ALLA SCOPERTA DEL ''BAR DEL BASEBALL'', IL NUOVO SALOTTO DEL BASEBALL ITALIANO SU...FACEBOOK!
Gianluca Marcoccio e Massimo Ciamarra, due nomi ormai conosciuti dagli appassionati di baseball di tutta Italia. Sono loro i creatori e amministratori della pagina intitolata “Il Bar del Baseball” sulla piattaforma social più importante del mondo, Facebook. Avevano deciso di aprire una pagina per farne un archivio o, per assecondare il desiderio più sincero e profondo, farne un museo virtuale da lasciare in visione ai più giovani. Ma la capacità empatica di queste due persone ha innescato una rete di aggregazione, che ha superato ogni loro più rosea immaginazione e ha fatto letteralmente scoppiare tra le loro mani la “bomba” della condivisione. In pochissimi mesi quasi 5000 persone si sono aggiunte all'esercito di followers del “Il Bar del Baseball”. Inevitabile fare due domande a Gianluca e Massimo, che hanno risposto in tandem con estrema semplicità.
Com'è nata l'idea di dare vita a questa pagina social?
Abbiamo constatato che quello del baseball era diventato un piccolo mondo apatico, nel quale quei pochi che ci sono all’interno, informazione compresa, curano il proprio orticello, avendone anche il loro tornaconto, fregandosene del fatto che, con il tempo, migliaia di appassionati si siano allontanati. Tutto questo a dispetto di quei pochi irriducibili che ancora seguono il baseball in Italia. Appassionati che, secondo noi, hanno avuto il torto, i sottoscritti compresi, di chiedere sempre ad altri di fare qualcosa per questo sport.
Quando è successo che, dall'intenzione di creare un museo on line, siete passati ad essere un “salotto” attivissimo?
Quando, ad un certo punto abbiamo invertito la tendenza, e ci siamo detti “vediamo cosa possiamo fare noi”, ma non solo Gianluca e Massimo, noi tutti. Attraverso “Il bar del Baseball” abbiamo cercato di coinvolgere più appassionati possibili.
Ormai “Il Bar del Baseball” è diventato un “caso”: avete provato a dare una risposta al grande successo, in tempi brevissimi, di questa vostra creatura?
L'operazione sta avendo successo perché i tifosi e appassionati si sentono protagonisti e quindi partecipano. Abbiamo fatto saltare gli schemi, perché il baseball sta diventando di tutti e chi prova a difendere il suo orticello ci attacca, chi invece vuole bene a questo sport ci viene dietro e sopratutto partecipa attivamente.
Se doveste individuare una peculiarità, una caratteristica che differenzia la vostra da altre realtà social di settore, cosa rispondereste?
La particolarità del “Il Bar del Baseball” è quella di essere un luogo virtuale dove TUTTI possono parlare e pubblicare tutto ciò che è inerente al baseball, dai più piccoli ai più grandi, in ogni latitudine. Chi ha notizie le pubblica, chi ha un giga da spendere lo usa per riprendere, chi ha un amico che si è allontanato lo riporta dentro al gruppo.
Tantissimi i nomi storici che interagiscono con “Il Bar del Baseball”: cosa provate ad immergervi così profondamente nella storia del nostro baseball?
Abbiamo chiesto loro di condividere ricordi e idee, da qui le trasmissioni con le vecchie glorie e ci arrivano in privato spunti da sviluppare in futuro. Partecipano tutti con grande disponibilità, anche di materiale fotografico e raccontando gli aneddoti della loro vita sportiva. Questo in sintesi lo spirito che ci accomuna, tanta passione, ma sopratutto tanto divertimento.
di Cristina Pivirotto
Com'è nata l'idea di dare vita a questa pagina social?
Abbiamo constatato che quello del baseball era diventato un piccolo mondo apatico, nel quale quei pochi che ci sono all’interno, informazione compresa, curano il proprio orticello, avendone anche il loro tornaconto, fregandosene del fatto che, con il tempo, migliaia di appassionati si siano allontanati. Tutto questo a dispetto di quei pochi irriducibili che ancora seguono il baseball in Italia. Appassionati che, secondo noi, hanno avuto il torto, i sottoscritti compresi, di chiedere sempre ad altri di fare qualcosa per questo sport.
Quando è successo che, dall'intenzione di creare un museo on line, siete passati ad essere un “salotto” attivissimo?
Quando, ad un certo punto abbiamo invertito la tendenza, e ci siamo detti “vediamo cosa possiamo fare noi”, ma non solo Gianluca e Massimo, noi tutti. Attraverso “Il bar del Baseball” abbiamo cercato di coinvolgere più appassionati possibili.
Ormai “Il Bar del Baseball” è diventato un “caso”: avete provato a dare una risposta al grande successo, in tempi brevissimi, di questa vostra creatura?
L'operazione sta avendo successo perché i tifosi e appassionati si sentono protagonisti e quindi partecipano. Abbiamo fatto saltare gli schemi, perché il baseball sta diventando di tutti e chi prova a difendere il suo orticello ci attacca, chi invece vuole bene a questo sport ci viene dietro e sopratutto partecipa attivamente.
Se doveste individuare una peculiarità, una caratteristica che differenzia la vostra da altre realtà social di settore, cosa rispondereste?
La particolarità del “Il Bar del Baseball” è quella di essere un luogo virtuale dove TUTTI possono parlare e pubblicare tutto ciò che è inerente al baseball, dai più piccoli ai più grandi, in ogni latitudine. Chi ha notizie le pubblica, chi ha un giga da spendere lo usa per riprendere, chi ha un amico che si è allontanato lo riporta dentro al gruppo.
Tantissimi i nomi storici che interagiscono con “Il Bar del Baseball”: cosa provate ad immergervi così profondamente nella storia del nostro baseball?
Abbiamo chiesto loro di condividere ricordi e idee, da qui le trasmissioni con le vecchie glorie e ci arrivano in privato spunti da sviluppare in futuro. Partecipano tutti con grande disponibilità, anche di materiale fotografico e raccontando gli aneddoti della loro vita sportiva. Questo in sintesi lo spirito che ci accomuna, tanta passione, ma sopratutto tanto divertimento.
di Cristina Pivirotto