seconda città del New England, dopo Boston), essere appassionati di baseball è una cosa naturale. Ho iniziato a giocare a cinque anni tentando di emulare i campioni che si vedevano in televisione come per esempio Ken Griffey Jr, quando giocava nei Seattle Mariners insieme a campioni come Randy Johnson o Edgar Martinez.
Da giovane giocavo principalmente come prima base ma è stato Tony Pontecilli, mio allenatore della High School ed ex giocatore di Major in squadre come Cubs, Padres e Yankees, ad insegnarmi la tecnica utile per diventare un buon lanciatore.
DMATT: Rimanendo in tema di Mlb, Fabio Milano per quale squadra tifa?
FMIL: Essendo di Providence, Boston Red Sox.
DMATT: Il tuo giocatore preferito, invece?
FMIL: Sicuramente Josh Beckett, un grande lanciatore molto bravo con le palle veloci. Poi mi piace tanto Jose Reyes, l’interbase dei New York Mets. E’ un uomo spettacolo, capace di fare di tutto e di più.
DMATT: Dal 2001 in Fortitudo. Fai una top three dei momenti più belli che hai vissuto in biancoblù.
FMIL: Al primo posto metto Gara 5 delle finali scudetto del 2003, dove entrai e ottenni la salvezza decisiva. Un momento indescrivibile, con tutti sopra di me. Indimenticabile.
Al secondo posto metto la mia prima gara ufficiale in Fortitudo, culminata con la salvezza. Era gara tre del trittico contro il Parma nel 2001 (Fabio entrò al settimo inning quando il punteggio era 3 a 1 per i bolognesi e per questo ottenne la salvezza. La gara terminò con il punteggio di 14 a 1, frutto di un big-inning all’ottavo Ndr).
Al terzo invece, il Try-Out (una sorta di test-match per testarne le qualità Ndr) contro il Reggio Emilia. In quella partita lanciai sette inning con diciassette strike out e nessuna valida subita. Subito dopo Mauro (Mazzotti Ndr) mi firmò.
DMATT: L’ultima domanda, invece, riguarda il lanciatore. E’ vero, come ci racconta Charlie Brown nelle sue storie, che il pitcher è da solo sul monte di lancio? Cosa deve pensare? Che consiglio dai ai giovani atleti a riguardo?
FMIL: Il lanciatore deve pensare a fare bene i suoi lanci cercando di migliorarli volta per volta. Il mio consiglio per i giovani atleti è quello di non ripensare mai all’azione precedente o a quella che accadrà in futuro. Bisogna rimanere concentrati solamente sul presente se no, l’errore è in agguato.
DMATT: Grazie mille per la disponibilità, Fabio.
FMIL: Grazie a te.
LA SCHEDA DI FABIO MILANO
Nome: FABIO
Cognome: MILANO
Nato il: 2 AGOSTO 1977 A PROVIDENCE, USA
Ruoli: LANCIATORE (CLOSER)
Squadre in cui ha giocato: FORTITUDO BOLOGNA
Titoli vinti, in Fortitudo: CAMPIONE D’ITALIA 2003 e 2005
Musica al Falchi, prima di andare sul monte: A BREVE, REMEMBER THE NAME (FORT MINOR). GLI ANNI PASSATI: NUMB-ENCORE (JAY Z FEAT LINKIN PARK).
Hobby: IL SUO FILM PREFERITO E’ MAJOR LEAGUE MENTRE COME TELEFILM AMA I CANALI FOX SU SKY CON PREFERENZE MAGGIORI PER DR.HOUSE, I SIMPSON E CSI. ASCOLTA TUTTI I GENERI MUSICALI (ECCEZION FATTA PER IL JAZZ) E AMA I FORT MINOR, MENTRE UNO DEI SUOI LIBRI PREFERITI E’ IL BEST-SELLER SUL DOPING NELL’MLB DI JOSE’ CANSECO.
FABIO MILANO