QUANTO E' IMPORTANTE BOB MELVIN PER GLI OAKLAND ATHLETICS
La grande disponibilità che Bob Melvin dimostra ogni qualvolta gli si chiede di parlare della sua squadra, è inversamente proporzionale a quella che ha nel parlare di se stesso. Ecco che quindi sono i suoi giocatori a doverlo fare per lui.
Uno di questi è Brandon Moss: “Tutti noi in squadra abbiamo il massimo rispetto per lui”, ha detto l’utility player che si sta preparando per venerdì sera, quando gli A’s affronteranno la prima gara dei playoff contro i Tigers. “Nelle numerose cene fatte fra noi giocatori è anche emerso che Melvin è il miglior Manager con cui abbiamo avuto l’occasione di lavorare” ha concluso Moss.
Anche la mamma Judy Melvin ha espresso l’ammirazione che prova per suo figlio: “Sono molto orgoglioso di lui e dei progressi che è riuscito a fare. Lui ha sempre avuto buon fiuto per gli affari e sarebbe potuto diventare un ottimo agente di cambio, ma è troppo innamorato del baseball per poterci pensare”.
Anche se forse per qualche tempo ci ha anche pensato, magari nel 2009 dopo essere stato licenziato dagli Arizona Diamondbacks o anche dopo i rifiuti in serie da parte di Astros, Mets, Brewers, Cubs e Blue Jays.
Ci ah pensato poi Billy Beane ha dargli un’altra occasione, ingaggiandolo per sostituire Bob Geren dimissionario nel giugno del 2011.
La scelta ha pagato come dimostra il record degli Athletics da quando Melvin li guida, con 237 vittorie e 186 sconfitte senza contare che per due anni di fila (2012/2013) il Manager ha portato la squadra alla conquista della West Division di American League.
“É il migliore con cui abbia mai giocato, specie quando si tratta di capire i suoi giocatori”, ha detto Chris Young che con Melvin ha giocato anche ad Arizona, “è un coach sempre onesto con i propri giocatori”.
Torniamo però a Brandon Moss che ha voluto raccontare un aneddoto molto interessante. Infatti Moss era appena stato promosso in prima squadra, e ripagò la fiducia datagli con ben 6 home run nelle prime 9 partite giocate.
Poi però il suo rendimento si arrestò di colpo fino ad arrivare ad uno sconfortante 6 su 36 alla battuta nelle successive 11 partite, tant’è che Brandon pensava che lo avrebbero rispedito in Triplo A.
Ma Melvin dopo quando la squadra era impegnata a Seattle, prese da parte Moss e gli disse: “dimentica ciò che hai fatto all’inizio, è stato un colpo di fortuna. Noi crediamo in te come giocatore, sappiamo cosa puoi fare quindi non ti metteremo pressione tu pensa solo a giocare”.
“Quando ho sentito ciò, ho aperto gli occhi” confessa il prima base. “Ho pensato che allora realmente avrei avuto una possibilità e che potevo smettere di stressare i miei turni di battuta con il pensiero costante che potesse essere l’ultimo”.
Ma Bob Melvin si è sempre dimostrato bravo a gestire i momenti no dei propri giocatori, non solo con Brando Moss l’anno scorso, ma anche con Josh Reddick e Chris Young e i lanciatori come Grant Balfour, Sean Doolittle e Ryan Cook.
Che sia quindi l’ottima gestione del roster il punto forte di questi Oakland Athletics lo si capisce anche dall’atteggiamento che hanno i giocatori stessi, sempre pronti allo scherzo o allo sdrammatizzare anche nei momenti più delicati, segno dell’ottima atmosfera che si respira nel dugout e che Bob Melvin è riuscito a creare grazie alle sue ottime doti umane ancor prima che sportive.
di Michele Acacia
Nella foto, Bob Melvin, Manager degli Oakland Athletics (Otto Greule Jr/Getty Images North America da Zimbio.com).
Uno di questi è Brandon Moss: “Tutti noi in squadra abbiamo il massimo rispetto per lui”, ha detto l’utility player che si sta preparando per venerdì sera, quando gli A’s affronteranno la prima gara dei playoff contro i Tigers. “Nelle numerose cene fatte fra noi giocatori è anche emerso che Melvin è il miglior Manager con cui abbiamo avuto l’occasione di lavorare” ha concluso Moss.
Anche la mamma Judy Melvin ha espresso l’ammirazione che prova per suo figlio: “Sono molto orgoglioso di lui e dei progressi che è riuscito a fare. Lui ha sempre avuto buon fiuto per gli affari e sarebbe potuto diventare un ottimo agente di cambio, ma è troppo innamorato del baseball per poterci pensare”.
Anche se forse per qualche tempo ci ha anche pensato, magari nel 2009 dopo essere stato licenziato dagli Arizona Diamondbacks o anche dopo i rifiuti in serie da parte di Astros, Mets, Brewers, Cubs e Blue Jays.
Ci ah pensato poi Billy Beane ha dargli un’altra occasione, ingaggiandolo per sostituire Bob Geren dimissionario nel giugno del 2011.
La scelta ha pagato come dimostra il record degli Athletics da quando Melvin li guida, con 237 vittorie e 186 sconfitte senza contare che per due anni di fila (2012/2013) il Manager ha portato la squadra alla conquista della West Division di American League.
“É il migliore con cui abbia mai giocato, specie quando si tratta di capire i suoi giocatori”, ha detto Chris Young che con Melvin ha giocato anche ad Arizona, “è un coach sempre onesto con i propri giocatori”.
Torniamo però a Brandon Moss che ha voluto raccontare un aneddoto molto interessante. Infatti Moss era appena stato promosso in prima squadra, e ripagò la fiducia datagli con ben 6 home run nelle prime 9 partite giocate.
Poi però il suo rendimento si arrestò di colpo fino ad arrivare ad uno sconfortante 6 su 36 alla battuta nelle successive 11 partite, tant’è che Brandon pensava che lo avrebbero rispedito in Triplo A.
Ma Melvin dopo quando la squadra era impegnata a Seattle, prese da parte Moss e gli disse: “dimentica ciò che hai fatto all’inizio, è stato un colpo di fortuna. Noi crediamo in te come giocatore, sappiamo cosa puoi fare quindi non ti metteremo pressione tu pensa solo a giocare”.
“Quando ho sentito ciò, ho aperto gli occhi” confessa il prima base. “Ho pensato che allora realmente avrei avuto una possibilità e che potevo smettere di stressare i miei turni di battuta con il pensiero costante che potesse essere l’ultimo”.
Ma Bob Melvin si è sempre dimostrato bravo a gestire i momenti no dei propri giocatori, non solo con Brando Moss l’anno scorso, ma anche con Josh Reddick e Chris Young e i lanciatori come Grant Balfour, Sean Doolittle e Ryan Cook.
Che sia quindi l’ottima gestione del roster il punto forte di questi Oakland Athletics lo si capisce anche dall’atteggiamento che hanno i giocatori stessi, sempre pronti allo scherzo o allo sdrammatizzare anche nei momenti più delicati, segno dell’ottima atmosfera che si respira nel dugout e che Bob Melvin è riuscito a creare grazie alle sue ottime doti umane ancor prima che sportive.
di Michele Acacia
Nella foto, Bob Melvin, Manager degli Oakland Athletics (Otto Greule Jr/Getty Images North America da Zimbio.com).