VOLGE AL TERMINE LA STORIA TRA RYAN HOWARD E I PHILADELPHIA PHILLIES
Con la standing ovation tributatagli all’uscita dal campo durante il nono inning dell'ultima partita di regular season contro i New York Mets, si chiude nel migliore dei modi la carriera di Ryan Howard sulle rive del Delaware.
Un Citizens Bank Park finalmente gremito (quasi quindicimila persone in più, rispetto a sabato) ha acclamato e festeggiato unanime il più grande prima base della storia dei Phillies.
Giusto che sia così, perche’ senza “The Big Piece” non si sarebbero scritte, come ha opportunamente commentato un columnist USA, pagine tra le piu’ esaltanti dello sport professionistico a Philadelphia, una città che non si è mai abituata troppo al successo, se si considera che le World Series conquistate nel 2008 avevano posto fine a un digiuno di titoli pro che durava da ben 28 anni (1980, ancora i Phillies).
Ryan Howard ha condotto con mazza sicura la propria franchigia alla conquista di cinque titoli di divisione consecutivi tra il 2007 e il 2011, infrangendo record su record – uno su tutti, il più celebrato: i 58 fuoricampo del 2006, che l’hanno portato ad essere votato come Miglior Giocatore della National League (una placca celebrativa è stata posata ieri sugli spalti da suo figlio Darian, giusto nel punto in cui è caduta quella cinquattottesima pallina).
Che la franchigia abbia visto ridimensionato il proprio ruolo con la rottura del suo tendine d’Achille, guarda caso nell’ultima gara di postseason giocata dai Phillies da cinque anni a questa parte, non è una coincidenza.
Un vero e proprio “turning point” in negativo, sia per la squadra che per il mancino di St. Louis, che non sarebbe più stato un giocatore sensazionale, con una medie da 44 homerun e 133 punti battuti a casa a stagione
E adesso?
Ryan Howard vorrebbe giocare ancora, ma non sarà a Citizens Bank Park: è risaputo che i Phillies eserciteranno la “buyout option” dall’oneroso contratto del prima base, e la cerimonia prima del match di ieri – e le parole di Howard stesso – certificano un addio lacrimato: da parte di “The Big Piece”, da parte dei compagni di squadra, da parte del pubblico, e da parte di chi ama questo sport, anche oltreoceano.
di Andrea Comotti
Nella foto, Howard saluta il pubblico nella sua ultima partita in carriera con i Phillies (AP Photo/Matt Slocum da FoxSports).
Un Citizens Bank Park finalmente gremito (quasi quindicimila persone in più, rispetto a sabato) ha acclamato e festeggiato unanime il più grande prima base della storia dei Phillies.
Giusto che sia così, perche’ senza “The Big Piece” non si sarebbero scritte, come ha opportunamente commentato un columnist USA, pagine tra le piu’ esaltanti dello sport professionistico a Philadelphia, una città che non si è mai abituata troppo al successo, se si considera che le World Series conquistate nel 2008 avevano posto fine a un digiuno di titoli pro che durava da ben 28 anni (1980, ancora i Phillies).
Ryan Howard ha condotto con mazza sicura la propria franchigia alla conquista di cinque titoli di divisione consecutivi tra il 2007 e il 2011, infrangendo record su record – uno su tutti, il più celebrato: i 58 fuoricampo del 2006, che l’hanno portato ad essere votato come Miglior Giocatore della National League (una placca celebrativa è stata posata ieri sugli spalti da suo figlio Darian, giusto nel punto in cui è caduta quella cinquattottesima pallina).
Che la franchigia abbia visto ridimensionato il proprio ruolo con la rottura del suo tendine d’Achille, guarda caso nell’ultima gara di postseason giocata dai Phillies da cinque anni a questa parte, non è una coincidenza.
Un vero e proprio “turning point” in negativo, sia per la squadra che per il mancino di St. Louis, che non sarebbe più stato un giocatore sensazionale, con una medie da 44 homerun e 133 punti battuti a casa a stagione
E adesso?
Ryan Howard vorrebbe giocare ancora, ma non sarà a Citizens Bank Park: è risaputo che i Phillies eserciteranno la “buyout option” dall’oneroso contratto del prima base, e la cerimonia prima del match di ieri – e le parole di Howard stesso – certificano un addio lacrimato: da parte di “The Big Piece”, da parte dei compagni di squadra, da parte del pubblico, e da parte di chi ama questo sport, anche oltreoceano.
di Andrea Comotti
Nella foto, Howard saluta il pubblico nella sua ultima partita in carriera con i Phillies (AP Photo/Matt Slocum da FoxSports).