Nei giorni scorsi è arrivato l'annuncio dell'addio tra il Parma Baseball e lo storico sponsor Cariparma dopo quindici anni di partnership. La notizia su internet è stata riportata per primo da Matteo Desimoni che il nostro sito ha voluto intervistare per avere una sua opinione di quanto sta accadendo nella città ducale. Abbiamo infatti parlato con lui del tema sponsor, ma anche analizzato il mercato invernale del Parma e l'apporto che potrà dare Orlando Munoz come nuovo Manager della squadra.

Partiamo dal fatto più recente, ovvero l’addio del Cariparma dagli sponsor della formazione ducale. Si parla di nuovi marchi pronti ad entrare. Che idea ti sei fatto in merito?
Semplicemente che i cicli finiscono. E’ così per gli allenatori, per i tecnici, per i dirigenti. Quindi ovviamente anche per gli sponsor. E vanno archiviati con serenità. Cariparma in questo momento di crisi ha deciso di tagliare le spese che non riteneva prioritarie, togliendo quindi l’appoggio alle squadre locali di rugby in eccellenza, di volley femminile e di baseball. Sono scelte che non condivido perché se in questo momento di difficoltà ad aiutare le attività che coinvolgono tanti giovani e che rappresentano realtà importanti per il territorio non sono gli enti che ne avrebbero la possibilità allora non so chi possa farlo. Oltretutto non credo che sia il budget destinato a queste realtà a fare la differenza sul bilancio di una società di quel genere. Ma si tratta di scelte che seguono una strategia e vanno rispettate. Tra l’altro già da tempo il Parma Baseball aveva avviato contatti con altri partner e le trattative dovrebbero essere a buon punto. Credo siano tre o quattro. Io ne conosco due e posso dire che si tratta di marchi assolutamente affidabili. Uno tra l’altro è sicuramente noto a chi mastica di calcio e basket. Non conosco ovviamente le eventuali cifre, ma considerata anche la diminuzione delle spese rispetto agli anni precedenti, credo che alla fine per il Parma Baseball la situazione non cambi poi in modo eccessivo. Come Baseball.it abbiamo voluto rendere omaggio ad uno sponsor che in quindici anni ha accompagnato la società a grandi traguardi. Una testata che non si occupa quasi mai di baseball ha voluto calcare la mano prendendo spunto dal nostro articolo per fare notizia, ma come ha specificato anche la società si trattava di allarmi eccessivi e fuori dalla realtà.

Pensi che questo fatto possa avere avuto ripercussioni sui giocatori ducali?
Premetto che chiunque, prima di affermare che uno solo di questi ragazzi non da il 100% e anche di più di quello che può per la causa, deve passare sul mio corpo. Dall’inizio di gennaio stanno facendo cinque allenamenti a settimana (2 di atletica e 3 di tecnica)con il massimo dell’impegno. Sfido qualsiasi altra squadra a fare altrettanto in questo periodo. Comunque la società quest’anno con loro ha parlato chiaro fin dall’inizio dell’inverno. Loro sono persone adulte e sanno che il periodo delle chiacchiere è finito. Hanno scelto di restare perché credono nel progetto e sicuramente non si faranno condizionare nemmeno quest’anno da eventuali voci. L’importante è che in ogni situazione si comportino da squadra. Che abbiano un obiettivo comune e che agiscano sempre tutti insieme nel modo che reputano opportuno per raggiungerlo. Anteponendolo anche ad eventuali obiettivi personali. Ma lo sanno perché lo hanno imparato dai loro vecchi compagni più esperti e sapranno fare tesoro degli insegnamenti e delle esperienze degli anni passati!

In molti pensavano ad un Parma in smobilitazione dopo la scorsa annata e invece sono arrivate conferme importanti. Sarà la compagine rivelazione della prossima stagione?
Qui bisogna fare un plauso alla società che quest’inverno, tra mille difficoltà, ha lavorato bene. Facendo le cose semplici e guardando alle priorità. Il primo obiettivo era riuscire a confermare la maggior parte della rosa. E se con gli stranieri c’era già un accordo dalla fine della scorsa stagione, con qualche giocatore italiano la situazione era più difficile. Sono partiti Bertagnon e Zileri, ma per quanto riguarda il primo si tratta di una scelta di vita, quindi c’era solo da prenderne atto e la società si è comportata benissimo permettendogli di soddisfare i suoi desideri. Gli altri alla fine sono rimasti tutti. Grazie sicuramente anche ad un po’ di fortuna, ma un bravo ai dirigenti credo si possa dire! Poi c’erano da colmare quelle che per me erano le lacune negli anni passati: innanzitutto inserire una figura rispettata dai giocatori e dallo staff tecnico che facesse da tramite tra loro e la dirigenza, permettendo nello stesso tempo al General Manager di non doversi dedicare a tutto praticamente da solo. E credo non ci potesse essere persona più adatta di Gianguido Poma. Poi rinforzare lo staff tecnico con un istruttore per ogni reparto. Mascitelli non ha bisogno di presentazioni e anche Pelosi è persona di comprovate competenza e professionalità. E non dimentichiamo l’apporto di Cavazzini che secondo me è per personalità, capacità ed entusiasmo la figura ideale a raccogliere un giorno il testimone di Munoz. E vedrete che sarà così! Parma, con Nettuno è una delle due realtà storiche e vincenti del nostro baseball, quindi parlare di eventuale sorpresa mi sembra riduttivo. Sicuramente ci sono due o tre squadre che sulla carta partono da un gradino più alto, ma con la riduzione a due partite e con a grandi linee la stessa rosa dell’anno passato, potrà tranquillamente ambire ai play-off. L’importante è evitare proclami. Poche parole e tanto lavoro. Lo stanno facendo sia la società che la squadra!.

Orlando Munoz nuovo Manager. Saprà reggere tale pressione? Cosa porterà alla squadra?
Pepi era un allenatore già quando giocava. E per uno che fa il tecnico in una squadra della Liga profesional de Venezuela parlare di pressione nel campionato italiano credo non abbia senso. Si sapeva già da un anno che sarebbe stato il manager e non deluderà le attese!

Gilberto Gerali ha abbandonato la squadra, prima dal ruolo di Head Coach poi di General Manager. Si parla di divergenze tecniche. Quanto c’è di vero?
Guarda non so chi ne abbia parlato ma questa cosa mi fa sorridere. Non credo che una società che ha divergenze tecniche con il suo manager gli proponga l’incarico di General Manager! La gente spesso parla a sproposito. Da tecnico non ha abbandonato assolutamente nulla, semplicemente la società, in accordo con lui ha pensato che dopo sei stagioni potesse essere positivo cambiare qualcosa, far provare ai giocatori un “manico” diverso. Per quanto riguarda le motivazioni dell’addio da General Manager, si tratta di situazioni che fanno parte della sfera intima della persona e penso non sia ne corretto ne rispettoso divulgarle. Il suo rapporto con la società è sempre forte.

di Daniele Mattioli


Nella foto, Matteo Desimoni abbraccia il fratello Stefano (sulla sinistra) dopo la Finale Scudetto vinta nel 2010 quando svolgeva il ruolo di Addetto Stampa del Parma. Ora scrive per Baseball.it e la Gazzetta di Parma.

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